derivato
s. m. – Strumento finanziario il cui valore dipende (deriva) dall’andamento di altre variabili, spesso, ma non necessariamente, di tipo economico-finanziario, dette sottostanti del derivato. Per quanto ben noti e utilizzati anche in passato, l’importanza dei d. si è accresciuta enormemente a partire dagli anni Settanta del 20° sec., fino a divenire protagonisti, nei primi anni del 21° sec., di turbolente vicende economico-finanziarie. L’espansione dei d. è contemporaneamente diffusione di nuovi prodotti, aumento di operatori e creazione di mercati. In un mondo in cui cresce l’incertezza e si moltiplicano le fonti di rischio cresce anche la domanda di copertura e protezione da questi rischi, stimolando l’offerta di prodotti sempre più sofisticati (v. ). Tale processo evolutivo si è giovato delle nuove tecnologie finanziarie generate dai progressi della finanza quantitativa nella seconda metà del 20° sec., che hanno attirato anche l’attenzione degli speculatori, i quali hanno contribuito a incrementare il volume delle transazioni e lo spessore delle borse specializzate in derivati. Una classificazione dei d. può basarsi sul tipo di contratto alla base del d. o sul tipo di sottostante. Sulla base del primo criterio si può distinguere fra forwards, futures, swaps e opzioni. I forwards sono contratti a termine con cui due parti si accordano per comperare o vendere a un prezzo prefissato alla stipula del contratto, detto prezzo di consegna, una quantità data di un certo bene (il sottostante) a un’epoca futura. I futures sono contratti molto simili ai forwards ma sono negoziati in borsa (le principali sono CBOT, Chicago board of trade, e CME, Chicago mercantile exchange) su basi standardizzate. Il prezzo di consegna è detto prezzo future. La maggior parte dei contratti non si conclude con la consegna, ma è chiusa prima dell’inizio del periodo di consegna. La chiusura avviene con la stipula di un contratto di segno opposto rispetto all’originale. Gli swaps sono accordi fra due contraenti (usualmente due società) per scambiarsi pagamenti futuri. L’accordo definisce le date in cui i pagamenti sono scambiati e il modo di determinarli. I principali tipi di swaps sono quelli sui tassi di interesse e quelli su valute, ma vi sono anche gli equity swaps, i commodity swaps e i credit swaps. Le opzioni, a differenza degli altri d. che configurano impegni, danno diritti che non è necessario esercitare. Nelle formule più semplici (opzioni plain vanilla) questi diritti sono diritti ad acquistare (call) o a vendere (put) un sottostante a un prezzo prefissato a, o entro, una data prefissata. In base al criterio di classificazione dei d. sulla base del sottostante si possono distinguere strumenti finanziari classici (azioni, obbligazioni) e moderni (fondi comuni, indici azionari), merci e materie prime (importantissimi i d. energetici con sottostante petrolio, gas naturale, carbone ecc.), valute, tassi di interesse. Una classe di sottostanti particolari è rappresentata dai cosiddetti eventi creditizi, che sono alla base dei derivati di credito. Oltre a sottostanti con contenuto economico-finanziario, nel primo decennio del 21° sec. hanno avuto una certa fortuna anche i d. meteorologici (weather derivatives) con sottostante eventi atmosferici, utilizzati con finalità di copertura da operatori del settore turistico e agricolo o da imprese di utility e di assicurazione.