DONDINI
. Famiglia di comici che comincia alla fine del Settecento con Carlo, nativo di Cento, il quale, dapprima capitano nell'esercito francese, poi filodrammatico a Bologna, si scritturò come attore, sposò Teodora Pucci, figlia del suo capocomico, fece parte di parecchie compagnie e si acquistò un bel nome come brillante. Morì probabilmente nel 1827 o poco dopo. Anche Teodora D. Pucci fu prim'attrice corretta ed efficace; morì a Livorno nel 1866. Cesare, nato a Cuneo nel 1807, esordì a 10 anni a Roma col Bonferreri; dimostratosi attore valente, fece parte, con i suoi, della compagnia Mascherpa (1835-1845). Diventato capocomico, costituì una delle migliori compagnie, avendo a compagni Clementina Cazzola, e poi Giacinta Pezzana, Anna Pedretti, Tommaso Salvini. Nel 1870 abbandonò le scene; morì a Trieste nel 1875. Fu brillante prima, poi caratterista: attore spontaneo, semplice, di corretta comicità, celebrato per la naturalezza della recitazione da Gustavo Modena e da Ernesto Rossi: particolarmente grande come interprete del Goldoni. Laura, figlia di Cesare, nata a Torino nel 1848, cantante apprezzata, fu insegnante nell'Accademia di Santa Cecilia in Roma. Achille, fratello di Cesare, nato nel 1818 in Sicilia fu buon brillante e caratterista; morì mentre recitava, nel 1886, a Pordenone. Cesarino, figlio di Achille, nato a Torino nel 1861, fu considerato tra i nostri migliori comici. Fu insegnante nella scuola di recitazione annessa all'Accademia di S. Cecilia in Roma, dove morì nel 1922. Ettore, fratello di Cesare, nato a Capua nel 1822 e morto nel 1897, e Argenide, figlia di Carlo, nata a Roma nel 1825 e morta a Lucca nel 1879, furono poco più che buone promesse.