DAVIE, Donald (App. IV, i, p. 575)
) Poeta e critico inglese, morto a Exeter (Devon) il 18 settembre 1995. Dopo aver insegnato letteratura inglese nell'università dell'Essex, nel 1968 si trasferì negli Stati Uniti dapprima presso la Stanford University (1968-78) poi alla Vanderbilt University di Nashville (1978-88); nel 1988 fece ritorno in Inghilterra.
Negli anni Cinquanta le opere critiche di D. (Purity of diction in English verse, 1953; Articulate energy. An enquiry into the syntax of English poetry, 1958) fornirono un indirizzo teorico ai giovani poeti del New movement (antologizzati in New lines, 1956), formatisi nelle università di provincia (red-brick universities) sorte nel dopoguerra in opposizione all'accademismo di Oxford e di Cambridge.
Individuando un preciso nesso di causa ed effetto tra deterioramento linguistico e sociale, D. aveva indicato nella purezza del linguaggio poetico uno strumento capace di riportare in vita i perduti valori di rigore e correttezza, con i quali sarebbe stato possibile superare la confusione e lo smarrimento dell'uomo contemporaneo. Ciò significava prendere le distanze dal neoromanticismo dei seguaci di D. Thomas e della poesia impegnata di S. Spender e di W.H. Auden. D. indicò nel linguaggio di A. Pope e degli augustei un modello da seguire, che egli stesso non cessò di frequentare e studiare, come appare dall'antologia Augustan lyric curata nel 1974 e dal suo ultimo libro The eighteenth century hymn in England (1994).
Benché tacciasse di insularismo, anzi di "little Englandism", la sua patria soprattutto dopo l'esperienza americana ricca di molteplici influssi e nuove letture (tra cui i Black Mountain poets), D. mantenne una profonda aderenza alla tradizione inglese: Thomas Hardy and British poetry, pubblicato negli Stati Uniti nel 1972, tratta della grave crisi attraversata dall'Inghilterra e, come già aveva fatto Ph. Larkin, indica in Th. Hardy "il poeta moderno cui guardare". The Shires (1974) raccoglie quaranta poesie, ciascuna dedicata a una contea inglese. L'interesse per E. Pound, cui già aveva dedicato un volume nel 1964 (Ezra Pound. Poet as sculptor), trovò ulteriore conferma nella monografia del 1975 Pound. Seguirono In the stopping train and other poems (1977), contemporaneo di The poet in the imaginary museum (1977), saggi sulla poesia moderna, e Three for water-music (1981), una composizione poetica suddivisa come i Four quartets di Th.S. Eliot. Al premio Nobel polacco è dedicato il volume Czeslaw Milosz and the insufficiency of lyric (1986).
I temi religiosi occupano un posto di rilievo nella produzione di D., che, originariamente di religione battista, si accostò in un secondo tempo alla chiesa anglicana: nel 1981 curò The new Oxford book of Christian verse e successivamente pubblicò To scorch or freeze. Poems about the sacred (1988), una riflessione poetica sui Salmi in un contesto moderno. Nel 1989 con Under briggflatts. A history of poetry in Great Britain 1960-1988, offrì una vivace e originale panoramica della poesia inglese.
Coltivò la slavistica con studi e traduzioni confluiti nel volume Slavic excursions (1990); la sua opera è raccolta in Collected poems (1990).
Bibl.: G. Melchiori, I funamboli. Il manierismo nella letteratura inglese da Joyce ai giovani arrabbiati, Torino 1974; R.S. Crivelli, Né falchi né colombe. Poesia inglese degli anni '50 e '60 dal Movement al Group, Torino 1983; Donald Davie, a checklist of his writings, 1946-1988, ed. S. Wright, New York 1991.