eredità
Nelle scienze della vita, indica l’eredità genetica o ereditarietà, ovvero la trasmissione di tratti genetici da una generazione a quelle successive secondo regole qualitative e quantitative. I geni corrispondono a regioni più o meno ampie del genoma e sono localizzati sui cromosomi. Nelle specie diploidi a riproduzione sessuale (come Homo sapiens) ciascun cromosoma (materno e paterno) porta una determinata modalità (allele) di ciascun carattere che viene trasmesso ai discendenti. Dei due alleli che determinano lo stesso carattere uno può manifestarsi nel fenotipo del discendente (allele dominante), mentre l’altro non appare (allele recessivo). Tuttavia, l’ereditarietà di quasi tutte le caratteristiche umane è più complessa di quella dei caratteri studiati da Gregor Mendel. Per es., alcuni tratti del fenotipo umano come la statura, il colore della pelle, il colore degli occhi, sono poligenici, ossia determinati dall’effetto combinato di più di una coppia di geni. Analogamente, è possibile che un singolo gene sia responsabile di una gamma di tratti diversi (pleiotropia). Inoltre, oggi è noto che ereditare un allele talvolta può aumentare le possibilità di ereditarne un altro o modificare le modalità con cui un certo tratto genetico viene espresso (come nel caso dei geni modificatori e dei geni regolatori). Per alcuni caratteri esistono inoltre fenomeni di codominanza o gradi intermedi di dominanza o recessività. Studi condotti su gemelli monozigoti, ossia gemelli che derivano dallo stesso zigote e che quindi possiedono un patrimonio genetico identico, indicano che spesso l’influenza dell’ambiente determina cambiamenti notevoli nello sviluppo dei tratti genetici. Per es., alcuni geni a penetranza incompleta non influenzano un determinato carattere a meno che non siano presenti alcuni fattori ambientali: viene definita in questo modo l’ereditarietà epigenetica.
→ Neuroscienze. Basi biologiche dell’intelligenza