Merlini, Elsa
Nome d'arte di Elsa Tscheliesnig, attrice teatrale e cinematografica, nata a Trieste il 26 luglio 1903 e morta a Roma il 22 febbraio 1983. Dall'esordio in La segretaria privata (1931) di Goffredo Alessandrini, che inaugurò la serie dei 'telefoni bianchi', fu per un decennio tra le più popolari interpreti del cinema d'evasione, rappresentando un'immagine di donna comune, non banale e spiritosa, culturalmente affine a un pubblico piccolo-borghese e lontana dai modelli divistici proposti in precedenza dal cinema muto e negli anni Trenta da quello statunitense. Trasferitasi a Firenze per studiare presso la scuola di recitazione di L. Rasi, la M. intraprese giovanissima una fortunata carriera teatrale, specializzandosi nel repertorio comico-sentimentale, in quei ruoli brillanti che avrebbero conquistato anche il pubblico cinematografico; il suo nome è rimasto legato soprattutto a quello di Renato Cialente, con il quale lavorò spesso nel cinema e costituì una compagnia teatrale che avrebbe affrontato anche un repertorio drammatico mettendo in scena Piccola città di Th. Wilder (1940).
Tra i suoi ruoli cinematografici, il più celebre è quello della dattilografa di provincia, un po' arrogante e bizzarra, interpretato accanto a Nino Besozzi (con il quale la M. lavorò numerose volte) in La segretaria privata, rifacimento del tedesco Die Privatsekretärin (1930) di Wilhelm Thiele. Il film, una delle prime rappresentazioni di donna lavoratrice in contrasto con gli stereotipi fascisti, fu un successo al quale contribuì anche la fama già acquisita dalla protagonista in teatro. Anche i film successivi furono prevalentemente commedie leggere, tra cui Trenta secondi d'amore di Mario Bonnard, con Nino Besozzi e Anna Magnani, Non ti conosco più di Nunzio Malasomma, con Vittorio De Sica ed Enrico Viarisio, entrambi del 1936, e La dama bianca (1938) di Mario Mattoli. La M. affrontò anche altri generi di film, come il drammatico Melodramma (1934) di Robert Land e Giorgio C. Simonelli e con Ginevra degli Almieri (1935) di Guido Brignone, una sorta di parodia del dramma storico che riscosse un notevole successo. Negli anni Quaranta, la M. si dedicò quasi esclusivamente al teatro. Tornò al cinema nel decennio successivo, ma l'unico ruolo importante fu quello in Cameriera bella presenza offresi… (1951) di Giorgio Pastina, nuovamente al fianco di De Sica. Rinnegando completamente il valore artistico dei propri film, la M. abbandonò definitivamente il cinema nel 1958, per proseguire un'intensa attività teatrale e intraprendere una carriera televisiva di successo.
F. Montesanti, Merlini Elsa, in Enciclopedia dello spettacolo, 7° vol., Roma 1954, ad vocem; G.P. Brunetta, Cent'anni di cinema italiano, Roma-Bari 1991, 1995³, 1° vol., pp. 203-04.