JONA, Emanuele
Nato a Biella il 1° ott. 1860, si laureò in ingegneria a Torino, nel 1885, con G. Ferraris e successivamente si perfezionò all'Institut Montefiore di Liegi. Dal 1886, per 33 anni, esercitò la professione di ingegnere elettrico presso la Società Pirelli, occupandosi di cavi sottomarini e raggiungendo in tale ambito notorietà mondiale.
La Pirelli aveva iniziato la produzione di cavi già nel 1878, ottenendo dopo qualche anno dal ministero dei Lavori pubblici l'incarico di realizzare un progetto relativo all'allacciamento telegrafico di alcune isole minori con il continente. A tal fine, già nel 1885, si costruì un apposito stabilimento a La Spezia e si commissionò a un'industria navale scozzese la costruzione di un piroscafo posa-cavi, il "Città di Milano". La Pirelli si rivolse poi a Galileo Ferraris, per ottenere indicazione circa un promettente neolaureato da impiegare in ruoli dirigenziali nello sviluppo del programma dei cavi elettrici. Fu così che lo J. - appena perfezionato a Liegi - nel gennaio del 1886 iniziò la sua attività presso la neocostituita Pirelli-Cavi, assumendone ben presto la direzione generale e, con eguale rapidità, occupando nella professione una posizione di primo piano a livello internazionale.
Nel gennaio del 1887, l'eccidio di Dogali indusse il governo italiano a collegare telegraficamente i suoi possedimenti sul Mar Rosso all'Italia, usufruendo della limitrofa rete telegrafica sottomarina inglese. Data l'urgenza del lavoro, e in attesa che fosse completamente allestito il "Città di Milano", le maestranze e le apparecchiature affidate allo J. furono caricate su una nave della Eastern Telegraph Company, allora la più potente società inglese nel settore dei cavi. Per lo J. e la sua équipe questo esordio rappresentò l'occasione per iniziare il necessario e rigoroso addestramento sul campo. La posa del cavo Massaua-Assab-Perim, di 600 km, fu ultimata nel marzo di quello stesso anno. A essa fece subito seguito il progetto Genala: 13 linee per un totale di 820 km. La qualità del lavoro eseguito, anche in ragione della rapidità dell'esecuzione stessa, destò l'ammirazione dei tecnici di tutto il mondo. La fiducia che lo J. seppe ispirare fu tale che la stessa Eastern Telegraph Company gli affidò in seguito, attraverso la Pirelli, delicati e importanti compiti in casi particolarmente difficili e rischiosi.
Nel 1912 sotto la direzione dello J., la Pirelli effettuò la posa di un cavo sottomarino Sardegna-continente per uso militare, e di altri 900 km di cavi con altre isole. In anni successivi vennero poi allocati i cavi attraverso lo stretto di Messina, quello Fiumicino-Terranova con la Sardegna, una linea militare con l'Albania e le connessioni Siracusa-Tripoli e Siracusa-Bengasi. Infine, negli anni 1913-14, furono realizzate le connessioni Brindisi-San Giovanni e Napoli-Palermo, per altri 2130 km.
Di particolare rilievo furono le operazioni di riparazione compiute, a partire dal 1887, sulla rete italiana già esistente. Tra queste merita attenzione, per la complessità e la delicatezza delle operazioni che si resero necessarie, la riparazione del cavo Otranto-Valona. Immerso in maniera fortunosa nel 1859-60 per conto del governo borbonico, esso comportò la messa a punto di difficili procedure di localizzazione del guasto e di rimozione del medesimo su apparecchiature assai vecchie e mal posate.
Il piroscafo "Città di Milano", sotto la guida dello J., fu in grado di portare a termine per conto del governo spagnolo il collegamento Tarifa-Tangeri, con la sostituzione di cavi già posati e più volte distrutti dalla forte corrente del golfo di Gibilterra. Durante la guerra italo-turca, lo stesso "Città di Milano" fu impiegato nel difficile compito di tagliare i cavi turchi nella vicinanza dei forti che presidiavano i Dardanelli.
Nel triennio 1906-08 lo J. fu segretario e poi presidente dell'Associazione elettrotecnica italiana (AEI), contribuendo con innovazioni statutarie e la definitiva assegnazione della sede in Milano alla rinascita dell'associazione, che nel congresso di Torino del 1911 ottenne la definitiva consacrazione in campo internazionale.
I contributi scientifici dello J. riguardano principalmente i fondamentali problemi tecnici dell'isolamento elettrico dei cavi (Sulle prove dei cavi per correnti ad alta tensione, in L'Elettricista, 1893, pp. 129-133; Trasformatori per altissime tensioni, ibid., 1896, pp. 173-176).
Per svolgere tale indagine lo J. integrò la propria sensibilità applicativa di tecnico con la rigorosa formazione teorica dell'insigne matematico T. Levi Civita. Il risultato finale, esito di una collaborazione tanto proficua quanto rara nell'Italia del tempo tra un fisico matematico e un ingegnere, fu cruciale e si tradusse nella formulazione teorica e realizzazione di un particolare cavo multistrato denominato "cavo graduato". È merito indiscusso dello J. aver individuato, nella forma ancor oggi impiegata, la soluzione del problema di rendere più uniforme la distribuzione spaziale del gradiente elettrico attraverso lo strato isolante (cfr. T. Levi Civita, Sopra un problema di elettrostatica che interessa la costruzione dei cavi, in Il Nuovo Cimento, s. 5, VII [1904], pp. 187-195; E. Jona, Limitazioni necessarie alle prove degli isolamenti ad alte tensioni alternative, in Atti dell'Associazione elettrotecnica italiana, VII [1904], pp. 195-220). Le ricerche dello J. riguardarono anche i trasformatori necessari a operazioni di misura e di collaudo dei cavi, che dovevano essere in grado di fornire tensioni secondarie particolarmente elevate e nel contempo ampiamente regolabili in ampiezza. Anche in questo ambito lo J. contribuì con la progettazione di apparecchiature che fornivano una tensione secondaria sino a 320 kV, presentate all'Esposizione di Milano del 1906.
Accanto agli interventi in riviste italiane quali l'Elettricista, l'Elettrotecnica e gli Atti dell'Associazione elettrotecnica italiana, va ricordata la sua relazione sul calcolo dei gradienti negli isolanti del cavo multistrato presentata al congresso di Saint Louis del 1904. In quell'occasione, il suo lavoro, frutto della collaborazione con Levi Civita, fu giudicato la migliore memoria sull'argomento (cfr. E. Jona, Insulating materials in high-tension, in Transactions of the International Electrical Congress, Saint Louis… 1904, Albany, NY, 1905, II, pp. 550-569). Altrettanto importante fu il suo manuale Cavi telegrafici sottomarini. Costruzione, immersione, riparazione (Milano 1896).
Il 16 giugno 1919 lo J. trovò la morte con tutti i 26 uomini del suo equipaggio e del suo gruppo di ricerca, nel naufragio del "Città di Milano", in seguito all'incaglio in uno scoglio sottomarino a breve distanza dall'isola di Filicudi.
Fonti e Bibl.: M. Ascoli et al., Solenne commemorazione di E. J., tenuta nell'adunanza del 14 genn. 1920 nell'aula magna del liceo Beccaria, Milano 1920, pp. 47-52; D. Barbone, L'Archivio storico della Pirelli, in Archivi e imprese, I (1990), pp. 8-19; R. Maiocchi, in Storia dell'industria elettrica in Italia, I, Le origini. 1882-1914, a cura di G. Mori, Bari 1992, pp. 158-199; Enc. Italiana, XIX, pp. 447 s.