BACCARINI, Domenico
Nacque a Faenza da Tomaso e da Maddalena Bassi il 16 dic. 1882. Frequentò la Scuola d'Arte e Mestieri diretta dal pittore A. Berti, sotto la cui guida si perfezionò nel disegno; contemporaneamente si esercitò nella plastica avendo per insegnante M. Campello. I primi saggi esposti in pubblico a Faenza risalgono al 1899. Vinta una piccola borsa di studio, si recò nel 1901 a Firenze per seguire i corsi dell'Accademia. Colà strinse amicizia con Raul Dal Molin Ferenzona, Giovanni Costetti e Giuseppe Viner; poco dopo però, nella primavera del 1902, un attacco di pleurite lo obbligò a troncare gli studi e tornare a casa per curarsi. Rimessosi alla meglio, per guadagnare qualche cosa si mise a fare piccole plastiche decorative da riprodurre in maiolica per le Fabbriche Riunite (ex Farina). Verso l'autunno del 1903 fuggì a Roma con la sua modella e ispiratrice, Bitta. A Roma, dove aveva trovato amici e sostenitori nel conterraneo Giuseppe Sangiorgi, nello scrittore Guelfo Civinini, nel musicista Alberto Gasco e nello scultore Giovanni Prini, fece illustrazioni per il giornale La Patria, che gli organizzò anche una mostra nella propria sede (giugno-luglio 1904). Tornato a Faenza, si rimise al lavoro facendo modelli per la fabbrica di maioliche dei Fratelli Minardi e opere plastiche e disegni, tre dei quali furono accettati ed esposti alla Biennale veneziana del 1905. Vittorio Pica fu entusiasta del B. e lo fece invitare anche all'Esposizione d'Arte del 1906 a Milano.
Gli anni 1905-1906 sono anche quelli della grande amicizia con lo scrittore Antonio Beltramelli, dalle novelle del quale (Anna Perenna e I Primogeniti) il B. trasse ispirazione per molti disegni. Abbandonato dalla Bitta, cercò rifugio prima a Milano poi a Roma presso l'antiquario Sangiorgi, che aveva fondato una istituzione benefica col titolo di "Casa del Pane"; per essa il B. eseguì una serie di sei disegni illustrativi del lavoro dei campi che furono riprodotti in cartoline. Ma la tisi che covava in lui aveva progredito in modo tale che sul finire del 19o6 dovette tornare a casa ridotto agli estremi. Morì a Faenza il 31 genn. 1907.
Essenzialmente disegnatore e plasticatore, il B. fu curioso di ogni tecnica: oltre che cimentarsi nella pittura ad olio e a pastello, fece prove di incisione su legno, su rame e litografiche. Di temperamento affettuoso e socievole, intorno a lui si riunì un folto gruppo di giovani, su cui ebbe un grande ascendente, di letterati e uomini di cultura uniti in una specie di cenacolo. L'arte del B. risente della cultura ecclettica allora imperante: vi sono echi della tradizione ottocentesca, ma anche di moduli preraffaelliti, dell'ultimo Segantini e di Pelizza da Volpedo, nonché del Liberty e delle Secessioni, il tutto però dominato dalle due componenti, fondamentali per il B., dell'umanitarismo e del realismo romagnolo.
Il nucleo più rappresentativo della sua opera è quello dei disegni. Fra i soggetti ripetuti, oltre ai familiari (la madre, la sorella, la figlia Maria Teresa) e alla Bitta, è l'autoritratto in cui il bel volto scarno e pensoso è spiritualmente modulato in varietà di atteggiamenti e di tecniche. Il maggior gruppo di opere dei B. è custodito nella Pinacoteca comunale di Faenza, ma importanti selezioni sono in collezioni private faentine (Francesco Papiani, Rino Emiliani, Vincenzo Ghirlandi ed altre). Fuori di Faenza, in raccolte pubbliche, non si trovano che due terrecotte nella Pinacoteca della Accademia di Ravenna e un dísegno, La croce sul campo seminato, conservato nella Galleria d'Arte Moderna di Roma.
Fonti e Bibl.: Le notizie sono ricavate da lettere e da giornali, nonché da un album di ricordi appartenuto al B., ora nella Pinacoteca comunale di Faenza; V. Pica, L'Arte Mondiale alla VI Esposizione di Venezia,Bergamo 1905, pp. 242, 295, con tre illustrazioni; G. B. (Gaetano Ballardini), Necrologio,in La Romagna, IV(1907), p. 146; Il Plaustro,n. 40 (1913), tutto dedicato a D. B., eon testi di autori vari e 10 illustrazioni; La Piê,V, 9 (settembre 1923), pp. 203-206 (con 12 illustraz.); R. Buscaroli, D. B.,in La Romagna, XV(1924), pp. 3-22; F. Sapori, D. B.,in Bollett. d'Arte,s. 2, VI (1926-27), pp. 145-164 (con 22 illustraz.); Id., D. B. e il suo Cenacolo, Faenza 1928; A. Zecchini, Ricordanze d'arte, Faenza 1930, pp. 32-47 (con bibl.); E. Golfieri, Lineamenti dell'Ottocento artistico romagnolo, in Studi romagnoli, IV(1953), pp. 236-238; E. G. (Ennio Golfieri), Catalogo della Mostra degli artisti romagnoli dell'Ottocento, Faenza 1955, pp. 59, 60, 61; A. Archi, La Pinacoteca di Faenza, Faenza 1957, pp. 16, 39 s.; L. Borgese, Il fenomeno Baccarini, in Corriere della sera, 13 dic. 1960; A. M. Comanducci, Diz. ill. d. pittori e incisori ital. moderni, Milano 1945, 1, p. 30; H. Vollmer, Künstler-Lexikon des XX. Jahrh. s.,I, p.86.