ALFIERI, Enrico
Figlio di Guglielmo, consignore di Magliano, Enrico A. fu uno degli uomini politici astigiani più in vista nella seconda metà del sec. XIII e una delle figure storicamente più interessanti della sua famiglia.
Compare, per la prima volta, nelle trattative di tregua tra Asti e Carlo d'Angiò, il 21 febbr. 1260, come uno degli otto savi eletti all'uopo, e svolse poi una notevole attività politica e diplomatica in uno dei periodi più gloriosi della vita della sua città natale, coincidente con la fiera resistenza da essa opposta al primo tentativo di predominio degli Angioini in Piemonte. Nel 1263 fu podestà di Chieri; nel 1266, come uno dei procuratori e sindaci del Comune di Asti, trattò nuovamente con gli inviati di Carlo d'Angiò una tregua triennale che rinnovava accordi precedenti e stabiliva nuove condizioni. L'11 dic. 1269 egli fu uno degli arbitri eletti per definire le questioni vertenti tra la sua città e il conte Emanuele di Biandrate. In seguito, appare come testimone nei patti tra Asti e alcune località vicine (1271), credendario (1273, 1276, 1277) e sapiente del Comune (1275). Nel luglio 1275 confermò i patti tra Asti e il marchese Guglielmo VII di Monferrato, nel 1276 approvò quanto era stato stabilito con il marchese Enrico del Carretto e, nello stesso anno, ratificò la pace con Alba. Nel 1277 cedette al Comune di Asti quanto possedeva in Mombercelli e fu tra gli ambasciatori inviati a stabilire una tregua con Cuneo (13 sett. 1277). Ratificò, nel 1278, la pace con Tommaso di Savoia e fu ancora ambasciatore a Cuneo, per trasformare in pace e alleanza la tregua precedente. L'anno seguente, sempre ambasciatore del Comune, ratificò un nuovo trattato di tregua con Carlo I d'Angiò.
Amministrò in Magliano i beni propri e quelli del fratello e dei cugini fino al 1269, allorché si venne ad una divisione dei beni stessi.
Fonti e Bibl.: Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, II, Romae 1880, docc. n. 142, pp. 184 ss.; 260, pp. 306 ss.; 268, pp. 327 ss.; 479, pp. 480 ss.; III, ibid. 1880, docc. n. 652, pp. 669 ss.; 806, pp. 892 ss.; 907, pp. 1025 ss.; 944, pp. 1098 ss.; 945, pp. 1104 ss.; 946, pp. 1116 ss.; 950-952, pp. 1128 ss.; 977, pp. 1166 ss.; IV, ibid. 1886, n. 1023, pp. 44 ss.; G. Surra, Vicende della lotta tra il Comune astigiano e la Casa d'Angiò, Torino 1893, pp. 21, 33; E. Masi, Asti e gli Alfieri nei ricordi della villa di S. Martino, Firenze 1903, pp. 140-170; E. Casanova, Tavole genealogiche della famiglia Alfieri, Torino 1903, tav. I; G. M. Monti, La dominazione angioina in Piemonte, Torino 1930, p. 295; P. Sirven, Vittorio Alfieri, I, Parigi 1934, p. 100.