ERESIOLOGIA (da αἵρεσις "eresia", e λόγος "discorso")
Con il nome di erosiologi vengono designati gli scrittori che trattano, di proposito e con ampiezza, dell'eresia e degli eretici. Nessun periodo della storia ecclesiastica è immune da eresia e da eretici, e per conseguenza nessuno fu privo di avversarî che se ne occupassero: ma coloro soltanto possono chiamarsi eresiologi, i quali abbiano considerato e trattato l'eresia come tale, in sé e per sé, non per confutare e ribattere questa o quell'eresia. In quest'ultimo caso vengono chiamati piuttosto controversisti, dal Bellarmino (v.) in poi.
Nell'Adversus haereses (o Contra haereses) di Ireneo, oltre a una replica antignostica, nei primi due libri e specialmente nei primi capitoli del libro III già si profila una teoria generale antieretica, una eresiologia in embrione. Non così nel Κατὰ πασῶν αἱρέσεωυ ἕλεγχος di Ippolito romano. Il De praescriptione haereticorum di Tertulliano, scritto verso il 200, e divenuto subito famoso e capitale in argomento, costituisce il primo trattato di eresiologia scritto di proposito. La ragione teologica vi è posta in forma giuridica: solo vi manca la parte storica e positiva, non facendovisi cenno delle varie eresie e del loro sviluppo. Questo elemento predomina invece nel libro di Epifanio di Salamina (v.), scritto verso il 375, che si suol citare col nome di Haereses: vi si tratta di 80 eresie. Filastrio di Brescia (v.) componeva una decina di anni più tardi il suo Liber de haeresibus, noverandovi 156 eresie: ma il concetto informatore, l'esattezza storica, la bontà dello stile vi sono assai poveri e scadenti. Qualche anno prima della sua morte, S. Agostino, rispondendo alle richieste del diacono Quodvultdeus, compilava un Liber de haeresibus con sommaria descrizione e confutazione di 88 eresie. Vincenzo di Lérins, nel Commonitorium, composto nel 434, si esprimeva in formule così lucide e forti, che valsero al suo libretto in 33 capitoli una fama e un'autorità ancora oggi assai alta.
Ma piuttosto che in codesti scritti, eresiologici ex-professo, la dottrina e la disciplina in merito si venivano sviluppando e precisando, sia nel corso delle varie controversie, sia nei provvedimenti disciplinari dei vescovi nei varî sinodi, sia nelle istruzioni che gli stessi rivolgevano ai loro fedeli per premunirli e agguerrirli. I provvedimenti punitivi (separazione dalla comunione liturgica, ricorsi all'intervento dello stato, ecc.); il sempre più serrato accentrarsi dell'organizzazione gerarchica; infine, lo svolgimento veramente ampio raggiunto dall'ecclesiologia, p. es. in Agostino, giovarono all'eresiologia. Nel Medioevo, per ciò che riguarda fondamenti dogmatici e deduzioni teologiche, sarà aggiunto ben poco.
Degni di rilievo, tuttavia, il De haeresibus et synodis di S. Germano di Costantinopoli, posteriore al 726; e la serie di 103 eresie che S. Giovanni Damasceno recensisce e studia nella seconda parte della sua Πηγὴ γνώσεως. Si svilupperà invece, in modo impressionante, da una parte l'elemento morale, e dall'altra quello giuridicocanonico (v. inquisizione).
I fondamenti dogmatici ritorneranno in discussione, nella scolastica cinquecentesca, e sono alla base delle Controversie e parte dell'ecclesiologia. Nella teologia cattolica odierna il trattato De revelatione (contro i pagani e, oggi, i razionalisti) è immediatamente seguito dal trattato De ecclesia (contro eretici e scismatici): sono, anzi, i trattati preliminari del corso teologico.
Bibl.: Cfr. la bibliografia di eresia; inquisizione; dei singoli autori citati; di ecclesiologia; P. Oehler, Corpus haereseologicum, Berlino 1856.