DEIOTARO I (Deiotărus)
Tetrarca dei Galati Tolistobogi, e quindi re della Piccola Armenia, morto nel 40 a. C. Figlio di Domnorice, fu forse uno dei pochi capi galati scampati l'86 a. C. alla strage di Mitridate. Fu amico fedele dei Romani. Nella sistemazione della regione del 63-62, Pompeo gli attribuì, oltre ai possessi aviti, la Piccola Armenia con il titolo di re, la Gadilonitis, e, sul Ponto, Farnacia e Trapezunte. Il Senato confermò nel 59 la concessione. Grande divenne quindi la potenza di D., che poté vincere nel 58 il genero Brogitaro, tetrarca dei Trocmi, che aveva occupato il tempio di Pessinunte, e aiutare M. Bibulo e Cicerone, quando nel 51-50 si schierarono contro i Parti. Nella guerra civile, D. seguì le parti di Pompeo, ma dopo Farsalo fece atto di sottomissione a Cesare. Aiutò più tardi anche il legato Gn. Domizio contro Farnace, ma non riuscì a impedire che questi occupasse le città pontiche e l'Armenia. Si rifece delle perdite in Galazia, cacciando alcuni minori principi, e impadronendosi della tetrarchia dei Trocmi.
Gli esuli invocarono l'aiuto di Cesare, ma questi, giunto in Asia nel 47, confermò il titolo e i possessi al vecchio re, in cui vedeva un sicuro alleato contro Farnace. Dopo Zela però, a D. furono tolte a favore di Mitridate la Piccola Armenia e le città pontiche; gli fu lasciata tutta la Galazia ad ovest dell'Halys. Ucciso Mitridate, D. cercò di riavere da Cesare gli antichi possessi; ma rinnovatesi le accuse d'inimicizia al dittatore, dovette scolparsene; né la difesa di Cicerone valse a rimetterlo in grazia. Morto Cesare, D. si affrettò a occupare l'Armenia, e Antonio, dietro pagamento di 10 milioni di sesterzi, gli convalidò l'occupazione. Nella guerra civile D. aiutò Cassio e Bruto, ma dopo Filippi si accordò coi triumviri e riuscì a conservare il regno fino alla morte. La sua immagine si conosce da numerose monete.
Bibl.: B. Niese, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., d. class Altertumswiss., IV, col. 2401 segg.; F. Stähelin, Gesch. der Kleinasiatischen Galater, 2ª ed., Lipsia 1907, p. 87 segg.