DISINFEZIONE
È il complesso delle operazioni intese a togliere o ad annientare le cause delle infezioni. Ha un campo d'applicazione estesissimo, dovendo comprendere tutte le malattie infettive, degli animali e delle piante, provocate tanto da microrganismi, quanto da macroparassiti. Limitandoci alla patologia dell'uomo e degli animali domestici, considereremo anzitutto una disinfezione naturale e una artificiale. La prima si compie incessantemente per opera di fattori naturali, conducenti alla morte, più o meno rapida, di ogni essere vivente, e quindi anche dei parassiti. I principali fattori naturali sono: l'età, onde la vecchiaia e lo spegnersi della vita; la luce solare (grazie, in special modo, ai raggi ultravioletti); l'essiccamento; le alte temperature e le vicende metereologiche; la putrefazione, che crea ai germi patogeni un substrato poco confacente alla loro vita, eccetto che per i germi già abituati a vivere in ambienti ricchi di prodotti di putrefazione. A questi agenti principali conviene aggiungere anche il batteriofago (v.), assai comune nelle acque e nei terreni, e, come mezzo indiretto d'affievolimento dei virus, la diluizione cui questi sono esposti in natura, quando i materiali morbosi si diffondono nell'aria oppure nell'acqua, per cui scemano le probabilità d'infezione.
La disinfezione artificiale è quella che si mette deliberatamente in opera per ottenere il più rapidamente e completamente possibile l'innocuità dei materiali infettivi provenienti dal malato o presenti in natura. Prendendo come tipo il caso più frequente, che si tratti di disinfettare prodotti morbosi eliminati da un infermo, si distingue una disinfezione corrente, da attuarsi durante il corso della malattia in modo da rendere inoffensivi i prodotti morbosi appena emessi, e una disinfezione finale, alla fine della malattia.
La disinfezione corrente richiede ordinamenti e servizî sanitarî assai completi e perfezionati e inoltre adatta istruzione della popolazione, resa consapevole della necessità delle disinfezioni, anche quando queste sembrano mirare più al bene sociale che a quello individuale. I mezzi usati per la disinfezione si dicono disinfettanti, e si dividono, secondo la loro natura, in fisici e chimici, sebbene il loro modo d'agire non permetta di regola una distinzione così netta. Disinfettanti fisici sono: il fuoco (usato principalmente per distruggere materiali infetti di poco o nessun valore: immondezze, carogne, ecc.), la cottura, la bollitura, la pastorizzazione, e, fra i più adoperati, il vapore acqueo. Questo s'impiega come vapore acqueo saturo sotto pressione, in apparecchi speciali, come autoclavi, stufe per disinfezione, ecc., dove, penetrando in ogni parte degli oggetti sottoposti alla disinfezione (abiti. biancherie, materassi, ecc.), esso, per un complesso di azioni chimico-fisiche, uccide rapidamente i germi patogeni ivi contenuti. Ai disinfettanti fisici s'ascrivono pure i raggi ultravioletti, prodotti in grande copia per mezzo di lampade speciali e utilizzati particolarmente per la purificazione d'alcuni liquidi, e, in primo luogo, dell'acqua potabile. Altre radiazioni (raggi X, radiazioni del radio, mesotorio, ecc.) non hanno avuto finora in questo campo applicazioni degne di nota: lo stesso si dica per la corrente elettrica.
I disinfettanti chimici sono assai numerosi e lo divengono sempre più grazie ai progressi della chimica.
I requisiti d'un buon disinfettante sono: grande attività, possibilmente su tutti i parassiti più importanti; celerità d'azione; assenza di velenosità per l'uomo; facilità d'applicazione; innocuità per gli oggetti da disinfettare; prezzo modico.
I disinfettanti chimici più comunemente usati ora e di maggiore importanza sono: il cloruro mercurico (sublimato corrosivo), la formaldeide, il cloro e gl'ipocloriti di calcio e di sodio, la calce e la soda caustica, alcuni derivati del fenolo (cresoli, creoline). Ognuno di essi ha, si può dire, una sua speciale sfera d'azione: così, per esempio, il cloruro mercurico è molto attivo contro la tubercolosi ed è specialmente adoperato nella disinfezione degli ambienti, della biancheria e delle mani; il cloro e gli ipocloriti sono utilizzati in special modo per la disinfezione delle acque potabili; la calce e la soda caustica per la disinfezione delle feci, ecc. (v. antisettici).
L'esperienza ha dimostrato che la disinfezione è un'operazione in genere assai difficile ad eseguirsi con pieno successo, sicché è necessario affidarla a persone esperte appositamente istruite, e anzi costituire dei completi servizî di disinfezione in ogni luogo ove ne sia più sentito il bisogno come ai confini, nei porti ecc.
Volendo dare un'idea di come funziona sommariamente il servizio delle pubbliche disinfezioni in una città, prendiamo l'esempio d'una malattia infettiva, del tifo. Appena l'ufficiale sanitario ha notizia d'un caso di tifo attraverso la denuncia del medico curante, dispone affinché il personale del suo ufficio si renda subito conto della possibilità, o meno, che quel malato venga assistito dalla sua famiglia senza pericolo per altri. Se così è (in caso contrario il malato è isolato in un ospedale) si provvede a incaricare persona della famiglia, oppure un infermiere, di procedere continuamente alle disinfezioni nella camera stessa del malato; disinfezioni, cioè, delle biancherie (immergendole per alcune ore in una tinozza piena di sublimato al 5‰ o d'altra sostanza adatta), delle feci e urine (aggiungendovi altrettanto latte di calce al 20% oppure altrettanta creolina contenente il 2-3% di cresolo ecc., e lasciando poi agire per un paio d'ore), delle stoviglie e posate (con la bollitura in presenza di carbonato sodico oppure di cenere), delle sputacchiere (con la bollitura in apposito recipiente, anche qui in presenza di carbonato sodico) ecc. Nessun oggetto e indumento del malato deve uscire dalla sua camera senza essere stato prima reso inoffensivo mediante un'adatta disinfezione. E parimenti si provvede con cura alla periodica disinfezione delle mani di chi assiste mediante abbondanti e ripetute saponate, seguite dall'immersione per alcuni istanti nella soluzione di sublimato all'1‰. È pure opportuna la ripetuta disinfezione dei pavimenti, che s'eseguisce o con sublimato al 5‰ o con altra sostanza a seconda della natura degli impiantiti. Talvolta, per la disinfezione delle biancherie, si preferisce trasportarle nella stazione di disinfezione, ove si trattano col vapor acqueo negli appositi apparecchi; ma questo procedimento vale soprattutto per gli ospedali. Finita la malattia, si passa alla disinfezione finale; si provvede, cioè, a raccogliere (ponendoli in sacchi di grossa tela bagnata con un disinfettante) e a recare alla stazione di disinfezione (v. appresso) biancherie, lenzuola, materassi, cuscini e ogni altro oggetto facilmente asportabile dalla camera del malato e dalle altre stanze che siano state infettate durante la malattia; a distruggere o a risanare col fuoco i rifiuti d'ogni sorta e gli oggetti di niun valore infetti (spazzatura, cartacce, paglia dei pagliericci, ecc.); a disinfettare, secondo le buone norme, le pareti, il soffitto, il pavimento, i mobili, gli affissi ecc. delle stanze infette.
Nella stazione di disinfezione s'eseguisce giornalmente la disinfezione di quanto d'infetto vi venga portato da tutto il comune e talvolta da più comuni e ospedali, all'uopo tra loro consorziatisi, in modo da disporre d'un servizio unico e d'un impianto unico, più economico e più utile. Ciascuna stazione ha due sezioni, una detta infetta, l'altra pura, che comunicano fra loro unicamente per mezzo degli apparecchi di disinfezione, di maniera che gli oggetti infetti non possono riuscire alla sezione pura, se non dopo essere stati convenientemente disinfettati. Nella legislazione sanitaria italiana vi sono norme precise per le disinfezioni ed è disposto che quando queste vengono eseguite dai comuni siano gratuite.
Accanto alle disinfezioni pubbliche, si devono ricordare altresì le disinfezioni che s'eseguiscono negli ospedali, ambulatorî, ecc. sulle persone, in casi di traumi, ferite, ecc., e infine quelle che si possono mettere in opera nelle famiglie per premunirsi dai morbi contagiosi, indipendentemente o prima che intervengano le autorità sanitarie. In molti paesi questa e altre pratiche di profilassi personale sono diffusissime, e tali devono essere in ogni ambiente colto. Una disinfezione di fondamentale importanza è la lavatura della persona, e in particolare delle mani e della bocca, compresa la pulizia dei denti. La cottura dei cibi e la bollitura del latte e dell'acqua sono pure mezzi semplici, ma pieziosi di disinfezione.
Oltre alle disinfezioni che annientano i germi patogeni fuori dei malato, ve ne hanno altre che si usano sul malato stesso per la cura della ferita oppure per vincere un'infezione in corso, mediante sostanze con azione elettiva, diretta o indiretta, sui microbî (disinfezione esterna e interna, chemioterapia).
Si devono ricordare infine le disinfezioni destinate a uccidere insetti o anche piccoli mammiferi capaci di propagare le malattie: si dicono pure disinfestioni o disinfestazioni, e le loro applicazioni più notevoli, nella medicina umana, sono: la distruzione dei ratti e delle pulci per la difesa dalla peste, dei pidocchi per la difesa dal tifo esantematico e dalle febbri ricorrenti, degli anofeli per la lotta contro la malaria, delle mosche, ecc.
Bibl.: D. Ottolenghi, I batterii patogeni in rapporto ai disinfettanti, Torino 1899; F. Abba, Guida per la pratica delle disinfezioni pubbliche e private, Torino 1900; A. Corsini, I disinfettanti gassosi, Firenze 1909; D. Ottolenghi, Potere disinfettante del sublimato corrosivo, in Ig. Mod., 1910; V. Maragnoli, Guida del disinfettatore, Milano 1911; D. Ottolenghi, La purificazione dell'acqua per le truppe col cloruro di calce, in Ig. Mod., 1916, n. 1; E. Hailer, Die Desinfektion, Lipsia 1922; F. Kirstein, Leitfaden der Desinfektion, Berlino 1925; A. Besson e G. Ehringer, La pratique de la désinfection, Parigi 1926; G. Gardenghi, Profilassi generale delle malattie trasmissibili, Torino 1928.