ELIDE (῏Ηλις)
Capoluogo dell'omonima regione del Peloponneso, situata su un'altura alta 150 m, odierna Kaliscopi che domina la vallata del Peneo, tra le cittadine di Kalyvia e Paleopoli. La tradizione vede in Oxylos l'eroe fondatore, connesso con il ritorno degli Eraclidi, gli Etoli, Pelope e i Pelopidi (Strabo, passim; Paus., v, 4, 3). Storicamente, però, la fondazione della città risale al 472, per sinecismo, e sorge ai piedi dell'acropoli, senza circuito di mura.
Descritta molto dettagliatamente nella Periegesi di Pausania, la città è stata oggetto di alcune campagne di scavo, tra il 1910 e il 1914, da parte di studiosi austriaci; dopo un lungo intervallo, solo recentemente, dal 1960, sono stati ripresi scavi ancora ad opera degli Austriaci (direttore V. Leon) in collaborazione con i Greci (N. Jalouris).
La città si divide in tre grandi complessi: il ginnasio, l'agorà e il teatro. Per quanto riguarda il ginnasio, si tratta più esattamente di un insieme di tre ginnasi, secondo la descrizione di Pausania (vi, 23): il ginnasio che il perielegeta definisce "antico", fornito di ξυστὸς (v. ginnasio, vol. iii, p. 899); un altro più piccolo detto tetragono per la sua forma; un terzo, detto Malthò, che contiene il bouleutèrion degli Elei, noto col nome del suo fondatore Lalichmion. La strada che portava dagli edifici dei ginnasî alle terme (ἠ ὁδὸς Σιωπῆς) costeggiava il santuario di Artemide Philomeirax. Dagli scavi si è raggiunta soltanto l'identificazione del luogo. Meglio documentata, specie dagli scavi 1910-1914 è la zona dell'agorà. Pausania (vi, 24) sottolinea la differenza tra questo tipo di agorà e gli esemplari delle città ioniche (per la descrizione si veda la voce agorà, vol. i, p. 142). È accessibile da tre strade: dal ginnasio, dalla zona dell'acropoli e da S (cioè dall'attuale villaggio di Kalyvia). Gli scavi hanno permesso di ritrovare in parte la disposizione degli edifici descritti da Pausania: la stoà che Pausania dice divisa in tre navate, di ordine dorico, è lunga 96 m e databile alla seconda metà del V sec. a. C. in base alla forma delle grappe e allo stile della decorazione architettonica (cfr. anche Philostr., Vit. Apoll., vi, 6, p. 210, 29). Meno certa è l'identificazione di una seconda stoà, orientata perpendicolarmente alla prima, con quella detta "dei Corciresi", che Pausania descrive come doppia, divisa longitudinalmente da un muro. Più a N un edificio simile ai καταγόγια può forse essere identificato con l'Hellanodikàion. Pausania (vi, 24, 2) avverte che ai suoi tempi l'agorà era detta ippodromo. È certo che gli atleti soggiornavano nella città di E. prima dei grandi giochi olimpici, trascorrendo la loro giornata tra il ginnasio e l'agorà. Ma è molto più probabile, secondo la spiegazione data dal Martin, che il nome di ippodromo venisse all'agorà per lo svolgersi di veri e proprî ἱππικοὶ αγῶνες, ricordo di antichi giochi funebri connessi con la mitica fondazione della città e con l'eroe κτίστης Oxylos, la cui tomba si innalzava sull'agorà, il più antico e venerato edificio. Recenti sondaggi hanno constatato la presenza nel portico S dell'agorà, forse usato come basilica in epoca paleocristiana, di un mosaico geometrico e di tombe tardoromane. A NE dell'agorà, sulla strada tra l'agorà e l'acropoli, sorge il teatro, databile nell'attuale versione, al III sec. a. C. È provata però, dai sondaggi effettuati nella scena, l'esistenza di un più antico teatro di epoca classica. La cavea non presenta tracce di sedili, anche per il periodo ellenistico: probabilmente erano stati adattati sedili in terra battuta. Alla conoscenza di tutti gli aspetti del teatro si sono volti gli sforzi delle più recenti campagne: è stato così riportato alla luce, dietro la scena e nelle immediate adiacenze, un gruppo di tombe di periodo tardo-romano. Nell'area della città, oltre ad attestazioni di tombe dell'Antico Elladico, del Submiceneo e del Protogeometrico che dimostrano che la località fu abitata a cominciare dal III millennio, sono state ritrovate, per il periodo classico, iscrizioni e varie antichità: frammenti ceramici, un capitello in pòros, un tamburo di colonna e frammenti in terracotta in tutto simili alla decorazione della palestra in Olimpia. Nella regione inoltre si ha la frequente presenza di tumuli di epoca preistorica. Nella non lontana cittadina di Langadi, è stato ritrovato un edificio di ignota destinazione, decorato con un mosaico a ciottoli.
Per quanto riguarda la città di E., vanno ricordati anche i molti altari nel ginnasio e nell'agorà, e i numerosi santuarî e simulacri di divinità ricordati da Pausania. Nell'agorà il naòs e la statua di Apollo Akèsios, del Sole e della Luna; il santuario e le statue di legno delle Canti, la tomba di Oxylos. Fuori dell'agorà, il tempio di Afrodite Urània con il simulacro crisoelefantino di Fidia; e in un altro santuario, il simulacro di Afrodite Pàndemos opera di Skopas. Sono inoltre ricordati come esistenti ancora nel II sec. d. C. il santuario della Tyche, un simulacro di Posidone, opera arcaica samia; il simulacro di Dioniso, opera di Prassitele, nel santuario del dio vicino al ginnasio, e infine, sull'acropoli, un santuario di Atena con la statua crisoelefantina della dea, opera di Fidia. Nella regione, trovamenti del periodo paleolitico.
Bibl.: In generale: Philippson, in Pauly-Wissowa, V, 1905, c. 2432, s. v. Elis; O. Walter, in Österr. Jahresh., XVI, 1913, c. 145 ss.; XVIII, 1915, c. 61 ss.; id., Ausgrabungen in Elis, in VI Inbt. Kongress. Arch., Berlin 1939, Berlino 1940, p. 341 ss.; W. B. Dinsmoor, The architecture in Ancient Greece, Londra 1950, passim; V. Leon, Erster... Dritter Vorläufigen Bericht... in Alt-Elis, in Österr. Jahresh., XLV, 1960, p. 99 ss.; XLVI, 1961-63, p. 33 ss.; M. S. Hood, in Archaeology in Greece (Arch. Reports for 1960-61), British School Arch. Athens, 1961, p. 14; V. Leon-S. Karviese, Österr. Arch. Inst. Grabungen, 1965, p. 13; N. Jalouris, in Praktikà, 1960 (1966), p. 171 ss.; Bull. Corr. Hell., LXXXV, 1961, p. 723; LXXXVI, 1962, p. 744 ss.; LXXXVII, 1963, p. 795; LXXXVIII, 1964, p. 755; LXXXIX, 1965, p. 749; XC, 1966, p. 830. - Agorà: Fr. Tritsch, Die Agorà von Elis und die altgriechische Agorà, in Österr. Jahresh., XXVII, 1932, p. 64 ss.; R. Martin, Recherches sur l'agorà grecque, Parigi 1951, pp. 220 ss.; 311 ss.; E.A.T., I, p. 142, s. v. Agorà. - Ginnasio: J. Delorme, Gymnasion, Parigi 1960, p. 68 ss. Teatro: P. E. Arias, Il teatro greco fuori di Atene, Firenze 1934, p. 84; O. A. W. Dilke, in Ann. Br. School Athens, XLV, 1950, p. 51. Per l'Afrodite Urània: S. Settis, ΧΕΛΩΝΗ, Saggio sull'Afrodite Urania, Pisa 1966. Per il Paleolitico: J. Servais, Outils paléolithiques d'Elide, in Bull. Corr. Hell., LXXXV, 1951, p. i ss.; A. Leroi-Gourhan, Découvertes paléolithiques en Élide, ibid., LXXXVIII, 1964, p. 133.