SERVADIO, Emilio
– Nacque il 14 agosto 1904 a Sestri Ponente (Genova), primogenito di Cesare, dirigente della Navigazione generale italiana (NGI), e di Faustina Finzi, entrambi ebrei.
Manifestò precocemente propensione allo studio, alla musica e alle lingue straniere tanto che a 13 anni aveva già letto Les grands initiés: esquisse de l’Histoire secrète des religions di Edouard Schuré; contemporaneamente indagava il magnetismo animale di Franz Anton Mesmer, dedicandosi anche a lavori sull’ipnosi e la suggestione, nonché a tutto ciò che appartenesse all’occulto e al misterioso.
Le letture che perfezionarono la sua precoce ricerca e che orientarono i suoi interessi furono, a 18 anni, il Traité de métapsychique di Charles Robert Richet e l’Introduction à la psychanalyse di Sigmund Freud. Tali studi lo indussero, laureandosi in giurisprudenza nel 1926, a discutere una tesi di medicina legale sull’ipnotismo e la suggestione sottolineando l’interpretazione psicoanalitica del rapporto fra ipnotista e ipnotizzato. Da allora approfondì la psicoanalisi e la parapsicologia svolgendo un’attività pionieristica in questi settori che allora erano poco conosciuti in Italia e guardati con sospetto.
I fenomeni occulti faticavano, e tutt’ora faticano, a essere considerati argomenti meritevoli d’indagine scientifica e si dovette attendere fino al 1953 affinché fosse istituita in Europa una cattedra universitaria di parapsicologia. La psicoanalisi a quel tempo non era ancora nota in Italia e la sua diffusione era per lo più osteggiata: si assisteva alla crisi del positivismo e all’ascesa del neoidealismo, ma in ambito scientifico psichiatrico vigeva ancora un criterio decisamente organicista e anatomopatologico, di stampo lombrosiano che, al pari del neoidealismo, si opponeva all’orientamento freudiano.
Ciò spiega perché Servadio, prendendo spunto dall’annunciata pubblicazione del lavoro di Enrico Morselli sulla psicoanalisi, cominciasse già dal 1926 a pubblicare articoli sulla teoria freudiana sotto pseudonimo. Nel contempo continuò a diffondere i suoi contributi sulla psicologia, l’arte e la parapsicologia in varie testate nazionali ed estere, anche per riviste prestigiose quali Circoli, La Fiera letteraria e L’Italia letteraria (firmandoli o usando pseudonimi).
Avendo raggiunto una discreta popolarità, nel marzo del 1928 lasciò Genova per trasferirsi a Roma perché chiamato a collaborare con l’Istituto della Enciclopedia Italiana dove – godendo della stima di Giovanni Gentile, Ugo Spirito e Guido Calogero – riuscì a proporre voci (tra cui Ipnotismo, Spiritismo, Telepatia) che rispecchiavano i suoi originali interessi anche se talvolta non del tutto conformi con l’impostazione neoidealista e cattolica dell’opera.
Le voci da lui redatte furono pubblicate fino al 1938 nell’Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti e nell’Appendice I per poi riprendere nel dopoguerra fino al 1994. Parallelamente al notevole impegno profuso all’Enciclopedia, pubblicò Licheni (Torino 1929), un libro di versi che riscosse apprezzamenti e lodi nell’ambiente letterario genovese (dove egli era già noto frequentando dal liceo la Società di letture e conversazioni scientifiche), cui seguì il saggio La ricerca psichica (Roma 1930) con il quale ottenne popolarità nel settore parapsicologico anche negli Stati Uniti.
All’Istituto della Enciclopedia Italiana, nel frattempo, era stato incluso nel corpo redazionale dell’opera e aveva così anche il compito di vagliare tutto ciò che arrivava in redazione dai vari collaboratori riguardo la psicologia, la psicoanalisi, la parapsicologia. Per suo interessamento le voci Sogno - Teorie sul sogno e Psicoanalisi furono affidate al triestino Edoardo Weiss, unico italiano ad aver ricevuto una regolare analisi. Trasferitosi nel 1931 a Roma, Weiss raccolse a casa sua settimanalmente un piccolo gruppo di persone per leggere e studiare i testi di Freud, desideroso di formare nuovi allievi: Servadio, oltre a essere un assiduo frequentatore di queste riunioni, si sottopose con lui per due anni a un’intensa analisi didattica.
Weiss, che aveva accettato la presidenza della Società psicoanalitica italiana (SPI), fondata a Teramo nel 1925 da Marco Levi Bianchini che ne rivestiva la carica di segretario, spostò, con il sostegno del gruppo da lui composto, nel 1932 la Società a Roma lasciando a Levi Bianchini la nomina di presidente onorario ad vitam.
Servadio collaborò al progetto di Weiss di incrementare e divulgare la psicoanalisi: s’impegnò per la difesa e la diffusione della teoria freudiana, presenziò nel 1932 al debutto della Rivista italiana di psicoanalisi, soppressa dalla dittatura fascista solo dopo due anni, e aderì alla collana Biblioteca psicoanalitica internazionale - Serie italiana, per cui tradusse Il Mosè di Michelangiolo di Freud, nonché, scrivendone anche la prefazione, l’Introduzione alla psicoanalisi per educatori. Quattro lezioni di Anna Freud. Partecipò come auditore al Congresso internazionale di psicoanalisi di Wiesbaden (1932) e come relatore a quello di Lucerna (1934) dove presentò in lingua tedesca l’audace relazione Psychoanalyse und Telepathie.
In questo lavoro Servadio, esaminando le comunicazioni telepatiche tra analista e paziente, concentrò l’attenzione sulla relazione analitica e perciò fu considerato un anticipatore degli studi sul ‘controtransfert’ dato che queste indagini presero il via dopo il 1950. Tale relazione fu poi pubblicata nella rivista Imago, che era stata diretta da Freud, con ciò confermando la sua tendenza a coniugare gli aspetti psichici con quelli paranormali e affrontare argomenti parapsicologici su riviste di psicoanalisi e, nel contempo, proporre lavori psicoanalitici a testate di parapsicologia.
Da sempre contrario all’indagine spiritica in quegli anni in voga, e sostenendo la necessità di una rigorosa metodologia anche riguardo gli studi sui fenomeni paranormali, fondò nel maggio del 1937 con altri tre studiosi la Società italiana di metapsichica (SIM), divenuta nel dopoguerra Società italiana di parapsicologia (SIP).
Nel 1938 a causa delle leggi razziali, incoraggiato da Ernest Jones a svolgere un’attività pionieristica in un Paese in cui non vi erano analisti, Servadio emigrò in India e si recò a Bombay (oggi Mumbay), affascinato dall’arte, dalla spiritualità e dalla cultura indiana. Riconobbe parallelismi fra la psicoanalisi e lo yoga e venne ammesso a frequentare lo Yogic health centre dove venivano studiate sotto il profilo medico e psicofisiologico le tecniche yogiche.
Nello stesso anno del suo arrivo in India fu nominato sia professore honoris causa per la psicologia dell’Andhra research university (affiliata all’Università di Madras), sia analista didatta della Società psicoanalitica indiana che era stata fondata a Calcutta nel 1922 dal medico Girindrasekhar Bose, un analista autodidatta con il quale Servadio era già stato in corrispondenza. Invitato a tenere conferenze nei circoli universitari, fu notevolmente apprezzato, ma soprattutto contribuì alla crescita della Società psicoanalitica indiana formando nuovi psicoanalisti. Con l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania, essendo l’India un protettorato britannico, si ritrovò a essere confinato fra il giugno del 1940 e il settembre del 1944 in vari campi d’internamento, dove, nonostante le condizioni di vita estreme, continuò a tenere conferenze e a organizzare eventi culturali.
Nel gennaio del 1946 fece ritorno in Italia, dove apprese dai genitori e dal fratello Mario la notizia della morte della sorella Letizia e del cognato nel campo di concentramento di Auschwitz. Riprese la sua collaborazione con l’Istituto della Enciclopedia Italiana e, recuperati i contatti con gli altri psicoanalisti, s’impegnò con i suoi colleghi a ricostituire ufficialmente la SPI – soppressa dalla dittatura fascista – e a organizzare il primo Congresso italiano di psicoanalisi. Si dedicò alla formazione di nuovi psicoanalisti e alla divulgazione della teoria freudiana. Tenne da allora numerose conferenze scientifiche e divulgative, sia nazionali sia internazionali, scrisse articoli riguardo la psicoanalisi, la parapsicologia, lo yoga e la sessuologia, coniugando tale attività con impegni radiofonici settimanali dapprima sulla Rete rossa RAI (antesignana del secondo programma radiofonico), poi sul terzo programma, sottolineando in particolare l’apporto della teoria freudiana alla clinica, alla letteratura, al teatro, alla musica, al cinematografo. Fra le varie radioconversazioni merita ricordare Il convegno dei cinque, che nel 1946 Servadio aveva proposto alla Radio RAI di Roma, e la rubrica Mezzanotte (gennaio-aprile 1949) ideata con alcuni parapsicologi con i quali aveva ricomposto la SIM.
Nel gennaio del 1951 sposò una giovane vedova, Clara Valloscuro, che aveva conosciuto al suo rientro in Italia e ne adottò la figlia Alberta Bernardoni.
Sempre nel 1951 curò la traduzione, scrivendone la prefazione, dei testi di Freud Inibizione, sintomo e angoscia e Sommario di psicoanalisi, per poi continuare nel 1953 con la nuova edizione di Totem e tabù, già tradotta da Weiss nel 1930. Seguitò poi a scrivere prefazioni di opere psicoanalitiche come La psicoanalisi: manuale per medici e psicologi di Edward Glover, Volti e maschere dell’inconscio: la giornata di uno psicoanalista di Ludwig Eidelberg, Psicoanalisi e bambini di Anna Freud, Psicologia della donna nell’adolescenza. Studio psicoanalitico e Psicologia della donna adulta e madre. Studio psicoanalitico, entrambi di Helene Deutsch, e si occupò di recensire importanti opere.
Nel 1953 pubblicò a Torino, in collaborazione con Carlo Bo, il saggio La psicoanalisi - Il surrealismo e partecipò a importanti convegni nazionali e internazionali, fra cui la prima Conferenza internazionale di parapsicologia indetta dalla Parapsychology Foundation (Utrecht, 30 luglio - 5 agosto), con la relazione Psychologie des profondeurs et parapsychologie, e alla Conferenza degli psicoanalisti di lingue romanze (Roma, 21-23 settembre) con l’incisiva relazione Rôle des conflits préœdipiens attraverso la quale incentrò l’attenzione sulle teorie psicoanalitiche della Scuola inglese e americana, tematiche allora ancora poco conosciute in Italia.
Proseguì l’indagine su casi di telepatia all’interno del setting analitico esponendo, nel 1954, la relazione Le conditionnement transférentiel et contre-transférentiel des événements «Psi» au cours de l’analyse al Congresso internazionale di psicoterapia a Zurigo (20-24 luglio) e, nel campo della sessuologia, concorse all’avvio dell’International Journal of sexology pubblicandovi articoli fin dal primo numero.
Nel 1955 a Milano dette alle stampe per Garzanti il volume Il sogno, coadiuvò le principali riviste di psicoanalisi e specialistiche del mondo divulgando numerosi saggi scientifici e collaborò a diversi giornali e periodici non tecnici.
Nel 1956, centenario della nascita di Freud, si recò ad Haiti per tenere alcune lezioni e tre conferenze sulla psicoanalisi alla facoltà di medicina dell’Università di Port-au-Prince, e colse l’occasione durante questo soggiorno per investigare in loco i riti vodù.
Fu assiduo frequentatore di Le Piol, ospite del Centro europeo della Parapsychology Foundation, a Saint Paul de Vence, dove spesso presiedeva le riunioni commentando e riassumendo con acume e sensibilità i lavori degli altri partecipanti. Godendo sempre più della stima della Fondazione americana di parapsicologia, nel 1957 ottenne da questa un cospicuo finanziamento necessario per realizzare lo studio interdisciplinare sui maghi-guaritori lucani, progettato con Ernesto De Martino ed effettuato con lui e con il medico igienista Mario Pitzurra.
Le competenze di Servadio abbracciarono vari ambiti e le sue conoscenze, grazie anche a una capacità mnemonica eccezionale, raggiunsero livelli enciclopedici. Con linguaggio lineare e accessibile a tutti, trattò argomenti delicati e profondi in molteplici ambiti del sapere. Raccogliendo in ordine alfabetico articoli giornalistici della sua vastissima produzione, Servadio pubblicò La psicologia dell’attualità (a cura di G. Vigorelli, Milano 1961), in cui affrontò tematiche psicologiche e interpretò, secondo l’ottica freudiana, vari eventi e personaggi della vita, della quotidianità e della cronaca.
Nel 1962 si costituirono due gruppi a Roma presieduti da Servadio (Centro psicoanalitico di Roma) e da Nicola Perrotti (Centro di psicoanalisi romano) e un terzo a Milano gestito da Cesare Musatti, che si occupavano autonomamente della preparazione degli allievi della Società psicoanalitica italiana di cui Servadio fu presidente dal 1963 al 1969, anno in cui ottenne che si tenesse il primo congresso dell’International Psychoanalytical Association a Roma.
Gli interessi nel campo della psicofarmacologia e delle sostanze allucinogene nacquero dal desiderio di studiare gli stati alterati di coscienza e lo stimolarono, dall’inizio degli anni Sessanta, a testare particolari droghe su se stesso e su altri per poi comunicare le sue esperienze, come nella monografia – redatta con Roberto Cavanna – ESP Experiments with LSD-25 and psilocybin: a methodological approach (con introduzione di Ch.T. Tart, New York 1964) o tramite svariati articoli e convegni. Somministrò l’LSD, sotto controllo medico e con sua supervisione alla fine del trattamento analitico, sia ad alcuni pazienti a fini terapeutici sia ad alcuni suoi allievi per far meglio comprendere gli stati psicotici.
Pur non essendo un medico, fu nominato nel 1962 membro onorario della Academy of psychoanalysis (aperta ai soli laureati in medicina) e fu accolto come affiliated member della Royal Society of medicine di Londra.
Approfondì sempre più il campo della sessualità: fu un anticipatore nel sostenere la necessità dell’educazione sessuale nelle scuole; parlò esplicitamente di omosessualità e di perversioni; si occupò della sessualità femminile e di erotismo. Nel 1969 offrì la sua consulenza scientifica a documentari come Nel labirinto del sesso di Alfonso Brescia e Sesso in confessionale di Vittorio De Sisti. Fra il 1970 e il 1979 pubblicò tre libri di sessuologia: L’educazione sessuale (Napoli 1970), Psiche e sessualità (Roma 1972) e Sesso e psiche (Milano 1979) e scrisse articoli attinenti al campo su giornali e riviste nazionali e straniere. Pubblicò inoltre Passi sulla via iniziatica (Roma 1977), manifestando la sua profonda conoscenza nei diversi ambiti esoterici. Rimase vedovo nel 1982 e, nello stesso anno, ottenne importanti riconoscimenti come la nomina a presidente onorario della SPI e la nomina a grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
Dalla metà degli anni Ottanta, Servadio riprese a pubblicare libri di versi (Poesie d’amore e di pena, Firenze 1985; Poesie del sogno e dell’estasi, Firenze 1988; Poesie del cuore e del cielo, Firenze 1989; Poesie dell’aria e del fuoco, Firenze 1991; Poesie della spada e della rosa, Firenze 1993; Poesie del vento e della luce, Firenze 1994) con i quali vinse svariati premi letterari e ottenne prestigiosi elogi.
Con semplicità ed eleganza lessicale, svolse la sua attività di scienziato, scrittore, poeta e conferenziere per oltre settant’anni. Fu impegnato in un’incessante attività di studio, di sperimentazione, di pubblicazioni e di conferenze dimostrando, fino alla fine, la grande lucidità del suo pensiero libero, originale e innovatore.
Continuando la sua attività di analista e di supervisore, ebbe in cura numerosi pazienti tra cui illustri personaggi del mondo culturale, artistico o scientifico. Vide con soddisfazione tanti suoi allievi diventare analisti didatti e raggiungere ruoli di spicco all’interno della SPI e costituì, nel 1992, con un piccolo gruppo di colleghi, l’Associazione italiana di psicoanalisi di cui fu presidente onorario conservando la stessa carica alla SPI.
Riguardo la parapsicologia, la psicoanalisi e la sessuologia, Servadio spese la sua lunga vita per istruire e aggiornare i lettori diffondendo informazioni chiare, dotte e precise offrendole a quotidiani e riviste sia scientifiche sia divulgative, spesso sfatando luoghi comuni. Fu alla presidenza o tra i più importanti relatori in numerosi congressi scientifici italiani e internazionali. Il suo impegno gli fece ottenere il massimo riconoscimento attribuibile a uno studioso di parapsicologia: fu infatti il primo studioso italiano nonché il settimo al mondo a ricevere dalla Parapsychology Foundation il Career Achievement Award (Amsterdam, 1994).
Morì in una clinica romana il 18 gennaio 1995, ed è sepolto nel Cimitero acattolico di Roma.
Opere. Oltre alle opere citate nel testo si ricordano: La psicoanalisi in Italia, in Rivista di psicoanalisi, XI (1965), 1, pp. 3-8; prefaz. a E. Weiss, Sigmund Freud come consulente, Roma 1971, pp. 7-12; Il movimento psicoanalitico in Italia, in Rivista di psicoanalisi, XXII (1976), 2, pp. 162-168; La psicoanalisi in India: una semi-autobiografia, in Rivista di psicoanalisi, XXXIII (1987), 3, pp. 429-432; Dall’ipnosi alla psicoanalisi, intervista di G. Errera, Firenze 1990; Noi, isolati pionieri della psicanalisi. Nel nome di Freud: la Società italiana ha compiuto 60 anni, in Messaggero veneto, 16 febbraio 1992. Inoltre un elenco completo dei testi di Servadio è consultabile sul sito www.emilioservadio.it, dove si può trovare anche il riferimento ad alcune sue pubblicazioni, la quasi totalità delle quali è conservata nell’Archivio Emilio Servadio a Roma.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio Emilio Servadio (si tratta di archivio privato: si può consultare solo su appuntamento, per ragioni di studio o di ricerca, tramite la Soprintendenza archivistica del Lazio).
M. David, La psicoanalisi nella cultura italiana, Torino 1966, ad ind.; G. Zorab, Omaggio a E. S. nel suo 70° compleanno, in Rassegna italiana di ricerca psichica, 1973-1974 (vol. unico), pp. 137-143; E. Gaddini, I settanta di E. S.: un Tributo, in Rivista di psicoanalisi, XX (1974), 1, pp. 5-13; A. Carotenuto, Jung e la cultura italiana, Roma 1977, ad ind.; Le due Gradive. Notizie sull’attività della Società psicoanalitica italiana, a cura di P. Bellanova - A. Bellanova, Roma 1982, ad ind.; G. Gagliardo, I padri della psicoanalisi in Italia: E. S. Passi della memoria (documentario-intervista), Istituto Luce, Roma 1985; Appunti di volo. La musica di E. S., intervista radiofonica andata in onda su Rai RadioTre in data 15 gennaio 1994; B. Puma, L’impegno e la passione, in La riviera ligure, XV (2004), 45, pp. 8-18; P. Roazen, Edoardo Weiss. The house that Freud built, New Brunswick (N.J.) 2005, ad ind.; E. De Martino, Ricerca sui guaritori e la loro clientela, Lecce 2008, ad ind.; T.A. Figliuzzi, Psicologia e paranormale. Un esame storico-epistemologico, Ariccia 2008, ad indicem.