EGITTO (XIII, p. 537)
Popolazione (p. 550). - Secondo il censimento del marzo 1937, la popolazione dell'Egitto risulta di 15.904.525 ab., compresi 40.000 beduini nomadi. Assai elevato si mantiene il tasso della natalità (42,1‰ nel 1933; 39,4 nel 1935) di fronte a 26,5 e 25,1 di mortalità, onde l'accrescimento vegetativo medio annuale ragguaglia circa il 14‰ ed è fra i più elevati che si siano constatati.
Condizioni economiche (p. 546). - Nonostante le limitazioni che si sono cercate di introdurre, la produzione del cotone continua costantemente a intensificarsi. Sino dal 1933 si notò un aumento rispetto alla produzione del 1929 che andò sempre crescendo, onde nel 1936 si raggiunsero le 424 mila tonnellate, cui sarebbero da aggiungere 860 mila tonnellate di seme. Anche la produzione della canna da zucchero tende a crescere; lo zucchero, tratto nei numerosi e grandiosi zuccherifici esistenti sul posto, ha raggiunto nell'ultimo quinquennio la media di un milione e mezzo di quintali. Pressoché inalterata si mantiene invece la produzione del frumento come quella dell'orzo e del mais, insufficienti al consumo interno, mentre una tendenza accentuata all'aumento si mostra nella produzione del riso che nel 1935-36 superò i 7 milioni di quintali, pari alla produzione italiana. Per quanto riguarda la produzione mineraria, quella di fosfati accenna a una tendenza continua all'aumento, onde da una produzione di 201 mila tonn. quale fu nel 1928, si è saliti a 575 mila tonn. nel 1936, superiore a quella dell'Algeria. Si mantiene invece stazionaria sulle 200 mila tonn. annue quella del petrolio, di cui l'Egitto è l'unico territorio produttore in Africa.
Marina mercantile (p. 549). - È costituita da 46 navi per 69.925 tonn. lorde. La "Kedivial Mail Steamship" di Alessandria ha attualmente capitale in maggioranza egiziano, e nel 1937 ha trasferito quasi tutta la flotta a una nuova compagnia costituita in Egitto, la "Pharaonic Line".
Aviazione civile (p. 549). - La compagnia egiziana di aviazione, costituitasi in società con la compagnia inglese Airwork, ha formato la Società Misr Airwork, che è l'unica società cui è affidato il traffico aereo egiziano. Essa gestisce le seguenti linee: Cairo-Baghdād, via Palestina; Cairo-Lydda-Ḥaifā; Cairo-Cipro; Cairo-Alessandria; Alessandria-Porto Said-Almaza-Asyūt. La società ha inoltre una propria scuola civile di pilotaggio per il conseguimento dei brevetti "A" e "B".
Aviazione militare (p. 552). - L'aviazione militare dell'Egitto comprende due raggruppamenti di forze: 1. le unità inglesi della Royal Air Force (R.A.F.), costituite da un complesso di 6 squadroni con circa 80 velivoli (da bombardamento, caccia e ricognizione), che per il trattato anglo-egiziano del 28 agosto 1938 debbono assicurare la cooperazione con le forze egiziane per la difesa del Canale di Suez; 2. l'Egyptian Army Air Force (E.A.A.F.), costituita nel 1932, comprendente attualmente 2 squadroni da ricognizione e addestramento con circa 30 velivoli.
Finanze (p. 552). - La crisi del cotone ha avuto forti ripercussioni sul bilancio, già aggravato da maggiori spese militari. È stato perciò necessario ricorrere a prestiti e inasprimenti fiscali.
Al 30 aprile 1937 il debito estero era di 95,8 milioni di lire egiziane e quello interno consolidato di 1,9.
Strettamente connessa dal 1916 alla sterlina inglese la lira egiziana ne ha seguito la svalutazione dal settembre 1931. Da allora la convertibilità dei biglietti è sospesa. Al 31 dicembre 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 20,7 milioni e le riserve erano di 6,5 milioni in oro e 17,3 in titoli della tesoreria britannica.
La Banca Nazionale d'Egitto (del 1898), oltre ad avere il privilegio dell'emissione (dal 1916 non ha più l'obbligo di tenere una riserva del 50% in oro, ma deve solo garantire i biglietti con titoli britannici) è la principale banca commerciale. Le altre banche ordinarie sono essenzialmente a capitale straniero, alcune di esse sono però registrate come società per azioni egiziane: tra queste ricordiamo la Banque belge et internationale d'Égypte, la Banque commerciale de Bâle e la Banca commerciale italiana per l'Egitto (filiazione del 1924 della Banca commerciale italiana).
Bibl.: V. le pubblicazioni periodiche della Società delle nazioni, specie l'Annuario.
Storia (p. 590 segg.).
Dal 1931 al 1937 le vicende interne dell'Egitto attraversarono fasi movimentate, che si riassumono nelle linee seguenti. Il contrasto tra il governo sostenuto dalla fiducia del sovrano e il partito dominante, il Wafd, che s'era astenuto dalle elezioni del 1931 per protesta contro la modificazione della costituzione avvenuta nel 1930, continuò nel 1932 e nel 1933. Attorno al Wafd si riunirono gli altri partiti d'opposizione: il partito nazionalista (al-ḥizb alwaṭanī) e il partito dei liberali costituzionali, quest'ultimo però con minore intransigenza. Il partito governativo formatosi al seguito del presidente dei ministri, Ismā‛īl Ṣidqī Pascià, uomo di non comune energia e abilità, ma non confortato dal favore popolare, prese il nome di partito del popolo (ḥizb ash-sha‛b) ed ebbe l'appoggio del partito dell'unione (ḥizb al-ittiḥād). Questi due partiti non diventarono mai movimento di masse, restando la maggioranza del popolo fedele al Wafd, per il prestigio del defunto suo capo Sa‛d Zaghlūl Pascià, anche sotto la direzione del successore Mustafà en-Naḥḥās Pascià. Il ministero presieduto da Ismā‛īl Ṣidqī Pascià mantenne l'ordine con fermezza, nonostante ripetute agitazioni e attentati terroristici, attendendo specialmente a rimettere in ordine le finanze dello stato e a rimediare ai contraccolpi della crisi economica, che si facevano sentire anche in Egitto. Il 21 settembre 1933 Ismā‛īl Ṣidqī Pascià, amareggiato dalle difficoltà e impossibilitato da cagionevole salute a dedicarsi agli affari del governo, si dimise. Il nuovo ministero costituito il 27 settembre sotto la presidenza di ‛Abd el-Fattāḥ Pascià continuò la politica del precedente e si mantenne faticosamente al potere, mentre, profittando della debolezza del regime, il governo britannico faceva pesare la sua pressione negli affari interni dell'Egitto e la malattia del re Fu'ād, delineatasi nella sua gravità nel settembre del 1934, contribuiva a rendere precaria la situazione.
Una nuova direttiva politica fu inaugurata allora da Tawfīq Nasīm Pascià, già capo di gabinetto del re. Il 15 novembre 1934 egli costituì un ministero di transizione, che cominciò con dare soddisfazione al Wafd, da qualche tempo appoggiatosi agli Inglesi, ottenendo dal re (30 novembre 1934) l'abrogazione della costituzione antiliberale del 1930 in attesa dell'elaborazione di una nuova costituzione. Il Wafd persistette nell'opposizione al governo, reclamando il ripristino della costituzione del 1923 approvata già dal parlamento e considerata come espressione della volontà popolare. Il re e il governo resistettero per un anno alle richieste del Wafd; anche la Gran Bretagna era contraria al ritorno alla costituzione del 1923, preferendo un regime che desse meno possibilità di sviluppo al movimento nazionalista improvvisamente riaccesosi in Egitto. L'invadenza crescente della Gran Bretagna (concentramento della flotta inglese ad Alessandria) causata specialmente dalla preoccupazione di non perdere il controllo della valle del Nilo mentre s'inaspriva il conflitto italo-etiopico, le ripercussioni di questo conflitto nella politica interna dell'Egitto e la convinzione diffusa tra gli Egiziani che convenisse sfruttare ai fini nazionali l'occasione favorevole della crisi internazionale derivante da quel conflitto, esacerbarono l'agitazione popolare e soprattutto l'azione degli intellettuali e delle organizzazioni studentesche. Nel novembre e dicembre del 1935 gli studenti delle scuole superiori e dell'università egiziana scesero nelle vie e affrontarono la polizia; vi furono quattro studenti morti e molti feriti. Il 12 dicembre 1935 Tawfīq Nasīm Pascià presentò alla firma del re il decreto, che ristabiliva la costituzione del 1923. Egli restò al potere fino alle elezioni del maggio 1936, i cui risultati portarono al potere la maggioranza del Wafd. Questo partito governò per un anno e mezzo il paese con un ministero presieduto da Muṣṭafă en-Naḥḥās Pascià e compì un intenso lavoro di politica estera (v. oltre).
Nel momento più delicato della grave situazione sopra descritta, il 28 aprile 1936, l'Egitto perdette il suo primo re, Fu'ād. Fu proclamato successore il figlio unico Fārūq, nato nel 1920. Data la sua minore età, le prerogative sovrane furono esercitate da un consiglio di reggenza presieduto dal principe Moḥammed ‛Alī fino al 29 luglio 1937, data in cui Fārūq I assunse l'esercizio del potere, prestando il giuramento costituzionale davanti al parlamento.
Va notata la parte considerevole assunta in Egitto negli ultimi tre anni da associazioni giovanili di carattere sportivo-militare, come le camicie azzurre (al-qumṣān az-zurq), ligie in maggioranza al Wafd, e le camicie verdi della "Giovane Egitto", opposte al Wafd.
La vita interna del paese, dopo questi anni di crisi, si andava ricomponendo faticosamente tra gravi difficoltà di carattere morale materiale, anche in relazione con l'esecuzione delle clausole del trattato con la Gran Bretagna, che hanno accresciuto le responsabilità e gli oneri dell'Egitto. Lo stesso Wafd non era compatto; alla fine del 1937 era minacciato da dissensi interni. L'espulsione di en-Naqrāshī Pascià dal Wafd (13 settembre 1937) aggravò la scissione interna. Il ministero di en-Naḥḥās Pascià veniva contemporaneamente a contrasto con il giovane re Farūq su questioni costituzionali e si alienava il favore popolare. Il re risolvette la crisi revocando il ministero di en-Naḥḥās e dando incarico a Moḥammed Maḥmūd Pascià, capo dei liberali costituzionali, di formare un nuovo ministero (29 dicembre 1937). Le associazioni giovanili sportivo-militari furono sciolte e vennero indette nuove elezioni politiche per l'aprile del 1938. Il risultato di queste ultime è stato pienamente favorevole al governo, che dispone nella nuova camera di più di 130 seggi. Clamorosa è stata la disfatta dei wafdisti, passati da 159 seggi a 20. Lo stesso en-Naḥḥās Pascià non è stato rieletto. Moḥammed Maḥmūd Pascià ha quindi rassegnato le dimissioni, costituendo però subito dopo un nuovo ministero (27 aprile 1938), in cui sono entrati cinque liberali costituzionali, anziché tre, come nel precedente gabinetto.
Durante il conflitto italo-etiopico, l'Egitto, trascinato dall'influenza britannica, aderì alle sanzioni contro l'Italia, benché non fosse membro della Società delle nazioni, e tenne un atteggiamento ufficialmente ostile all'impresa italiana. Questi stessi avvenimenti fecero affrettare la conclusione di trattative tra l'Egitto e la Gran Bretagna per la definizione delle questioni "riservate" nella dichiarazione del 28 febbraio 1922, con cui la Gran Bretagna riconobbe l'indipendenza dell'Egitto.
I negoziati incominciati il 2 marzo 1936 al Cairo terminarono a Londra il 26 agosto 1936 con la firma di un trattato di amicizia e di alleanza, che contiene essenzialmente i seguenti punti: 1. alleanza tra i due paesi per la durata di 20 anni, da rinnovarsi alla scadenza sulle stesse basi o su nuove da concordarsi (ma, in ogni modo, alleanza eterna); 2. aiuto della Gran Bretagna per la difesa del Canale di Suez fino a che l'Egitto sia capace (e l'Inghilterra sia persuasa di tale capacità) di provvedere da solo alla sua difesa e conseguente mantenimento di forze terrestri ed aeree britanniche nella zona del Canale; 3. costruzione di strade, ponti, ecc., a spese dell'Egitto secondo le esigenze strategiche dell'alleanza; 4. condominio nel Sudan con promesse di ritorno allo statu quo esistente prima dell'espulsione degli Egiziani nel 1924; 5. promesso appoggio britannico all'Egitto per l'abolizione delle capitolazioni e per il suo ingresso nella Società delle nazioni. Il trattato fu approvato dalla Camera dei deputati il 14 novembre e dal Senato il 18 novembre 1936.
Una conferenza convocatasi a Montreux il 12 aprile 1937 per invito dell'Egitto alle potenze capitolari si chiuse l'8 maggio con la firma di una convenzione che sancisce la prossima fine dei privilegi capitolari degli stranieri in Egitto. I tribunali misti ora esistenti in Egitto saranno mantenuti per un "periodo transitorio" fino al 14 ottobre 1949, data in cui la competenza per tutte le materie, sia civile sia penale, spetterà unicamente ai tribunali nazionali (già chiamati tribunali indigeni). I tribunali consolari, che giudicarono finora in materia penale e di statuto personale, perdono la competenza nella materia penale, che è trasferita, per il periodo di transizione, ai tribunali misti, e possono conservare fino al 1949 la competenza in questioni di statuto personale. Scomparirà così nel 1949 la giurisdizione capitolare che gli Egiziani ritenevano rappresentasse un'ingiustizia, un inciampo alla loro sovranità nazionale. Altro risultato importante dell'abolizione delle capitolazioni è la libertà acquistata dall'Egitto di esercitare sugli stranieri il suo pieno potere legislativo e fiscale, mentre prima le leggi, e specialmente quelle che imponevano gravami fiscali, dovevano essere approvate dall'assemblea generale della corte di appello mista prima di essere applicabili agli stranieri. La convenzione di Montreux ha fissato a questo proposito il principio della "non discriminazione" per evitare che gli stranieri siano assoggettati a provvedimenti vessatorî eccezionali. La convenzione entrò in vigore il 15 ottobre 1937. Il 26 maggio 1937 l'Egitto fu ammesso nella Società delle nazioni.
Nei confronti dell'Italia, si è giunti ultimamente alla chiarificazione dei rapporti: il 16 aprile 1938, a Roma, parallelamente all'accordo anglo-italiano, è stato firmato un accordo di buon vicinato italo-anglo-egiziano.
Bibl.: Oriente Moderno, XI-XVII, 1931-1937; A. Sammarco, Les règnes de ‛Abbas, de Sa‛id et d'Isma‛il (Précis de l'histoire d'Égypte, IV), Roma 1935; Ch. Adams, Islam and Modernism in Egypt, Londra 1933.