ELISIONE (lat. elisio)
Nella grammatica latina, si chiama elisione il fenomeno per cui, incontrandosi due vocali, una in fine l'altra in principio di parola, la prima di esse si dilegua o si attenua. L'elisione è dunque una vera forma di apocope (v.) o di sinalefe (v.); essa può avvenire anche quando la prima parola finisce con m e, nel latino arcaico, anche quando finisce con s; è d'obbligo nella metrica latina che assai raramente ammette l'iato.
In italiano il fenomeno avviene quasi sempre con gli articoli (lo, la, gli dinnanzi ad i, le); con le particelle enclitiche pronominali ed avverbiali (lo, la, gli, le; mi, ti, si, vi, ci, ne); con che, sia congiunzione, sia pronome; con aggettivi pronominali; con molti numerali; con la congiunzione se, che però elide di rado; negli aggettivi santo, bello, grande, ecc. Nell'uso antico, del '200 e '300 soprattutto, l'elisione era più estesa, specie per i dei dittonghi (po', fa', suo', mie' ecc. per poi, fai, suoi, miei) e avveniva di solito con la soppressione della vocale iniziale della seconda parola (la 'nsegna per l'insegna; lo 'mperadore per l'imperadore ecc.). È da distinguere l'elisione dal troncamento, che avviene senza apostrofo.
Nella poesia l'elisione può farsi con maggiore libertà, quando l'armonia lo richieda: v. sinalefe.