ELLENICHE di Ossirinco
Nome con cui si designano tra gli studiosi i frammenti di un'opera storica greca, scritta certamente tra il 386 e il 330 a. C., e della quale si sono ritrovati ad Ossirinco, in Egitto, varî frammenti su papiri della fine del 20 sec. d. C. I primi, più consistenti frammenti, furono scoperti ad Ossirinco nel 1906 e sono ora conservati nel British Museum (Fragmenta Londinensia); furono pubblicati da B. Grenfell e A. S. Hunt in The Oxyrhynchus Papyri, vol. V, Londra 1908, n. 842, pp. 110-242 (P. Oxy. 842) e contengono la narrazione di avvenimenti della Grecia e dell'Asia Minore nell'anno 395 (secondo altri, 396).
Nuovi, più modesti, frammenti furono acquistati da G. Coppola nel 1934, ma pubblicati solo molti anni dopo a cura di V. Bartoletti in Papiri della Società Italiana, XIII,1, Firenze 1949, n. 1304, pp. 61-81 (P. S. I. 1304): questi nuovi frammenti (Fragmenta Florentina) trattano avvenimenti del 409 e 407 a. C. L'intera opera (detta appunto Hellenica Oxyrhynchia) cominciava certamente col 411 a. C., là dove s'interrompeva la narrazione tucididea della guerra del Peloponneso; incerto ne è invece il punto terminale, ma in ogni caso essa giungeva almeno sino alla battaglia navale di Cnido (394 a. C.), con la quale termina la talassocrazia degli Spartani.
Lo stile dell'autore di queste Elleniche, convenzionalmente chiamato P., è sobrio, alieno da espedienti retorici; la lingua è quella attica. Non mancano digressioni introdotte soprattutto allo scopo di chiarire la situazione politica interna delle varie città (notevole, a questo proposito, la digressione sulla costituzione federale beotica, cap. XVI), o le cause di determinati avvenimenti (cap. XVIII: cause della guerra focese-locrese). Queste caratteristiche avvicinano P. a Tucidide, al quale P. mostra di essere assai vicino anche nel modo di sistemare la cronologia (per stagioni); si allontana invece da Tucidide perché non introduce nella sua opera i discorsi diretti. I fatti narrati nelle Elleniche di Ossirinco sono in gran parte quelli stessi narrati da Senofonte nelle sue Elleniche, ma le due narrazioni divergono sensibilmente (per es., sulle imprese di Agesilao in Asia, sulle cause della guerra tra Focesi e Locresi, ecc.). Stretto rapporto corre invece tra P. e la narrazione di Diodoro Siculo che deriva, direttamente o meglio indirettamente, dallo stesso P. D'altra parte, essendo provato che la fonte di Diodoro per gli avvenimenti tra il 411 e il 394 a. C. è Eforo, deve esistere uno stretto rapporto tra P. ed Eforo: ma si può escludere che P. sia Eforo, sia perché in Diodoro sono alcuni particolari che non si ritrovano in P. (il che mal si concilierebbe con l'identificazione di P. con Eforo), sia perché Eforo non seguiva, nella sistemazione cronologica degli avvenimenti, il medesimo schema seguito da P.; la soluzione più probabile quindi dei rapporti tra P., Eforo e Diodoro è che Eforo abbia largamente utilizzato P. e che, tramite Eforo, la narrazione di P. sia confluita in Diodoro. Scartata l'identificazione di P. con Eforo, le ipotesi degli studiosi sull'identità di P. sono quanto mai numerose e contrastanti: i primi editori dei frammenti londinesi pensarono a Teopompo di Chio o a Cratippo che, secondo alcune fonti (Plut., De gloria Atheniensium,1, 345 c-e; Ps. Plut., Vitae X oratorum, 834 c-d; Dionys. Halic., De Thucydide, 16; Marcellin., Vita Thucydidis, 31), parrebbe essere stato ateniese, contemporaneo e continuatore di Tucidide, mentre secondo alcuni critici moderni si tratterebbe di un erudito di età ellenistica. Altri pensarono all'attidografo Androzione (G. De Sanctis, A. Momigliano: ambedue poi abbandonarono questa ipotesi), a Daimaco di Platea (F. Jacoby), mentre non mancò chi sostenesse l'ipotesi che P. fosse un anonimo.
Bibl.: Delle numerose edizioni delle Elleniche di O. si ricordano qui solo quelle che contengono i Frammenti sia londinesi sia fiorentini: M. Gigante, Le Elleniche di Ossirinco, Roma 1949, e assai migliore, V. Bartoletti, Hellenica Oxyrhynchia, Lipsia 1959 (pp. XXVII-XXXIV, amplissima bibliografia: il B. identifica P. con Cratippo). Dei numerosi scritti sull'argomento si citano quelli più rappresentativi dei varî indirizzi: E. Meyer, Theopomps Hellenica, Halle 1909 (Teopompo); E. M. Walker, The Hellenica Oxyrhynchia, its authorship and authority, Oxford 1911 (Eforo); per Cratippo sono E. Kalinka, nella precedente edizione teubneriana delle Elleniche, Lipsia 1927, e L. Pareti, Cratippo e le Elleniche di O., in Studi italiani di filologia classica, XIX (1912), pp. 398-517 e alla voce Cratippo in questa Enciclopedia (XI, pp. 805-806); per Androzione erano G. De Sanctis, in Atti Accad. Scienze Torino, XLIII (1908), pp. 331-356 e LXVI (1931), pp. 157-194, e A. Momigliano, ibid., LXVI (1931), pp. 29-49; per Daimaco, F. Jacoby, Der Verfasser der Hellenica von Oxyrhynchos, in Nachrichten d. Gesellsch. d. Wissensch. zu Göttingen, 1924, pp. 13-18.