deontologia giornalistica
deontologìa giornalìstica locuz. sost. f. – Insieme delle regole di comportamento della professione di giornalista. Negli ultimi anni si è molto evoluta e, oltre a tradizionali questioni che sono state affrontate dalle norme di molti paesi, come quella della riservatezza delle fonti di un giornalista, la d. g. deve ora affrontare problemi come quelli della tutela della privacy, della tutela dei minori e della diffusione di immagini in televisione e via Internet. In Italia essa è affidata spesso all’autoregolamentazione della categoria dei giornalisti, talvolta d’intesa con i ministeri delle Comunicazioni e della Giustizia; le eventuali sanzioni sono state spesso criticate come scarsamente incisive. La privacy in generale e quella dei minori in particolare sono argomenti già affrontati, rispettivamente, fin dalla nascita dell’Autorità garante dei dati personali e dalla prima Carta di Treviso (1990), documento delle organizzazioni professionali riguardante informazioni e minori. Dal 2000 sono stati effettuati aggiornamenti e nel 2002 è stato approvato un codice di autoregolamentazione sul tema Tv e minori, che stabilisce limiti alla diffusione delle immagini di minorenni coinvolti in fatti di cronaca. Sono stati poi affrontati altri argomenti specifici: del 2007 è un «protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti», questione portata all’attenzione generale dalle tragedie collegate all’immigrazione, così come una carta dei doveri dell’informazione economica (v. insider trading e media), dove si parla anche dell’obbligo di riferire correttamente vicende che riguardino l’editore o il referente economico o politico della testata; del 2008 è un codice di autoregolamentazione delle trasmissioni di commento degli avvenimenti sportivi, argomento divenuto di attualità in seguito agli episodi di violenza in occasione di eventi sportivi; del 2009 è un codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive.