EPICIDE ('Επικύδης, Epicȳdes)
Capitano cartaginese, nato a Cartagine da un esiliato siracusano. Nel 214 a. C.. fu mandato da Annibale a Siracusa, insieme col fratello Ippocrate, per stringere alleanza col successore di Gerone, Geronimo. Iniziatasi la guerra contro i Romani, E. ebbe l'incarico d'indurre alla rivolta le città da questi presidiate. La morte di Geronimo parve rendesse possibile un accordo coi Romani, e quindi inutile l'opera di E. Sennonché E. ed Ippocrate appoggiandosi alle classi povere e all'esercito, riuscirono a farsi eleggere strateghi con poteri assoluti. In seguito ad alcune provocazioni i Romani chiesero l'espulsione dei due fratelli dalla Sicilia ed espugnarono Leontini dove essi si erano fortificati. Fuggiti da Leontini a Siracusa, E. e il fratello convinsero l'esercito siracusano a rifiutare ogni proposta di pace. Siracusa fu assediata da Marcello. Nel 212 E., sentendosi malsicuro a Siracusa, si trasferì con i rinforzi cartaginesi ad Agrigento. Quando questa città fu espugnata nel 211, fuggì a Cartagine. Ippocrate era morto di peste a Siracusa nel 212.
Bibl.: Niese, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, col. 155 seg.; E. Pais, Storia di Roma durante le guerre puniche, II, Roma 1927, i; G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, ii, Torino 1917, passim.