DE MARCHI, Emilio
Nacque a Voghera (Pavia) il 6 genn. 1856 da Carlo e da Teresa Peani. Dotato di bella voce tenorile, abbandonò la carriera militare (era tenente dei bersaglieri) per dedicarsi a quella musicale ed esordì al teatro Dal Verme di Milano ai primi di maggio del 1886 nella Traviata di G. Verdi. Il debutto fu più che mai felice e riscosse pieni consensi dal pubblico e dalla critica. Le eccezionali doti vocali, l'intelligenza musicale e la presenza scenica gli permisero una immediata affermazione e costanti successi lungo tutto l'arco della carriera. Il 29 maggio, sempre al teatro Dal Verme, partecipò alla prima rappresentazione de La cieca di E. Cavazza, ad agosto fu a Bergamo nella Gioconda di A. Ponchielli, poi al teatro Guidi di Pavia nella Favorita di G. Donizetti, al teatro Comunale di Bologna (ottobre-novembre) in Un ballo in maschera (Riccardo) di G. Verdi e Carmen (don José) di G. Bizet. Nel 1887 ripresentò Carmen al politeama di Palermo e La Gioconda al teatro Dal Verme, dove il 15 giugno prese parte alla prima esecuzione di Colomba di V. Radeglia. Nei mesi di ottobre-dicembre fu al teatro Costanzi di Roma in undici rappresentazioni di Mefistofele di A. Boito, una delle opere più frequenti nel suo repertorio, in cui poteva far sfoggio della sua voce dal timbro limpido e intenso e di smaglianti sonorità nel settore acuto. L'anno successivo cantò al teatro S. Carlo di Napoli (Le Villi di G. Puccini), al teatro Argentina di Roma (Lucia di Lammermoor di G. Donizetti), al politeama di Palermo (Faust di C. Gounod Bianca di P. A. Tasca), al teatro del Giglio di Lucca (Mefistofele, Lucrezia Borgia di G. Donizetti), infine al teatro Carignano di Torino (Rigoletto di G. Verdi, Mignon di A. Thomas), sempre con riconoscimenti anche della critica, che sottolineò il, miglioramento delle qualità interpretative e la capacità di modellare la voce non solo nel registro acuto.
All'inizio del 1889 cantò ancora al Dal Verme di Milano nella Lucia di Lammermoor, poi si recò in Spagna per esibirsi al teatro Liceo di Barcellona nel Trovatore di G. Verdi e, nel febbraio-marzo 1890, al teatro Principal di Valenza nella Gioconda e nel Lohengrin di R. Wagner. Fra il dicembre 1890 e il febbraio 1891 fu al teatro Comunale di Trieste in Mefistofele, Cavalleria rusticana di P. Mascagni, Simon Boccanegra di G. Verdi. Nonostante alcune riserve mosse nei confronti del suo approccio a quest'ultima opera verdiana, essendo il D. tenore più lirico che drammatico, fu accettata indiscutibilmente la sua capacità tecnica, che gli permise di aggiungere al repertorio lirico-leggero anche opere di più impervia vocalità, fino a primeggiare nelle parti del nuovo stile verista.
Ad aprile-maggio replicò Gioconda al teatro Liceo di Barcellona, quindi al teatro Brunetti di Bologna (ottobre), cantò nella prima rappresentazione di Vindice di U. Masetti e ancora in Lohengrin. Affermatosi ormai fra i grandi tenori della sua generazione (G. Cremonini, F. De Lucia, A. Garulli, F. Valero, F. Viñas), nel 1899 fu diretto da A. Toscanini al teatro alla Scala di Milano in Ugonotti di G. Meyerbeer, I maestri cantori di R. Wagner e Il re di Lahore di J. Massenet. All'apice del successo, fu uno dei grandi protagonisti nella prima esecuzione di Tosca di G. Puccini, data al teatro Costanzi di Roma il 14 genn. 1900 (Tosca fu H. Darclée, Scarpia E. Gilardoni). Si esibì ancora in Tosca in quell'anno a Torino e a Buenos Aires (dove cantò anche nel Trovatore e in La forza del destino di G. Verdi), riscuotendo ovunque un successo tale da fargli reggere il confronto con altri grandi interpreti di Cavaradossi quali E. Caruso, G. Borgatti e A. Bassi.
"...un prodigio di tesori vocali. Facile, instancabile, coscienzioso, spontaneo timbro che scende dalle vette tenorili più ardue e più argentine, alle sfumature più calde e rotonde del diapason baritonale. Esecuzione scenica non meno elegante e coscienziosa" (in Gazzetta musicale di Milano, LV [1900], p. 135);"Emilio De Marchi, nella parte di Cavaradossi... giustifica i trionfi riportati in Italia. Possente nella voce, prestante nella persona, energico nella dizione, egli è un Mario ideale ..." (ibid., p. 409).A settembre del 1900 fu a Rio de Janeiro in Lohengrin. Cantò al teatro S.Carlos di Lisbona e al Covent Garden di Londra nel 1901 al Metropolitan di New York nelle stagioni 1901-02 e 1902-03, all'Opéra-Comique di Parigi nel 1904. Ebbe in repertorio L'Africana di G. Meyerbeer, Pagliacci di R. Leoncavallo, Manon Lescaut di G. Puccini, Edmea di A. Catalani, Ernani di G. Verdi, La Vestale di G. Spontini. Altre prime rappresentazioni cui prese parte furono Tarass Bulba di A. Berutti (teatro dell'Opera di Buenos Aires, 1895) ed Ero e Leandro di L. Mancinelli (teatro Reale di Madrid, 1897).
Si ritirò dalle scene nel 1909. Morì a Savona il 20marzo 1917.
Fonti e Bibl.: Notizie in Gazz. musicale di Milano, XLI (1886) pp. 145, 151, 392; XLII (1887), pp. 7, 144, 184, 190, 359;XLIII (1888), pp. 24, 113, 209, 246, 360, 364, 412 s., 456 s.; XLIV (1889), pp. 20, 135, 805; XLV (1890), pp. 99, 164;XI-VI (1891), pp. 106, 154, 234, 267, 330, 365 s. 604, 667, 715, 843;LII (1897), p. 703; LV (1900), pp. 27, 33 ss., 135, 144, 349, 392, 409, 421, 481, 568; Boll. dell'Ist. di studi verdiani, Parma 1960, I, 3, pp. 1163, 1513; Due secoli di vita musicale. Storia del teatro Comunale di Bologna, a cura di L. Trezzini, Bologna 1966, I, p. 27; II, p. 114; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, IV, Roma 1978, pp. 17, 42, 71; Il teatro dell'Opera di Roma ex Costanzi, a cura di L. Bragaglia, Roma 1979, p. 8; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 251; Encicl. dello spett., IV, col. 446; Enc. della musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 269; La Musica, Diz., I, p. 510; Storia dell'opera, III, 1, Torino 1977, p. 381; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, II, p. 455.