DELFINO (fr. Dauphin)
Sotto questo titolo si usò dal sec. XIV al sec. XVIII indicare il principe ereditario del trono di Francia. Quando nel 1343 l'ultimo dei Delfini, Umberto II, abbandonò a Filippo VI di Francia il Delfinato, fu stabilito che esso dovesse essere sempre autonomo sotto un figlio cadetto del re e dei suoi discendenti. Ma già l'anno seguente il re stabiliva che, senza essere annesso al regno, il Delfinato fosse sempre del figlio primogenito del re di Francia, o del re stesso se non avesse figli. Così il Delfinato dal 1349 spettò a Carlo duca di Normandia figlio di Giovanni II e dopo di lui al figlio Carlo (VI), poi a Carlo (VII), a Luigi (XI) e a Carlo (VIII). Tutti questi principi governarono il Delfinato per mezzo di rappresentanti, salvo Luigi XI che, in rotta col padre per varî anni, visse nel suo staterello governandolo direttamente e preparandolo all'assorbimento totale nella Francia. Solo con Enrico (II), figlio di Francesco I, si usò indicare il primogenito ed erede del trono col nome di Delfino, senza che avesse il governo dell'antico Delfinato. Riprese la serie dei Delfini di Francia nel sec. XVII con Luigi (XIII) e Luigi (XIV); s'indicarono con la designazione di Luigi I Delfino e Luigi II Delfino il primogenito del gran re e il primogenito dello stesso Delfino, premorti a Luigi XIV; poi portò il titolo di Delfino Luigi (XV), il cui primogenito Luigi, morì essendo soltanto Delfino; quindi il primogenito di questo, Luigi (XVI); e da ultimo i due figli di Luigi XVI, Luigi I Delfino, Luigi II Delfino, che divenne poi l'infelice re Luigi XVII.
Edizioni del Delfino. - Con questa locuzione si indica una serie di edizioni dei più famosi classici latini, stampate per servire agli studî del Delfino di Francia, figlio di Luigi XIV. La collezione consta di 64 volumi in 4° e fu ideata da Ch. de Saint-Maure duca di Montausier e da J. B. Bossuet, rispettivamente governatore e precettore del Delfino; l'edizione fu diretta da P.-D. Huet, in collaborazione con molti altri studiosi di fama, che attesero a rivedere criticamente i testi, a corredarli di commenti, note e indici. Iniziata a Parigi nel 1672, la pubblicazione durò circa 15 anni; ogni volume reca nel frontespizio la frase: in (ad) usum Serenissimi Delphini; di molti di essi si ebbero numerose ristampe.
Le edizioni del Delfino sono in genere corrette, ma non sempre corrisposero agl'intendimenti critici dei compilatori, specie dal lato tipografico. Particolare tipico di tali edizioni è l'essere state accuratamente espurgate di brani ritenuti licenziosi. La locuzione ad usum delphini venne riferita in seguito, spesso in senso non benevolo, a qualunque opera il cui testo non sia dato integralmente.