disutilita
disutilità Senso di pena, di sacrificio, di insoddisfazione che una persona deve sopportare quando è costretta a consumare un determinato bene sgradito o a prestare un determinato servizio. La merce il cui consumo genera pena, sacrificio, insoddisfazione è perciò tecnicamente considerata come un ‘male’, proprio a indicare che si tratta dell’opposto di un ‘bene’, al cui consumo è associato invece un senso di gradevolezza e di soddisfazione. Il termine è l’opposto di utilità (➔ ). Casi tipici di consumi che rappresentano per il consumatore un male sono il fumo passivo, lo smog delle città, la congestione stradale, l’inquinamento acustico. Si tratta di mali inevitabili, o difficilmente evitabili, a causa delle attività di consumo di altri soggetti, attività che generano esternalità negative che i singoli sono costretti a subire. Per ogni male si può tuttavia individuare una merce che, essendone l’opposto, costituisce propriamente un bene per il consumatore: l’aria pulita, il traffico scorrevole, il silenzio. Mediante una opportuna definizione delle merci si può quindi circoscrivere l’oggetto delle scelte del consumatore a un insieme costituito esclusivamente da beni in senso proprio.
La teoria economica tradizionale ha considerato il lavoro come un male, associando alla prestazione lavorativa la d. derivante dal sacrificio del tempo libero (detto ozio), richiesto al lavoratore. All’offerta di lavoro viene in tal modo collegata una d. crescente al numero delle ore lavorate. Ma anche in questo caso è individuabile nel bene ‘tempo libero’ l’opposto del male ‘lavoro’, sicché la decisione consumo-lavoro può essere riproposta come scelta della combinazione ottimale di due beni: consumo e tempo libero. Dai primi anni 1980, per l’impulso determinato dai contributi di G.S. Becker (➔), lo studio dell’allocazione del tempo si è arricchito ed esteso alla considerazione di aspetti diversi dalla mera prestazione lavorativa. Becker ha richiamato, infatti, l’attenzione sulla circostanza che le attività di consumo non si esauriscono nel semplice acquisto di prodotti, ma richiedono per il loro espletamento anche l’impiego di tempo, non necessariamente da connotare in termini negativi.