DECLINAZIONE
. Magnetismo. - Se un ago o sbarretta d'acciaio magnetizzato, sostenuto su di una punta per il suo centro, ovvero sospeso a un filo, sia lasciato libero di ruotare nel piano orizzontale, esso assume una determinata direzione. Il piano verticale passante per tale direzione, individuata dall'asse longitudinale dell'ago (o più precisamente, dall'asse magnetico ovvero linea dei poli, è il meridiano magnetico del luogo in cui trovasi l'ago. Possiamo riferire il meridiano magnetico al meridiano geografico (o astronomico) condotto per il centro di rotazione dello stesso ago, e allora in generale si trova che i due piani meridiani, magnetico e geografico, fanno fra loro un certo angolo, non molto grande, ma diverso da luogo a luogo. A questo angolo, compreso fra il meridiano magnetico e quello geografico, si dà il nome di declinazione magnetica. Essa può essere orientale ovvero occidentale, secondo che la punta nord dell'ago (quella che, almeno approssimativamente, appare orientata vero il nord geografico) devia, o declina, dalla parte di est o dalla parte di ovest rispetto al meridiano - linea nord-sud - geografico.
Scoperta della declinazione magnetica. - La facoltà di orientamento si può conferire alle sbarrette di ferro o d'acciaio (oltre che con altri mezzi) mediante opportuno strofinamento con pezzi di pietra calamita (v. magnetismo). È merito dei Cinesi l'aver riconosciuto, intorno al 1100 d. C., il fatto della declinazione. Invece fra i popoli occidentali, nel Medioevo, allorquando già da tempo i navigatori del Mediterraneo e segnatamente quelli di Amalfi avevano imparato l'uso della bussola (v.), l'esistenza della declinazione rimase ignorata. Il merito del riconoscimento, da parte europea, si deve attribuire a Cristoforo Colombo, il quale nel 1492, uscito con le caravelle spagnole nell'Atlantico, si avvide che l'ago della bussola aveva sensibilmente cambiato direzione dal meridiano vero e poté così constatare il fatto della declinazione, nonché la sua variabilità, passando da un meridiano all'altro nella navigazione da oriente verso occidente. Il primo poi che fece una vera misura (per quanto grossolana) dell'angolo di declinażione fu Giorgio Hartmann, prete di Norimberga, il quale, nell'occasione d'un viaggio a Roma nel 1510, misurò l'angolo eguale a 6° verso est.
Misura della declinazione. - Il metodo per determinare la declinazione è il seguente: un ago magnetico, sostenuto da una punta ovvero sospeso a un filo, è libero di muoversi in piano orizzontale al centro di un cerchio graduato - azimutale - per la misura di angoli e pertanto munito di alidada girevole (al modo dei teodoliti). Con l'alidada è solidale un dispositivo a traguardo, o meglio un cannocchiale, mediante il quale si può puntare sul magnete in modo da stabilire la direzione di questo. A tale uopo il magnete porta uno specchio, sul quale si riflette l'immagine del reticolo inserito fra l'obbiettivo e l'oculare del cannocchiale; però il sistema migliore è quello di usare magneti tubolari con collimatore. Si fissa così il diametro del cerchio azimutale che corrisponde alla direzione dell'asse longitudinale del magnete, e puntando poi a una mira terrestre lontana, si determina il diametro del cerchio parallelo alla visuale della mira. L'angolo fra i due diametri è l'azimut magnetico della mira. Ora di questa stessa mira, mediante osservazioni astronomiche, con il sole, e con stelle, usando lo stesso teodolite magnetico (ovvero, se del caso, altro ordinario teodolite), si misura l'azimut astronomico, cioè l'angolo fra il meridiano geografico e la visuale alla mira. È evidente che la differenza fra i due azimut della mira, il magnetico e l'astronomico (contati gli angoli e la loro differenza nell'opportuno senso), è appunto la declinazione magnetica cercata.
Siccome in generale l'asse longitudinale geometrico del magnete non coincide con l'asse magnetico ossia con la linea dei poli, così il difetto di coincidenza dei due assi si corregge, e si ottiene quindi la direzione esatta del meridiano magnetico, collimando al magnete due volte e facendo la media fra posizione diretta e posizione invertita, cioè dopo rovesciato il magnete di 180° intorno al suo asse.
Negli aghi delle bussole, poggianti con cappelletto di pietra dura su punta fine d'acciaio, è sempre da temersi l'influenza nociva dell'attrito sulla punta. Sono dunque preferibili i sistemi a sospensione filare (filo di seta o di bronzo fosforato sottilissimo); ma in tale caso occorre, prima delle osservazioni, togliere accuratamente la torsione del filo lasciandolo liberamente distorcere sotto l'azione di un peso eguale a quello del magnete da sospendere.
Variazione della declinazione con il luogo. - Come già fu detto, la declinazione varia da un luogo all'altro; in uno stesso luogo poi, essa varia continuamente con il tempo. La declinazione è uno degli elementi che caratterizzano il campo magnetico locale, con riferimento a una determinata epoca. Per rappresentare la distribuzione dei valori della declinazione alla superficie della terra, si costruiscono le carte delle isogone, le quali sono linee condotte per i luoghi che hanno la stessa declinazione. Tutte le isogone devono necessariamente passare per i due poli geografici, nord e sud, come pure per i poli magnetici, boreale e australe. Le regioni della superficie terrestre aventi declinazioni orientali ovvero occidentali rispettivamente, sono fra loro separate da una linea isogonica corrispondente alla declinazione zero; questa è il luogo dei punti in cui meridiano magnetico e meridiano geografico coincidono, e la si chiama linea agonica. Nei paesi del Mediterraneo le isogone hanno un decorso che non si discosta troppo dalla direzione dei meridiani geografici. La penisola italiana viene attualmente compresa, grosso modo, fra l'isogona 8°30′ O. all'ovest (Piemonte) e l'isogona 3°30' o. all'est (Terra d'Otranto). Per Roma vale la declinazione 6°0′ O. (al principio del 1929).
Variazioni della declinazione con il tempo. - La declinazione cambia nel corso del giorno (variazione diurna), nel corso dell'anno (variazione annua di natura quasi ciclica), e da un anno all'altro (variazione continua, per lunghi periodi, detta secolare). L'andamento diurno normale, nei nostri paesi, è caratterizzato da un minimo di declinazione occidentale intorno alle ore 8 del mattino, e da un massimo dopo mezzodi, verso le 13-14 ore. Tra le 10 e le 11 del mattino, la declinazione passa per il valure medio diurno, e così pure verso il tramonto, rendendo queste ore le più opportune per fare le osservazioni L'ampiezza dell'oscillazione diurna, nelle medie latitudini, è fra 6° e 12′, secondo le stagioni.
La variazione secolare, cioè la differenza fra il valore medio della declinazione in un anno e il valore medio dell'anno successivo, consiste - nell'epoca attuale e in Italia - in una diminuzione della declinazione (occidentale) di 7-10′. Non è qui il caso d'intrattenerci sulle variazioni anormali della declinazione che hanno luogo durante le cosiddette perturbazioni, burrasche o tempeste magnetiche, e concomitanti a fenomeni d'origine extra-terrestre.