DICKINSON, Emily
Poetessa nata a Amherst (Massachusetts) il 10 dicembre 1830 e morta ivi il 15 maggio 1886. Visse una vita priva d'eventi esteriori, a parte la crisi d'una repentina passione nel 1854, per un ecclesiastico più anziano e ammogliato, Charles Wadsworth, passione cui la D. reagì, soffocandola e conducendo da allora in poi vita segregata.
Solo quattro delle sue poesie furon pubblicate, non per sua iniziativa, mentre visse; solo con l'edizione postuma dei Poems, Boston 1890, s'iniziò lenta la fama, che doveva salire ad altezze prodigiose col 1924, in occasione della pubblicazione della sua vita e delle sue lettere, e più col 1929, alla scoperta di un cospicuo gruppo di poesie inedite (Further Poems). In uno stile audacissimo di modernità, talora involuto per troppa compattezza, talora diretto come grido dell'anima, le brevi poesie della D. costituiscono una delle più notevoli serie di confessioni liriche che la letteratura ricordi. Per molti critici, la D. è il più grande poeta americano dell'Ottocento, e il giudizio sarebbe meritato se la D. avesse sempre sostenuto il tono delle sue liriche migliori (There's a certain slant of light, If I shouldn't be alive, I gave myself to him, I felt a cleavage in my mind, ecc.).
Bibl.: The Poems of E. D., a cura di M. Dickinson Bianchi e A. Leete Hampson, Londra 1937; M. Dickinson Bianchi, The Life and Letters of E. D., New York 1924; E. e G. Cecchi, E. D., Brescia 1938.