ERRERA, Emilia
Nacque il 15 maggio 1866 a Trieste da Cesare, veneziano, e da Luigia Fano. Si diplomò maestra a Venezia e frequentò l'Istituto di magistero a Firenze, dove ebbe per docenti P. Villari ed E. Nencioni, che favorirono le sue inclinazioni per la storia e la letteratura.
In particolare il Nencioni, tra l'altro conoscitore e interprete di scrittori inglesi, fu probabilmente all'origine dell'interesse della E. per un autore come Ch. Dickens. Al Nencioni la ex allieva dedicherà un articolo commemorativo (Ilmaestro, in IlMarzocco, 13 maggio 1900), colmo di riconoscenza e rivelatore dei suoi principi didattici, che la E. a sua volta volle trasmettere: la letteratura doveva essere intesa come materia viva, capace di suscitare emozioni e grandi sentimenti. Non a caso le immagini da lei accostate alla letteratura sono quelle di "luce", "calore", "fiamma di vita".
Abilitata nel 1887 con lode all'insegnamento nelle scuole secondarie, iniziò la carriera scolastica come aiuto del professore di italiano alla scuola normale. Successivamente, abilitatasi all'insegnamento di storia e geografia, passò alla scuola tecnica commerciale, rifiutando incarichi migliori fuori Firenze per non lasciare sola la madre. Intanto prese a collaborare ad alcune riviste, tra cui la Rassegna nazionale, la Rivista per le signorine, Cordelia, Albo per la giovinezza, Letture per le giovinette, Biblioteca per l'infanzia.
Sulla Rassegna nazionale di Firenze (16 giugno 1890, pp. 620-688) pubblicò un saggio di carattere storico-letterario sulle Filippiche di Alessandro Tassoni. L'opera, dalla E. con sicurezza attribuita al Tassoni, è introdotta da un ampio esame dell'ambiente e dei fatti che la originarono, in particolare i rapporti dell'autore con la casa Savoia. I sentimenti di patria, di libertà, insieme all'idea precorritrice dell'Italia unita, appaiono essere scopertamente le ragioni della sua simpatia per l'autore. Nel saggio successivo, La pietra del paragone politico di Traiano Boccalini (Milano 1891), la E. procede con maggiore distacco: A. Orvieto definì la sua analisi "la più minuta e fedele che s'abbia" (nella Prefazione alla raccolta postuma degli scritti della E., p. VII).
Alla morte della madre la E. raggiunse le sorelle a Milano, accontentandosi di un incarico presso la scuola preparatoria alla scuola normale. Due anni dopo, nel 1892, insegnò storia e geografia alla scuola tecnica "G. B. Piatti", poi lingua italiana nella scuola tecnica femminile, per tornare poi alla "Piatti". Morì per una polmonite il 12 dic. 1901 a Milano.
Tra i pochi scritti della E., impegnata più dal ruolo di insegnante che da quello di scrittrice, importante è il saggio biografico-critico su Charles Dickens. Apparso sulla Rivista per le signorine (15dic. 1895 e 15 giugno 1898) e su Il Marzocco (4 febbr. 1900: Cimiteri campestri nei romanzi di Dickens), fornisce indicazioni sul punto di vista spiccatamente morale con cui la E. guardava alla letteratura. Trovava rassicurante che l'autore di Oliver Twist non avesse esitazioni a tracciare una linea netta tra "bene e male", tra personaggi del tutto positivi e personaggi esclusivamente negativi; e ne apprezzava l'umorismo e il sentimento di speranza. Per le stesse qualità educative rivolse la sua attenzione al contemporaneo scrittore E. De Marchi (in Il Marzocco, 17 febbr. 1901).
Direttamente legati all'esperienza didattica furono il volume in collaborazione con la sorella Rosa su Voci e modi errati. Saggio di correzione d'idiotismi e d'altri errori dell'uso milanese, Milano 1898, e l'articolo Sull'insegnamento della storia nelle scuole secondarie apparso sul Marzocco (22 e 29 dic. 1901; 2 febbr. 1902). La E. auspicava che nell'insegnamento della storia si ponesse maggiore attenzione alle epoche e ai prodotti di pace piuttosto che agli aspetti militari, e in tal senso tracciava una proposta di programma per le scuole tecniche.
Gli scritti della E. furono raccolti dal fratello Carlo e dalle sorelle nel volume postumo Carlo Dickens ... (e altri scritti), con prefazione di A. Orvieto, Bologna 1903.
Fonti e Bibl.: Necrol. in Il Marzocco, 22 dic. 1901, p. 1; A. G., E. E., Milano 1902 (estr. dalla Rivista per le signorine, maggio 1902); In memoria di E.E., 1866-1901: commemor. e discorsi pubblicati per cura della scuola tecnica Piatti di Milano, Milano 1902; C. Polizzi, La letteratura per l'infanzia, Bresso 1966, p. 116; A. Norsa, Tre donne che hanno onorato l'ebraismo ital.: le sorelle Errera, in La Rass. mensile di Israel, XLI (1975), 1-2, pp. 42-55, 108-121.