DOGADO
Ducatus Venetiarum fu il nome del primitivo dominio della Repubblica di San Marco, zona di lagune, isolette e apparati di foce della costa dell'Adriatico settentrionale, fra Grado e Cavarzere (v. venezia: Storia). Quando lo stato veneto s'ingrandì oltre mare e nella terraferma retrostante alle lagune, il Dogado rimase sempre distinto dai Reggimenti esterni ed ebbe centro nella città di Venezia, la Dominante.
Esso non costituiva una vera unità politica e nemmeno un'unità geografica. Di fatto, limiti puramente artificiali e che inoltre variarono nel tempo separavano dalla terraferma i lembi di questa che facevano parte del Dogado e della quale tuttavia costituivano il naturale sbocco al mare. V'era poi una zona ancora più interna, ben definita e costituita da boschi e pascoli, sulla quale gli abitanti della laguna avevano diritti di godimento.
Politicamente, il Dogado fu un aggregato di podesterie e contadi governati da nobili, membri e delegati del Maggior Consiglio; il governo amministrava direttamente la Dominante con le vicine isole annesse. Nel 1796 il Dogado si estendeva dalle foci del Po (Porto di Goro) a quelle dell'Isonzo, lasciando sulla sinistra di questo fiume il territorio veneto di Monfalcone. Contava in quell'epoca 248.210 ab. (1765). Aveva la maggiore ampiezza nella parte meridionale tra Po e Adige, era invece ristretto alle sole isole nella laguna del Friuli. Il confine, dalla Boeca di Goro risaliva il corso del fiume sino a Mazzorno, lasciando allo Stato Pontificio Ariano e Corbola; Loreo e Cavarzere vi erano invece compresi (Adria ne fece parte dal 1462 al 1603). Approssimandosi al Canal Bianco e all'Adigetto che separavano il Dogado dal Polesine di Rovigo, il confine varcava l'Adige a monte della Pettorazza, seguiva la Rebozola e il tronco inferiore del Bacchiglione, risaliva poi il Taglio Nuovissimo di Brenta. Questi canali separavano il Dogado dalla Padovana. Il confine seguiva poi la Brenta Morta (cioè il vecchio ramo di Fusina) sino a Oriago, lasciando fuori questo villaggio e la stessa Mira. Quindi passava a ponente di Marghera, lasciando alla Trevisana Mestre e Zuccarello: qui si avvicinava al margine della laguna; poi se ne allontanava, tanto da comprendere nel Dogado San Michele del Quarto. Volgendo poi verso SE., era segnato dal Sile, dal Taglio di Sile e dall'alveo vecchio del Piave. Varcava questo fiume a valle di San Donà, dirigendosi a San Stino di Livenza. Oltre la Livenza, appartenevano al Dogado Caorle e il cordone litorale friulano con Grado. I distretti nei quali esso si divideva erano: Loreo, Chioggia, Cavarzere, Gambarare, Malamocco, Murano (separato da Venezia dal 1271), Torcello (nel cui territorio erano le paludi ove furono Altino, Eraclea, Equilio o Iesolo, Ammiana, Costanziaca), Caorle, Grado. Per un certo tempo ne fece parte anche Cologna Veneta nel basso Veronese.
Caduta Venezia, il nome di Dogado scomparve dall'uso. In sua vece, nel periodo napoleonico fu istituito il compartimento dell'Adriatico, limitato a S. dal Po Grande, a E. dall'Isonzo, entro confini meno irregolari e più ampî.
Bibl.: R. Cessi, Le origini territoriali del Ducato veneziano, in Venezia. Studi di arte e di storia a cura del museo Correr, I, 1920; J. Filiasi, Memorie storiche de' Veneti primi e secondi, III, 2ª ed., Padova 1811; G. B. Gallicciolli, Delle memorie venete antiche profane ed ecclesiastiche, I, Venezia 1791; G. Pavanello, Di un'antica laguna scomparsa (la laguna Eracliana), in Archivio veneto-tridentino (R. Depurazione veneto-trentina di storia patria),1923; Santini, Atlas Universel, Venezia 1776 (carta, assai poco esatta: "Estat de la Seigneurie et République de Venise"); A. Zatta, Atlante novissimo, Venezia 1786 (carte: "Contorni di Venezia" e "Stato Veneto da Terra").