ERCOLE II marchese d'Este, quarto duca di Ferrara, Modena e Reggio
Nacque il 4 aprile 1508 a Ferrara, da Alfonso I e da Lucrezia Borgia; successe al padre il 31 ottobre del 1534. Salendo al trono, trovava già in gran parte risolte le questioni più gravi che avevano così profondamente turbato il governo del padre: Carlo V e la Spagna prevalevano in Italia da cui era esclusa la Francia; l'ostilità di Venezia non era più pericolosa; si erano riacquistate Modena e Reggio. Rimanevano i legami contratti con la Francia, per il matrimonio di E. con Renata di Francia, sposata il 28 gennaio 1528 come garanzia dell'alleanza francese allora contratta dal padre, inoltre l'inclinazione per Francia del fratello Ippolito, a cui Francesco I, nel 1539, otteneva da Paolo III il cappello cardinalizio. La questione più urgente per Ercole era tuttavia quella di ristabilire i buoni rapporti col papa. Una prima visita a Roma nel 1535 fu fatta invano; nel 1539 riuscì invece al fratello suo, Francesco, di togliere il dissidio, su impegno di pagare alla curia 180.000 ducati d'oro. Segno di questa riconciliazione fu, oltre al cappello cardinalizio a Ippolito, la visita fatta da papa Paolo III nel 1543 a Modena, Reggio e Ferrara. Finché visse Francesco I re di Francia e l'Italia fu quasi tranquilla, E. poté godere una certa pace: di essa approfittò per fortificare Modena, il che causò la distruzione dei borghi e l'esodo di molte famiglie da Modena a Bologna. Intanto, continuava la politica di buoni rapporti con i due campi, tradizionale e necessaria agli Estensi, inviando aiuti a Carlo V in Germania contro la Lega Smalcaldica, ma andando a Torino nel 1548 a ossequiare il nuovo re di Francia Enrico II, suo nipote, e combinando con lui il matrimonio della sua primogenita Anna con Francesco duca di Guisa. La ripresa dell'attività militare francese con Enrico II (1551) ebbe ripercussioni anche per E., che, per eccessiva fiducia nella potenza di Francia, finì col trovarsi, malgrado la neutralità ufficiale, compromesso di fronte agl'imperiali, perché nel 1552 il primogenito Alfonso fuggiva in Francia a combattere presso il re suo cugino, e il cardinale Ippolito, come luogotenente del re di Francia in Italia, andava a governare Siena insorta: perciò ebbe occupato Brescello dagli Spagnoli. Quando Paolo IV si alleò con la Francia (1556), fu facile perciò ottenere l'adesione di E. all'alleanza, dato che il figlio Alfonso era sempre in Francia e a lui si prometteva il comando supremo della Lega in Italia. Grandi feste si vecero a Ferrara quando gli fu rimesso il comando, presto seguite da gravi preoccupazioni di fronte ai tardi aiuti francesi e al dirigersi poi di queste forze, condotte dal duca di Guisa, a Napoli, lasciando esposto agli attacchi spagnoli il nord d'Italia. E., che voleva invece fosse attaccato il Milanese, rinunciò al comando che gli spettava e, assalito in varie parti dei suoi stati, si preparò a uscire dalla lega antispagnola, giustificandosi anzitutto con Venezia, sospettosa di mire sul Polesine. Così, quando il papa, abbandonato dai Francesi, fece una pace separata, E. riuscì a sua volta per opera di Cosimo de'Medici duca di Firenze a concludere la pace con la Spagna il 18 maggio 1558, ottenendo la restituzione delle terre occupate. Fu atto prudente, perché a Cateau-Cambrésis, l'anno dopo, certo sarebbe stato sacrificato dalla Francia. Cosimo fu garante della pace e sua figlia Lucrezia venne data in moglie al primogenito di E., Alfonso. La lega era costata ad E. circa 300.000 scudi d'oro, anticipati per le truppe non pagate dalla Francia. Pochi mesi dopo la pace generale di Cateau-Cambrésis, il duca moriva (5 ottobre 1559) mentre il figlio era ancora in Francia. Da Renata di Francia aveva avuto 5 figli: Alfonso II, Luigi, arcivescovo di Ferrara e cardinale (morto nel 1586), Anna, duchessa di Guisa, Lucrezia, duchessa di Urbino (morta nel 1598), Leonora, a torto creduta amata dal Tasso (morta nel 1581). La moglie di E., Renata di Francia, si era convertita ben presto alle idee di Calvino; Ferrara si era tramutata in un centro di propaganda delle dottrine riformate. Tal fatto fu causa d'un dissidio fra i due coniugi: nel 1554, per obbedienza al papa, il duca confinò nel Palazzo Estense (oggi Pareschi) la moglie.
Bibl.: V. alle voci: este, ferrara.