Parker, Dorothy (nata Dorothy Rothschild)
Scrittrice e sceneggiatrice statunitense, nata a West End (New Jersey) il 22 agosto 1893 e morta a New York il 7 giugno 1967. Figura di spicco nella società intellettuale newyorkese, negli anni Trenta la P. approdò a Hollywood trasferendo nella scrittura dei film l'acre umorismo, il disincanto e la prontezza di spirito che avevano caratterizzato il suo lavoro di giornalista e la sua produzione letteraria. Nei quasi vent'anni trascorsi nella capitale del cinema, collaborò a numerose sceneggiature, lavorando spesso con il secondo marito Alan Campbell, talvolta limitandosi esclusivamente a rifinire determinate scene senza figurare nei titoli, in ogni caso imprimendo un tocco smaliziato e brillante a molti, significativi film dell'epoca. Antifascista convinta e aperta sostenitrice della causa del partito comunista statunitense, finì nella lista nera di Hollywood e lasciò l'industria cinematografica all'inizio degli anni Cinquanta, senza peraltro investire altrove la sua creatività.
Orfana di madre, fu educata in convento. Trasferitasi a New York, nel 1917 iniziò a lavorare per la rivista "Vanity fair" come critico teatrale e dal 1927 per "The New Yorker" come critico letterario, scalando rapidamente i vertici della notorietà con la sua scrittura corrosiva, l'esuberante mondanità (fu animatrice di un circolo letterario, l'Algonquin Round Table, e l'anticonformismo del suo stile di vita. Dopo il successo del primo volume di versi (Enough rope, 1926) pubblicò altre opere di poesia (Sunset gun, 1928; Death and taxes, 1931) e la raccolta di racconti Here lies (1939; trad. it. di E. Montale, Il mio mondo è qui, 1943), segnalati come suggestivo e importante contributo all'emancipazione femminile.Il suo primo approccio con il cinema si era verificato nel 1920, con le didascalie realizzate per un film muto, Remodelling her husband, di Lillian Gish, autrice anche del soggetto. Pose mano (non accreditata) alla prima sceneggiatura nel 1934, scrivendo con altri Here is my heart di Frank Tuttle, ma l'esordio cinematografico vero e proprio avvenne nella seconda metà degli anni Trenta, alla Metro Goldwyn Mayer. La sua fama l'aveva preceduta e la P. si vide commissionare soprattutto dialoghi brillanti. Tra i film scritti per la MGM si ricordano Suzy (1936; Il mio amore eri tu) di George Fitzmaurice, del quale curò i dialoghi per Jean Harlow e Cary Grant, e The Moon's our home (1936; Nel mondo della luna) di William A. Seiter, storia d'amore movimentata da battibecchi e baruffe. Nel 1937, insieme a Campbell e a numerosi altri (non accreditati), scrisse il suo film più famoso, A star is born (È nata una stella), che ottenne fra le altre nominations quella per la sceneggiatura, vincendo invece l'Oscar per il soggetto originale di Robert Carson e del regista William A. Wellman. Amara e appassionata critica di Hollywood (che ha come modello What price Hollywood?, 1932, A che prezzo Hollywood?, di George Cukor), il film narra la storia di una giovane (Janet Gaynor) che, arrivata nella mecca del cinema e sposatasi con un attore (Fredrich March), raggiunge il successo, mentre il marito, ormai in declino, diventa alcolizzato e finisce per suicidarsi. Insieme a Campbell la P. lavorò poi alla sceneggiatura di Trade winds (1938; Crociera d'amore) di Tay Garnett e nello stesso anno scrisse (non accreditata) i dialoghi di The cowboy and the lady (La dama e il cowboy) di Henry C. Potter. Intervenne poi con alcune scene supplementari nella sceneggiatura di The little foxes (1941; Piccole volpi), tratto dal fortunato testo teatrale di L. Hellman e diretto da William Wyler. A lei si deve anche la celebre scena di Saboteur (1942; Sabotatori) di Alfred Hitchcock in cui i due protagonisti del film, ingiustamente accusati, si rifugiano nel carrozzone di un circo per sfuggire alla polizia, creando un vero e proprio caso di coscienza e un vertiginoso dibattito tra i suoi occupanti, una troupe di fenomeni da baraccone. Smash-up, the story of a woman (1947; Una donna distrusse) di Stuart Heisler, drammatica storia di una cantante (Susan Hayward) la cui carriera viene distrutta dalla maternità e dall'alcol, valse alla P. e a Frank Cavett la nomination per il miglior soggetto originale (la sceneggiatura fu scritta da John Howard Lawson). L'ultimo film di rilievo cui ebbe modo di partecipare, firmandone la sceneggiatura in collaborazione con altri, fu The fan (1949; Il ventaglio), tratto dalla commedia di O. Wilde Lady Windermere's fan e diretto da Otto Preminger.
M. Meade, Dorothy Parker: what fresh hell is this?, New York 1988.