TURATI, Ercole
– Nacque a Busto Arsizio, in provincia di Varese, il 10 luglio 1829 da Francesco, che nel 1862 ottenne il titolo di conte, e da Angela Pigna. Ebbe un fratello, Ernesto, e due sorelle, Giuseppina ed Erminia.
Si laureò in legge all’Università di Pavia il 14 marzo 1853. Il 12 settembre 1856, sposò Luigia (detta Luisa) Ponti, da cui ebbe due figli: Emilio, nato nel 1858, che diventò un entomologo, e Vittorio, nato nel 1860, cultore di geologia e inventore della tecnica di stampa simultanea dei colori detta sincromia.
Appartenente a una facoltosa famiglia di industriali cotonieri lombardi, fin da giovane Turati sviluppò, insieme al fratello Ernesto, una grande passione per l’ornitologia. A soli quindici anni, iniziò ad allestire nella residenza di famiglia di villa della Ghisolfa una serie di trofei di caccia e di uccelli lombardi naturalizzati. Negli anni questa passione si trasformò in attività scientifica, portandolo a formare una delle collezioni ornitologiche più rilevanti dell’epoca. In costante accrescimento, la raccolta fu in seguito trasferita in via Meravigli, a Milano, dove venne affidata alle cure di Ernesto Pelitti. Nel 1881, all’apice del suo splendore, constava di 20.661 esemplari di uccelli provenienti da tutto il mondo, appartenenti a 7200 specie e 2291 generi, per un valore di circa un milione di lire del tempo. Al suo interno erano presenti 135 tipi, gli esemplari utilizzati dai naturalisti per descrivere le nuove specie, oltre a diversi uccelli estinti, tra cui un esemplare di alca impenne, ancora oggi conservato al Museo civico di storia naturale di Milano. Seguace della teoria dell’evoluzione, Turati intendeva dimostrarne la validità attraverso la sua raccolta, dando conto della grande variabilità in natura: di una stessa specie cercava di procurarsi intere serie, dai pulcini al maschio e alla femmina adulti fino a esemplari con anomalie nella colorazione. Oltre agli animali naturalizzati, la raccolta comprendeva numerosi scheletri, uova, pelli, nidi e una ricca biblioteca.
In contatto con i maggiori ornitologi ed esploratori italiani e stranieri della seconda metà dell’Ottocento, Turati arricchì la sua collezione grazie all’acquisto di lotti e intere collezioni di naturalisti o attraverso commercianti specializzati di tutta Europa. Nella Raccolta Turati confluì per esempio la collezione di Picidi di Alfred Malherbe o quella di uccelli d’Algeria di Victorien Loche. Egli finanziò viaggi di naturalisti, garantendosi nuovi materiali provenienti da ogni angolo del globo, tra cui alcune specie di uccelli del Paradiso della Nuova Guinea raccolte da Luigi D’Albertis e Odoardo Beccari (Il patrimonio scientifico del Museo civico di storia naturale di Milano. Catalogo delle collezioni, a cura di M. Leonardi et al., Milano 1995, pp. 273-276).
Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia, fu tra i primi soci della Società italiana di scienze naturali e fece parte del collegio dei conservatori del Museo di Milano dal 1858 al 1877. Pubblicò solo due brevi note ornitologiche, insieme all’amico e ornitologo Tommaso Salvadori, assistente e poi vicedirettore del Museo di zoologia dell’Università di Torino (Description of a New Trogon of the Genus Pharomacrus, in Proceedings of the zoological Society of London, 1874, vol. 42, p. 652; descrizione della specie Rhipidura vidua, in Annali del Museo civico di storia naturale di Genova, 1874, vol. 6, p. 313).
Dopo la morte, avvenuta a Milano il 30 luglio 1881, i figli offrirono al Comune di Milano la parte più ingente della collezione paterna. Il 24 marzo 1884 il sindaco Giulio Belinzaghi accettò la donazione. In cambio, ne garantiva l’adeguata sistemazione negli spazi del Museo, sotto le cure di un apposito conservatore (Relazione della Giunta Municipale sulla proposta di accettazione del dono della Raccolta Turati, Milano 1884; A. Stoppani, Sulla necessità di un ampliamento del Museo civico di storia naturale di Milano, Milano 1888).
Grazie a questa acquisizione, venne avviata la costruzione di un nuovo e più ampio edificio del Museo, inaugurato nel 1892. Il primo a occuparsi della raccolta fu Giacinto Martorelli, autore nel 1895 della Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia (in Memorie della Società italiana di scienze naturali e del Museo civico di storia naturale di Milano, vol. 5, ristampata a cura di F. Barbagli nel 2002, ibid., vol. 31). L’opera era dedicata a Turati ed era arricchita da fotoincisioni realizzate dallo stabilimento artistico del figlio Vittorio. Già nel 1879, Turati aveva donato al Museo una ricca collezione di uova di uccelli nidificanti in Lombardia, che venne ulteriormente incrementata nel 1903, in seguito all’arrivo delle collezioni del fratello Ernesto. Durante la seconda guerra mondiale, nell’incendio che seguì ai bombardamenti alleati dell’agosto 1943, gran parte della raccolta ornitologica Turati andò distrutta. Oggi il Museo conserva i 1700 esemplari naturalizzati e in pelle sopravvissuti a quei tragici eventi.
Fonti e Bibl.: Presso la Biblioteca del Museo civico di storia naturale di Milano è conservata la sua corrispondenza con i naturalisti del Museo, Fondo Cornalia, b. 3, f. 16 e b. 7, f. 33; Fondo Jan, b. 7, f. 38. Un nucleo di lettere indirizzate a Turati (1857-65) è stato acquisito di recente dal Museo, nel cui archivio amministrativo si rintracciano le pratiche per l’arrivo della collezione e della biblioteca (1913), cfr. bb. 34, 35, 43, 54, 55, 65. Nel Museo – dove sono conservati un suo busto in bronzo del 1898, opera di Francesco Confalonieri, e un suo ritratto del 1883, opera di Sebastiano De Albertis – sono disponibili i vari cataloghi della collezione, ricopiati dagli originali che rimasero alla famiglia (CS 30, 34, 40-48, 49-66). Non esiste un suo archivio personale, mentre alcuni album fotografici sono conservati dagli eredi (Accoppiamenti giudiziosi. Industria, arte e moda in Lombardia 1830-1945 (catal., Varese), a cura di S. Rebora - A. Bernardini, Cinisello Balsamo 2004, in partic. M. Milan, Fotografia e autorappresentazione. Tre famiglie lombarde tra Ottocento e Novecento, pp. 84-103; Id., Gli album fotografici delle famiglie Turati, Amman e Ottolini, pp. 104-129). Cfr. anche Archivio di Stato di Milano, Ufficio del registro successioni di Milano, c. 216 (Ercole Turati); c. 119 (Francesco Turati); Milano, Archivio storico civico, Famiglie, c. 1513, Turati; Archivio di Stato di Pavia, Antico Archivio dell’Università di Pavia, registro dei laureati n. 235, 236.
Tra le commemorazioni, si segnalano: T. Salvadori, Obituary, in The Ibis, 1881, vol. 5, pp. 608-610; In memoria. Commemorazioni funebri del conte E. T. pronunciate sulla sua tomba, 1° agosto 1881, Milano 1881 (discorsi di E. Cornalia, G. Porro, D. Marazzani); E. Cornalia, Il Conte E. T. naturalista, in L’Illustrazione italiana, 4 giugno 1882, pp. 389 s.; G. Martorelli, Commemorazione scientifica del conte E. T., Milano 1898; E. Moltoni, Commemorazione del conte, comm. dott. E. T. fondatore della Collezione ornitologica Turati, in Atti della Società italiana di scienze naturali e del Museo civico di storia naturale in Milano, 1931, vol. 70, pp. 262-270. Si vedano inoltre: E. Bettoni, Storia naturale degli uccelli che nidificano in Lombardia, ad illustrazione della raccolta ornitologica dei fratelli E. ed Ernesto T., I-II, Milano 1865-1868; The ornithological Museum of signor E. T., in The Ibis, 1877, vol. 1, pp. 129 s.; Biblioteca ornitologica del conte E. T., Milano 1913; A. Visconti, I 150 anni del Museo civico di storia naturale di Milano (1838-1988), Milano 1988, pp. 19 s.; S.A. Conca Messina, Strategie d’impresa nella Lombardia ottocentesca. Il caso di Francesco Antonio Turati (1802-1873), in Archivio storico lombardo, 2001, vol. 7, pp. 131-193; Accoppiamenti giudiziosi, cit. (in partic. L. Pinni, Ritratto di E. T. di Giuseppe Bertini, 1881 circa, p. 236; Famiglia T., p. 284; S.A. Conca Messina, La famiglia T., pp. 314-316); G. Chiozzi, Valore storico e attuali potenzialità scientifiche della Raccolta ornitologica del conte E. T., in Musei nell’Ottocento. Alle origini delle collezioni pubbliche lombarde prima e dopo l’Unità, a cura di M. Fratelli - F. Valli, Torino 2012, pp. 118-129.