ECC. O ETC.?
Entrambe le grafie sono corrette e abbreviano la formula latina et cetera ‘e le cose che rimangono’. La formula può essere usata in circostanze diverse.
• Alla fine di un’enumerazione per evitare di indicare tutti gli altri elementi dell’elenco, che vengono dunque dati come presupposti o desumibili da altre fonti
Ricorda di comprare pane, pasta, formaggio ecc.
Sono le domande precedute da locuzioni del tipo: come, come mai, perché, in che modo, etc. (G. Carofiglio, L’arte del dubbio)
• Quando si vuole dare per presupposto quel che segue in un testo
In quel giorno l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Giovanni de Mendozza, Marchese de la Hynojosa, Gentiluomo etc., Governatore etc., pensò seriamente ad estirparlo (A. Manzoni, I promessi sposi)
La grafia ecc., che abbrevia l’effettiva pronuncia italiana (eccetera), è preferibile e risulta oggi più comune rispetto a etc., più fedele alla grafia latina.
È bene, comunque, non alternare le due forme all’interno dello stesso testo.
Prima di ecc. e etc., anche al termine di un elenco, l’uso della virgola è facoltativo. La ragione è che nella formula stessa è contenuta una ➔congiunzione coordinativa (et, corrispondente all’italiano e) che funge da elemento di raccordo con ciò che la precede.
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