EMOGLOBINURIA
. È la presenza nell'urina d'emoglobina disciolta, proveniente dalla dissoluzione di così grandi quantità d'emazie nel circolo sanguigno da superare il limite di capacità del fegato e della milza di assumere e trattenere il pigmento così messo in libertà. Ciò suole avvenire in diverse intossicazioni (clorato di potassio, acido cloridrico, anidride arseniosa, sulfonal, fenacetina, ecc.) o infezioni, nella gravidanza, dopo ustioni, nella febbre malarica (un'emoglobinuria che subentra in malarici per lo più dopo cure chininiche intense), ma anche come quadro morboso a sé (emoglobinuria parossistica a frigore). L'urina è di color rosso bruno o nero brunastro (specialmente se l'emoglobina s'è trasformata per ossidazione in metemoglobina = metemoglobinuria), contiene molta albumina ma non emazie e il pigmento appare nel sedimento come granuli o cilindri. L'esame microscopico decide se si tratti d'ematuria o d'emoglobinuria, in quanto la prima è caratterizzata dalla presenza e la seconda dall'assenza di emazie; l'esame spettroscopico mette in evidenza le strie caratteristiche d'assorbimento dell'emoglobina.