DIPLOMATICA
(XII, p. 954)
Gli sviluppi raggiunti dalla d. per effetto degli studi più recenti consentono anzitutto di dare della disciplina una definizione più puntuale rispetto a quella consacrata dalla manualistica del 19° secolo e accolta anche in questa Enciclopedia.
La d. è dunque la scienza che studia la forma dei documenti e ne ricostruisce la tradizione, la struttura e la genesi per datarli, per giudicare la loro genuinità e per valutarne il testo in relazione alle rispettive formule. Chiaramente, pertanto, formano oggetto della d. non soltanto i documenti pervenuti in originale, ma anche quelli traditi in copia o per inserto o addirittura in parafrasi: dei primi essa è in grado di valutare, oltre ai caratteri intrinseci, anche quelli estrinseci, mentre per gli altri può tener conto solamente degli elementi formali che riguardano il dettato. Inoltre, nel contesto della definizione qui riferita, il concetto di documento non va ristretto alle attestazioni scritte del compimento di azioni giuridiche o dell'esistenza di fatti giuridici, ma esteso altresì a tutti gli ''atti scritti'' (e in particolare a quelli amministrativi) purché redatti in forme tali da conferire loro validità.
Come per altre discipline, il discrimine tra gli indirizzi tradizionali della d. e quelli più recenti è rappresentato dagli anni del secondo conflitto mondiale: allorquando la ripresa degli scambi culturali, negli anni Cinquanta, interrompendo una lunga incomunicabilità che si era protratta ben oltre la fine della guerra, consentì ai vari paesi europei di stabilire un confronto delle rispettive esperienze di studio in ordine sia alla produzione scientifica sia agli orientamenti di ricerca, nell'ambito della d. si verificò da principio un consistente sviluppo quantitativo, favorito sia dal fervore della ripresa sia dalla circostanza che la disciplina, dato il suo oggetto specifico, appariva in certo qual modo immune dai rivolgimenti ai quali erano sottoposte le teorie storiografiche in seguito al tramonto di ideologie messe in crisi dalla realtà della guerra. Ben presto, tuttavia, subentrò una fase d'incertezza: la constatazione che non erano più accettabili i limiti cronologici fissati alla disciplina dalla tradizione scolastica; che per talune tematiche le metodologie enunciate e perfezionate tra l'ultimo venticinquennio del sec. 19° e i primi anni del 20°, soprattutto dalla scuola tedesca, si erano rivelate insufficienti; che affioravano tendenze ad applicare la critica diplomatica anche a documenti che non costituiscono attestazioni di atti o di fatti di natura giuridica; che si veniva facendo strada, nell'Europa orientale, una corrente di pensiero la quale teorizzava la valutazione del documento in base al livello sociale delle persone che avevano rapporto con esso, portò a ravvisare nella molteplicità di orientamenti, non potuti ancora verificare nella loro consistenza scientifica, sintomi di crisi. Nondimeno una considerazione più attenta ha consentito ben presto di accogliere e disciplinare i fermenti nuovi entro i confini della metodologia propria della d. rifiutando invece ciò che, pur presentandosi al primo impatto come un affinamento e un arricchimento, era risultato invece ad essa estraneo. Nello stesso tempo tale considerazione ha suggerito di creare un organismo che consentisse di conoscere in maniera più rapida e capillare le diverse tendenze ed eventualmente di coordinarle: è sorta così, quale articolazione del Comité international des sciences historiques, la Commission internationale de diplomatique, la quale sta conducendo tra l'altro tre iniziative parallele: l'unificazione delle norme di edizione delle fonti documentarie, un vocabolario internazionale di d., il censimento dei documenti pontifici originali del periodo compreso tra l'incoronazione di Innocenzo iii e l'elezione di Martino v.
L'aspetto più imponente dello sviluppo degli studi di d. è rappresentato dalle edizioni di testi documentari che, promosse da istituzioni molteplici, hanno raggiunto, soprattutto in Italia, un numero veramente cospicuo e, generalmente, di buon livello scientifico.
Nel settore della d. generale, nonostante la moltiplicazione di insegnamenti ufficiali della materia, non c'è stata in tempi recenti la fioritura di manuali che aveva caratterizzato la fine del 19° secolo e il primo quarantennio del 20°; in compenso si sono avute approfondite indagini su singole partizioni del documento, soprattutto l'invocatio, l'intitulatio, la salutatio, l'arenga, la sanctio; alcuni pregevoli saggi sulle clausole accessorie della dispositio sono invece frutto di ricerche compiute in prevalenza da giuristi piuttosto che da diplomatisti.
Nel settore della d. speciale occorre distinguere tra gli studi dedicati al documento pubblico (organizzazioni cancelleresche e attività documentaria) e quelli rivolti invece al documento privato.
Ai primi si sono applicati di preferenza studiosi stranieri, non solo per quanto concerne la documentazione sovrana dei rispettivi paesi, ma anche per quel che riguarda la cancelleria pontificia (alla quale hanno dato preziosi contributi anche studiosi italiani, almeno per lo studio dei registri papali e della pratica delle suppliche) e le cancellerie regie longobarda e normanna. I diplomatisti di casa nostra hanno semmai focalizzato alcuni temi relativi ai documenti vescovili, a quelli signorili e, in misura maggiore, a quelli comunali: i frutti delle ricerche riflettono tuttavia una realtà estremamente mutevole e non consentono perciò ancora di disegnare una d. vescovile o signorile o comunale; è presumibile, anzi, che almeno per le prime due tale obbiettivo non sarà mai raggiunto se non per ambiti molto ristretti, mentre per l'ultima si potrà forse giungere a individuare talune linee fondamentali valevoli per la produzione documentaria non certo di tutti i comuni, ma almeno di quelli compresi in aree omogenee notevolmente vaste, limitatamente però ad alcuni soltanto dei numerosi uffici facenti capo alla realtà istituzionale del comune.
Notevolmente più ampia e approfondita è stata in Italia, negli anni più recenti, la ricerca sul documento privato e sulla sua attendibilità. L'origine, l'evoluzione e la definitiva affermazione del notariato hanno rappresentato e rappresentano tuttora un tema assai dibattuto, affrontato ora globalmente ora per aree circoscritte sotto diverse angolazioni, sia negli aspetti istituzionali, sia in rapporto alle vicende della storia politica, sia nel quadro delle scuole di notariato e dei trattati di ars notaria.
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