Schmitt, Eric-Emmanuel
Schmitt, Éric-Emmanuel. – Drammaturgo e scrittore francese (n. Sainte-Foy-lès-Lyon 1960). Autore di pièces teatrali, rappresentate in tutta Europa, nonché di romanzi e saggi, ha ricevuto nel 2001 dall’Académie française il Gran premio del teatro. Dopo la laurea in filosofia dal 1991 ha incominciato la sua attività di drammaturgo. L’amore per la musica e la sua formazione filosofica, e l’interesse all’eterno dilemma fra dubbio e fede, traspaiono nei suoi testi teatrali in cui unisce a un’indagine approfondita e raffinata sui rapporti psicologici che si instaurano fra le persone, una lucida analisi introspettiva dei personaggi. Dopo Le visiteur (1993; trad. it. 2008) e la commedia dalle venatura drammatiche Variations énigmatiques (1996; trad. it. 1998), nel 1997 con il monologo Milarepa (trad. it. 2004) ha iniziato ‘Il ciclo dell’invisibile’, dedicato alle tre grandi religioni monoteiste, che è proseguito con Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran (1999; trad. it. 2003; adattato per il cinema nel 2003 da F. Dupeyron), con Oscar et la dame rose (2002; trad. it. 2006; da S. adattato e diretto per il cinema nel 2009) e con i romanzi L’enfant de Noé (2004; trad. it. 2004) e Le sumo qui ne pouvait pas grossir (2009; trad. it. 2009). Nel 2003 ha portato in scena Petits crimes conjugaux (trad. it. 2004) e l’anno successivo ha adattato per il palcoscenico il suo romanzo L’Évangile selon Pilate (1995; trad. it. 2002). Al cinema ha debuttato come regista con Odette Toulemonde (2006; Lezioni di felicità, 2008), dalla cui sceneggiatura ha poi tratto l’omonimo racconto compreso nella raccolta Odette Toulemonde et autres histoires (2006; trad. it. 2007). Ha ancora scritto per il teatro La tectonique des sentiments (2008) e Kiki van Beethoven (2010), e pubblicato i romanzi Ulysse from Baghdad (2010; trad. it. 2010) e La femme au miroir (2011; trad. it. 2012).