downloading
<daunlë'udiṅ> s. ingl., usato in it. al masch. – Termine inglese (lett. scaricare) con cui si indica l’attività di copiare su disco rigido (hardware) file di vario tipo prelevati da specifici siti web. Il trasferimento di brani musicali, film, immagini, ebooks presuppone l’upload (lett. caricamento) dei file da parte di altri utenti. Accanto al d. legale (come per es. la vendita online di brani musicali a opera di siti come iTunes e Napster) si è progressivamente affermato il fenomeno della pirateria informatica, basato sulla possibilità di condividere gratuitamente i propri file (file sharing) con altri utenti, aggirando in tal modo le leggi sul copyright e sul diritto d’autore. La condivisione di file si basa su due differenti modelli: accanto alle architetture gerarchizzate del sistema client-server (cliente e fornitore) esistono numerosi siti web in cui si pratica lo scambio P2P (peer to peer; da pari a pari), come per es. eMule. Di notevole importanza la differenza tra d. e streaming: nel primo caso l’utente copia un file, mentre nel secondo si ha una ricezione e riproduzione progressiva di un flusso (stream) di dati trasmessi da un server. Un particolare esempio di d. è rappresentato da Youtube: il filmato non viene riprodotto in streaming ma, trasferito dal server del sito alla cache (memoria) del browser, e viene visualizzato una volta copiato. La progressiva diffusione del d. ha modificato profondamente il mercato discografico, contribuendo in misura significativa alla crisi del CD: sia nel caso del d. legale (iTunes, Napster), sia nel caso della condivisione illegale, il singolo brano acquista una definitiva indipendenza dall’album e dal lavoro complessivo dell’artista. La disponibilità di singole tracce estrapolate dal contesto favorisce dunque un ascolto frammentario e decontestualizzato; d’altra parte la velocità di diffusione e la moltiplicazione delle vie di accesso alla musica offre nuove opportunità ai musicisti emergenti, potenzialmente indipendenti dalle logiche commerciali delle case discografiche. Il d. favorisce un rapporto più diretto tra musicista e pubblico: in tal senso è emblematico il caso della rock band britannica Radiohead, che nel 2007 ha pubblicato direttamente online l’album In rainbows, proponendo ai fan di pagare il d. delle tracce mediante una sottoscrizione libera.