Indirizzo filosofico tedesco sviluppatosi negli ultimi due decenni del 19° sec., i cui massimi esponenti furono R. Avenarius ed E. Mach. L'e. voleva essere un empirismo 'critico', in quanto, a differenza del positivismo, intendeva determinare i limiti di validità della scienza; ma era anche un empirismo radicale, in quanto faceva dell'esperienza pura, sgombra di ogni elemento soggettivo e costituita dalle sensazioni, la base di ogni conoscenza. Su questa base si elevano i concetti scientifici, i quali non hanno un valore assoluto (non colgono la struttura ultima della realtà), ma sono 'utili' perché permettono di rappresentare e ordinare la complessità dei fatti (teoria 'economica' della scienza).