GAROGLIO, Diego
Nacque a Montafia, nell'Astigiano, il 4 genn. 1866 da Luigi, magistrato, e da Ernestina Pugno. Compiuti gli studi superiori, ottenne una borsa di studio per la facoltà di lettere dell'Istituto di studi superiori di Firenze, dove si trasferì alla fine del 1886.
Per interessamento di E. Nencioni nel 1887 iniziò a collaborare al Fanfulla della domenica con recensioni e note di critica letteraria su personaggi e temi del romanticismo italiano, nelle quali tentava di integrare il metodo storico con quello comparativo, preparando intanto la sua tesi di laurea su G. Berchet.
Nel frattempo, si era profondamente legato ad Angiolo Orvieto, insieme con il quale si accostò a G.S. Gargano e a G.A. Fabris in nome di un comune interesse per le letterature straniere e della medesima insoddisfazione nei confronti del naturalismo scientifico e dei metodi della scuola storica. Di tali inclinazioni culturali fu concretizzazione e strumento Vita nuova, il periodico del gruppo (gennaio 1889 - marzo 1891), di cui il G. fu uno dei promotori, ma a cui collaborò con un esiguo numero di contributi sia a causa dei suoi impegni di studente, sia perché stava divenendo prevalente la sua attività poetica.
Quest'ultima, caratterizzata sin dagli esordi da una facilità di vena e da una prolificità che lo accompagnarono per tutta la vita, dopo le poesie del biennio 1889-90, apparse su Vita nuova, proseguì (chiusa questa rivista) con i cicli di sonetti e altre composizioni poetiche pubblicati (1891-92) nella Gazzetta letteraria e non si interruppe neppure durante le peregrinazioni in diverse città (Roma, Aosta, Sorrento, Genova), connesse con la carriera di insegnante che aveva nel frattempo intrapreso.
La produzione di questi anni, poi raccolta nel volume Poesie (1888-1892), Torino 1892, è costituita, per una cospicua parte, da una sorta di diario lirico imperniato sull'amore e, successivamente, sul matrimonio (1891) con Elena Tenco. Accanto a questi temi personali e familiari, in cui riaffiorano echi leopardiani, compaiono testi di più ampio respiro meditativo, con aperture umanitarie e sociali, ed enfatici richiami carducciani. Gli argomenti e il registro classicheggiante restarono sostanzialmente gli stessi, pur nella maggiore scioltezza e varietà delle forme, nella seconda raccolta, Due anime: nuove poesie (1893-1895), Firenze 1898, incentrata sulla dolente rievocazione degli anni e dei luoghi (Sorrento, la Riviera ligure) della felice vita con la moglie, morta improvvisamente nel 1895, ma in cui è senz'altro più interessante l'ampia sezione di poesie tradotte (dal francese, spagnolo, portoghese, inglese e tedesco) sia per gli autori prescelti, sia per la perizia di molte traduzioni.
Nel lutto il G. fu sostenuto dagli amici fiorentini, specialmente da Angiolo Orvieto, con cui prese ad allestire una nuova rivista, erede e continuatrice di Vita nuova, intitolata, su suggerimento di G. D'Annunzio, Il Marzocco (il primo numero uscì il 2 febbr. 1896). L'alacrità con cui il G. si dedicò alla preparazione di tale periodico e un lungo viaggio nell'Europa centrale, culminato con un soggiorno di studio a Berlino (nell'estate del 1895), lo scossero definitivamente dallo stato di depressione in cui versava.
Alle prime annate del Marzocco collaborò con assiduità sia come poeta, sia come critico, conducendo in quest'ultima veste un'energica battaglia, peraltro del tutto in linea con la sua ricerca poetica, contro gli abusi del metodo storico e dello specialismo positivista, a sostegno di una critica estetica che, ricorrendo anche agli strumenti del metodo comparativo e della critica simbolica, si facesse strumento chiarificatore e rivelatore di un'arte aristocratica e pura, di cui si indicavano gli esemplari nell'opera di A. Fogazzaro e, soprattutto, in quella di G. Pascoli delle Myricae e dei Primi poemetti.
Dal 1897 il G. si era stabilito definitivamente a Firenze dove, per la sua attività di professore, era stato destinato in un primo tempo all'istituto tecnico, quindi trasferito alla scuola normale di via S. Gallo (nella quale ebbe come allievo G. Papini). Nell'agosto del 1898 si risposò con Amelia Foà, dalla quale ebbe tre figli (Gino, Pier Giovanni e Giulio). Negli anni che vanno fino al 1904, raggiunta, infine, la stabilità professionale e affettiva, si riscontra una decisa maturazione della sua produzione poetica, con il definirsi di una più autonoma espressione delle tematiche personali e il precisarsi, anche attraverso la militanza nel Partito socialista, di quelle umanitarie e sociali, mentre giungevano alla piena maturazione il suo metodo e i suoi interessi critici.
Il volume Versi d'amore e prose di romanzi (Livorno 1903) raccoglie la parte più significativa dell'attività critica del G., mutuando il titolo dall'intestazione della rubrica di critica letteraria tenuta da lui nel Marzocco. Innanzitutto, sono riprodotti i testi più importanti dell'ormai conclusa stagione di critico militante del G. (iniziata con gli studi su Annie Vivanti, Fogazzaro, Pascoli, D'Annunzio e Neera, pp. 1-228, e culminata con la presa di distanza dall'Estetica crociana, sul Marzocco del 9 nov. 1902), mentre in successivi interventi (su E. De Amicis ed E. Corradini, pp. 229-293) affiorano più definiti interessi etico-politici, non esenti da spunti nazionalistici e umanitari. In rapporto a tali interessi e all'impegno politico del G., che fu per un decennio (1904-14) consigliere comunale socialista a Firenze e candidato, sempre per il Partito socialista, nelle elezioni del 1904 per i collegi di Bibbiena e Pescia, la sua produzione poetica continua a oscillare tra i poli estremi di una lirica politica vivacemente militante (nella raccolta Canti sociali, Firenze 1904), tramata di echi declamatori da G. Carducci a H. Heine e V. Hugo, e di una poesia privata e familiare ora caratterizzata da un intimismo crepuscolare dalle movenze ormai sciolte e personali, pur nei riecheggiamenti pascoliani (nel poemetto Vigilia di nozze, Firenze 1902, e nella raccolta in onore del padre, La passeggiata del vecchio giudice, Domodossola 1903). Un terreno d'incontro e di conciliazione tra queste due polarità si trova, tuttavia, nell'inquietudine, nell'ansia di una ricerca religiosa che, pur tra accenti paganeggianti e dannunziani, pervade il polimetro Elena. Poema lirico (1893-1897), Livorno 1901, in memoria della prima moglie.
Nel ventennio che va dal 1905 al 1924 il G. abbandonò quasi completamente la critica letteraria e la collaborazione al Marzocco, intensificando il suo impegno politico. Candidato socialista nel collegio di Casale Monferrato alle elezioni del 1909 e del 1913, abbandonò il partito all'inizio del 1915, assumendo posizioni interventiste. Nel 1919, a Firenze, fu a capo di un gruppo di socialisti nazionalisti, poi confluito nell'Unione politica nazionale; nello stesso anno, a Casale, fu ferito da alcuni oppositori durante un comizio nazionalista. La vicinanza delle sue posizioni politiche al fascismo divenne adesione piena quando, nel 1924, accettò la tessera del Partito nazionale fascista.
Nel 1922 aveva pubblicato a Firenze l'ampia raccolta Umanità. Canti sociali (1892-1922), in cui era riunita tutta la sua poesia politica, precedente e successiva all'omonimo volume del 1904, di cui riprendeva le tematiche umanitarie e lo stile declamatorio, arricchito da più decisi accenti nazionalisti, rievocando figure e fatti della storia italiana dal Risorgimento alla prima guerra mondiale. A fronte di questa ampia produzione di poesia politicamente impegnata, la lirica personale del G. si arresta al 1912, raccolta in Sovra il bel fiume d'Arno. Liriche (1896-1912), Bologna 1913, la sua opera più ambiziosa, ma anche quella in cui chiaramente emergono i suoi limiti: un classicismo di nobile ispirazione e personale fattura ma troppo spesso diluito in un intimismo prolisso e talora moralisticamente declamatorio. Il G. curò anche una preziosa edizione della Vita di B. Cellini (Firenze 1924), mentre i due volumi Fior di vita: poesie e prose per le scuole popolari, professionali e medie inferiori (ibid. 1909) e Il paradiso delle rondini: fiabe (ibid. 1923) costituiscono un'incursione nel campo della letteratura per l'infanzia.
Nell'ultimo decennio della sua vita il G., accanto a un pieno impegno nelle organizzazioni culturali fasciste e alla collaborazione al quotidiano La Sera di Milano, intese ed esercitò la sua attività poetica ormai soltanto nella direzione del diario lirico, memoria di persone e luoghi lontani, o colloquio con familiari e amici, come nelle tre ultime raccolte: Canti di Pietramala (1919-1930), Firenze 1930; La villa, il parco, il podere (1924-1929), ibid. 1930; Canti delle Dolomiti (1925-1930), Bolzano 1930; pagine di serena pensosità appaiono negli ultimi scritti (tre opuscoli nuziali stampati a Firenze nel 1933: Sorrisi. L'incontro alle soglie; Sinfonia d'amore in tre tempi, per le nozze del figlio Giulio; La chimera. I due templi, per le nozze del figlio Pier Giovanni).
Declinate rapidamente le sue condizioni di salute, il G. si spense a Firenze il 21 nov. 1933.
Postumo, a cura del Comune di Casale, uscì nel 1936 il volume Il vecchio nido. Canti del Monferrato, in cui il G. aveva raccolto le composizioni, molte delle quali già edite, dedicate all'evocazione della sua famiglia e dei luoghi d'origine.
L'elenco completo degli scritti pubblicati dal G. sul Marzocco (circa 140 testi) si può ricavare dagli Indici della rivista a cura di C. Rotondi, I, Firenze 1980, pp. 131-135 (in app. al II vol. sono pubblicati anche gli indici di Vita nuova e Germinal).
Fonti e Bibl.: Necr. in La Nazione, 22 e 24 nov. 1933; La Sera, 23 nov. 1933. La corrispondenza inedita del G. diretta ai fratelli Orvieto è conservata nel Fondo Orvieto donato, nel 1978, dagli eredi all'Archivio contemporaneo A. Bonsanti del Gabinetto G.P. Vieusseux a Firenze, cfr. C. Del Vivo, La donazione Orvieto all'Archivio contemporaneo del Gabinetto G.P. Vieusseux, in Il Marzocco. Carteggi e cronache fra Ottocento e avanguardie(1887-1913). Atti del Seminario di studi (Firenze… 1983), a cura di C. Del Vivo, Firenze 1985, pp. 369-378 (in partic., p. 373); Fondo Orvieto, s. 1, Corrispondenza generale. Lettere A-B, Firenze 1994, a cura di C. Del Vivo, ad indicem; vedi anche Guida agli archivi delle personalità della cultura toscana tra '800 e '900. L'area fiorentina, a cura di E. Capannelli - E. Insabato, Firenze 1996, pp. 437 s. Inoltre: G. Oliva, I nobili spiriti. Pascoli, D'Annunzio e le riviste dell'estetismo fiorentino, Bergamo 1979, pp. 469-474 indica e pubblica la parte essenziale della corrispondenza del G. con G. Pascoli e G. D'Annunzio.
Tra gli scritti commemorativi si ricordano: il numero speciale del periodico Alexandria, dicembre 1933, interamente dedicato al G.; D. G. Poeta, educatore, patriota, Firenze 1934, nel primo anniversario della morte, in cui sono raccolti, tra gli altri, testi di C. Betocchi, Angiolo Orvieto, E. Allodoli, A. Farinelli, G. Mazzoni, G. Ottolenghi, L. Tonelli e G. Vandelli (vedi anche la recensione dell'opuscolo a opera di A. Chiari, in Convivium, VII [1935], pp. 149 s.); C. Betocchi, D. G., in Frontespizio, genn. 1934, p. 19; G. Papini, Il poeta professore, in Id., Passato remoto (1885-1914), Firenze 1948, pp. 65-70.
Sul ruolo e l'attività del G. nell'ambito del Marzocco si veda: M. Praz, "Il Marzocco", in L'Illustrazione italiana, 8 gennaio 1933, p. 62; A. Pompeati, "Il Marzocco", in Nuova Antologia, 16 giugno 1933, pp. 559-569; M. Maffii, Come li conobbi, Tivoli 1954, in partic. nei due capitoli su D'Annunzio e il "Marzocco" (pp. 115-124) e su Pascoli e il "Marzocco" (pp. 144-156). Un esame dell'opera critica del G. nella Vita nuova e nel Marzocco, attento anche alle implicazioni ideologico-politiche di alcune sue posizioni, è in G. Oliva I nobili spiriti, cit., pp. 89-97, 218-220, 227 s., 469-474. Sui rapporti del G. con Pascoli e D'Annunzio, v. anche: M. Petrini, G. Pascoli, "Il Convito" e "Il Marzocco", in Belfagor, 31 luglio 1961, pp. 432-440; S. Gentili, Trionfo e crisi del modello dannunziano, I, Alle origini del "Marzocco", Firenze 1981, ad indicem. Altri riferimenti al G. in: A. Accame Bobbio, Le riviste fiorentine del principio del secolo (1903-1916), Firenze 1936 (rist. anast. Firenze 1984), ad indicem; A. Briganti, Intellettuali e cultura fra Ottocento e Novecento, Padova 1972, ad indicem; R. Storti Abate, Arte e scienza tra Ottocento e Novecento: "Il Marzocco", in Problemi, maggio-agosto 1976, n. 46, pp. 132-176; R. Contarino, Il primo "Marzocco" (1896-1900), Bologna 1982, ad indicem; G. Luti, Gli anni del "Marzocco", in Momenti della cultura fiorentina tra Ottocento e Novecento, Firenze 1987, pp. 23-40; F. Piga, Le riviste del primo Novecento, in Il Novecento, a cura di G. Luti, I, Milano 1989, pp. 492-494; G. Luti, Firenze e la Toscana, in Letteratura italiana (Einaudi), IX, Geografia e storia, 3, Torino 1989, pp. 491-495.