DANCALIA (A. T., 116-117)
Regione dell'Africa nord-orientale che ha all'incirca la forma di un lungo triangolo con il vertice ad Auachil: un lato, quello nord-orientale, si affaccia al Mar Rosso; il lato nord-occidentale è segnato dal ciglione abissino; la base meridionale si estende da Tagiura per SO. sino sotto Dessiè.
In questo modo delimitata e intesa la regione è costituita precipuamente dall'affossamento o depressione dancala, posta sotto il livello del mare e situata a occidente; e, lungo il Mar Rosso, da un'interessante catena cui può darsi il nome di Alpi Dancale, a cui più a S. seguono imponenti masse eruttive, prevalentemente basaltiche.
Le Alpi Dancale hanno le loro estreme propaggini settentrionali lungo una linea che può segnarsi tra Cululli nella depressione per Saada ela sino a Badioita. Alcuni affioramenti calcarei, sommersi nelle rocce eruttive, raggiungono però le vicinanze della baia di Auachil. Il nucleo principale delle Alpi Dancale si trova in corrispondenza del meridiano di Edd: qui esse raggiungono una larghezza di circa 70 km. A mezzogiorno si estendono sino ai piedi dei due vulcani: il Dubbi (circa 1500 m.) e lo At Koma. La lunghezza della catena montuosa oltrepassa quindi i 160 km. Una zona stepposa ampia da 10 a 25 km. la separa dal mare tra Edd e Thiò. La porzione costiera è tutta costellata di isole e isolette di basalto.
La fossa dancala, spaventoso deserto ove non sono rare le temperature di 40° l'inverno, si estende per oltre 600 km. e si deprime fino a 140 m. sotto il livello marino. Essa è divisa in varie sezioni per effetto di ciglioni eruttivi basaltici che la traversano. Il fondo della depressione è spesso sabbioso con dune, e il margine terrazzato è segnato da una candida fascia di gessi e di cordoni litorali marini testimoni di un antico braccio di mare scomparso. Le terrazze che circondano la depressione hanno tipico aspetto di serìr a ciottoli bruni o neri per la vernice desertica.
Politicamente la Dancalia appartiene nella massima parte all'Etiopia; mentre tutta la zona costiera, sino a una convenzionale linea parallela alla costa e a 60 km. dal mare, appartiene all'Eritrea e dipende dal commissariato di Assab e di Massaua. La porzione costiera più meridionale, oltre Raheita, appartiene alla Francia. Solo una piccola parte della depressione, la più settentrionale, spetta pure all'Eritrea.
Pionieri della conoscenza della regione specialmente basaltica e della depressione furono, tra gli altri, il Munzinger, il Giulietti, il Bianchi, che perirono trucidati dagl'indigeni. Il Sapeto fu quello che assicurò all'Italia nel 1869 l'approdo di Assab, inizio della nostra Colonia Eritrea. La conoscenza della regione rimase per lungo tempo sommaria; ma ha avuto notevole sviluppo recentemente, per merito di tre spedizioni, e cioè: Vinassa-Cavagnari (1919-20), Nesbitt (1928) e Franchetti (1928-1929). La prima esplorò la catena delle Alpi Dancale, quasi assolutamente ignota, dimostrandone la struttura geologica con ampia raccolta di rocce e fossili; diede notizia della porzione orientale della depressione da Ghelelli a Cululli, e nella depressione raggiunse l'ignoto lago Afrerà. La seconda traversò integralmente la depressione da sud a nord, partendo da Hawash, passando a ovest dell'Afrerà e raggiungendo Cululli. La terza fino al lago Afrerà rifece l'itinerario della prima, poi si divise e una parte traversò il resto della depressione risalendo a Makallè, mentre il Franchetti rifaceva più a sud la traversata in regione ignota e rinveniva i resti della spedizione Giulietti.
La Dancalia è regione in parte geologicamente autonoma, per la presenza delle formazioni scistose, arenacee e calcaree mesozoiche, principalmente giurassiche, delle Alpi Dancale, avanzo di un'antica copertura sedimentaria, la cui continuazione si ha nella regione somala. Essa fu sommersa dalle imponenti eruzioni basaltiche, le quali predominano soprattutto nella porzione costiera meridionale e in tutta la depressione tanto sui margini quanto nel suo interno. Sono anzi queste eruzioni con le relative colate, che dividono in varî bacini la grande depressione, di cui la porzione più meridionale spetta in modo speciale al sultanato dell'Aussa, mentre la più settentrionale dipende da quella del Birù. La porzione costiera più meridionale sino alle latitudini di Edd e nell'interno sino ai Salassima, è una sciara desolata e paurosa con grandi forre incassate, potenti gradini di basalto nero e meschine tracce di vegetazione. Le Alpi Dancale invece hanno aspetto meno desolato, sebbene esse pure siano deserte. Il paesaggio scistoso a picchi aguzzi e quello calcareo e arenaceo a tavolati, cañons e rilievi tondeggianti hanno un aspetto tipicamente prealpino e alpestre. Nelle Alpi Dancale è rappresentato il nucleo scistoso africide nonché i gruppi di Adigrat e di Antalo; questo riccamente fossilifero. Più o meno ampie depressioni di origine lacustre, con terreno salmastro, si trovano nella regione montuosa, come le conche di Fijùc, del Bulùc Buji, di Amartì, di Adailo, di Gaarre, ecc. Formazioni eruttive, prevalentemente basaltiche, circondano le Alpi Dancale, in parte anche intrudendosi in esse sotto forma di laccolite. Simili formazioni si hanno pure sul limite tra le Alpi Dancale e la grande fossa dancala, come pure a nord di essa. Rocce eruttive diverse dai basalti non mancano. Graniti e dioriti si trovano, ad esempio, al Bidda, presso Amartì. Comenditi e Pantelleriti si hanno ai Nomenta alì attorno a Gaarre. Una nuova roccia alcalina, la dancalite, venne raccolta nel 1920 all'Assa koma presso Adailo.
Nella depressione esistono dei laghi: uno di relitto, molto salato, l'Alel bad; altri dovuti ad aflusso di ricche sorgenti mineralizzate e termali, come l'ampio Afrerà bad, raggiunto per la prima volta dalla spedizione Vinassa-Cavagnari nel 1920, poi dal Nesbitt nel 1928 e successivamente dalla spedizione Franchetti (1929), che lo ribattezzò con il nome di Giulietti. Esistono pure numerosi altri laghi minori. Così nel ramo orientale del deserto del sale, tra il sistema dell'Erta alè e le Alpi Dancale, il lago Machiù e due altri minori e ancora mal noti: Lohussi e Saroita. Nel ramo occidentale pure, tra il sistema dell'Erta alè e il ciglione abissino, il Nesbitt ha notato altri minori laghetti. Non risulta però quali di essi possano considerarsi di relitto. L'Afrerà (Giulietti) è un lago amaro e poco salato ed è nutrito quasi esclusivamente da ricche sorgenti termali più o meno mineralizzate. Il contorno di tutti questi laghi varia più o meno a seconda delle piogge.
La regione però è aridissima; le piogge si riducono a pochi centimetri annui e si rovesciano in generale sotto forma di forti acquazzoni, durante i quali si vedono correre tumultuose le acque superficiali che in breve tempo vengono assorbite. Dei corsi d'acqua dancali (dahàr) taluni, come il Darràb di Gaarre, il Sahea, il Dudu, il Saroita, ecc. sfociano nel Mar Rosso; altri, come il Sagàn, il Maraiùm, l'Adoli, l'Abrahimdarràb, il Manda, ecc. sfociano nella depressione, ma in generale si perdono prima di raggiungerla. Nel subalveo si trovano spesso acque perenni, come nel Maraiùm, nel Darràb di Gaarre, nel Sagàn, ecc. Rare le vere e proprie sorgenti, come quelle di Assagalla, Ulului, Rhaa, Ghirroli, Mongollo, ecc., quasi tutte nella regione montuosa e al suo margine. La caratteristica degli uidian delle Alpi Dancale, numerosi in modo particolare sul versante occidentale verso la depressione ove si succedono frequenti più o meno paralleli tra loro, è la loro ampiezza che rende relativamente facile percorrere la regione montuosa. La frequenza d'acqua nelle Alpi Dancale si spiega con le precipitazioni, le quali vengono subito assorbite dalla roccia fratturata.
Le acque della depressione sono per lo più termali e sono connesse pertanto all'estesissimo fenomeno vulcanico.
Anche nella regione montuosa si hanno acque termali, le quali pure sono in rapporto con rocce eruttive. Difatti l'estensione del fenomeno eruttivo è in tutta la Dancalia veramente grandiosa. Anche i vulcani abbondano in questa desolata regione.
Il più celebre dei vulcani è il Dubbi (1560 m.) con il suo gemello At koma (1200 circa). Il Dubbi fece eruzione nel 1861 spingendo le sue colate sino a Edd. Nella depressione i rilievi vulcanici sono pure numerosi. Alcuni di questi vulcani sono tuttora attivi. Una debole attività mostra l'Erta alè (Monte del fumo). Questo non è un vulcano isolato, ma, come per prima riconobbe la missione Vinassa-Cavagnari, e confermò poi il Nesbitt, è un sistema di coni, di cui due almeno emettono ancora vapori. Questo sistema, come un grande bastione, s'erge nel centro della depressione settentrionale dal lago Afrerà all'Alel bad, separandone due bacini. Il Dubbi, esplorato in due crateri nel 1920, non manifesta alcuna attività nemmeno residuale. Nella porzione eritrea della depressione, che è a circa 30 metri sotto il mare, si hanno alcuni piccoli vulcani, tra cui l'Alìd, che possiede molte fumarole.
Flora e fauna della Dancalia sono poverissime. La porzione più meridionale della depressione appare, da quanto ne scrive il Nesbitt, un poco più ricca, in confronto al quasi assoluto deserto della porzione settentrionale. Nella montagna dancala e nelle piane lacustri predomina l'acacia spinosa, con tamerici e suede. Lungo la costa si hanno mangrovie e la solita vegetazione steppica propria del Mar Rosso. Nelle poche oasi si trovano qualche palma dum e poche palme da dattero coltivate. Tra gli animali superiori s'incontrano parecchi branchi di scimmie, qualche leopardo nella montagna e qualche sciacallo lungo la costa. Qui si trovano pure struzzi e ottarde; qualche grossa tartaruga marina, molti granchi, taluni assai grandi e pericolosi. Lungo le rive abbonda il paguro eremita. Qualche asino selvatico si incontra nella depressione. Domestici sono cammelli, ovini, bovini e muletti; questi molto resistenti alle fatiche, buoni rampicatori nella sciara basaltica e nella montagna. Di animali utili si può citare il Bil bil, conchiglia da madreperla, frequente lungo la costa.
I pochissimi abitanti, Danachili (v.), sono normalmente nomadi (afàr): sedentarî solo in pochi punti della costa tra Raheita e Medèr. Paesi principali: Assab e Edd.
La regione poverissima è anche assolutamente sterile dal lato minerario. La sola rendita è quella del sale, che in certe stagioni affiora nel cosiddetto Deserto del Sale. Esso forma una crosta che viene tagliata in lastre, gli amuliè, che hanno anche valore di moneta in Abissinia. All'isola Kod ali si trova un'olivina utilizzata, come pietra di un certo valore, per gli anelli dei vescovi copti. A nord verso il nostro confine è la miniera di Dallòl, da cui si estraeva sale e cloruro potassico. Importanti sono le saline di Assab, il cui prodotto va in India. Il commercio, che si svolge attraverso Assab, l'unico porto attrezzato della Dancalia, è assai limitato (v. Assab).
V. tavv. LXXIX - LXXX.
Bibl.: C. Zaghi, L'ultima spedizione africana di G. Bianchi, Milano 1930; G. Dainelli e O. Marinelli, Risultati scient. di un viaggio nella Colonia Eritrea, Firenze 1912; P. Vinassa de Regny, Dancalia, Milano 1923; O. Krenkel, Abessomalien, Heidelberg 1926; L. Nesbitt, Dancalia esplorata, Firenze 1930; L. Franchetti, Nella Dancalia etiopica, Milano 1930; P. Vinassa de Regny, La geologia delle Alpi Dancale, in Bollett. Soc. Geol. Ital., 1931.