DALBERG (Dahlberg)
L'ultimo discendente degli antichi signori di Dalberg (anticamente Dalburg) trasmise nel 1315 il suo feudo e il suo nome al cugino Johann Kämmerer di Worms. Un cavaliere Gerhard fu investito nel 1239 della carica di camerlengo del vescovado di Worms. Egli è lo stipite da cui trae origine la famiglia dei D. più recenti. Il nome della carica fu preso per cognome e conservato anche dopo che la famiglia si era assunto ancora il titolo di von D. Questa famiglia, che nel 1654 fu innalzata alla dignità di baroni dell'Impero, si era divisa in varie linee delle quali quella che tuttora fiorisce in Baviera e in Austria ereditò nel 1810 i beni e il nome dei conti von Osten. Fra i membri della famiglia tre sono saliti a una rinomanza più larga. Johann (nato il 14 agosto 1455, morto il 28 luglio 1503), dal 1482 vescovo di Worms, nel 1473 fece un viaggio in Italia, dove fu introdotto nello studio degli autori latini da Rodolfo Agricola a Pavia. Nel 1474 si crede sia stato rettore dell'università di Pavia. Dopo un breve soggiorno nella sua patria si recò nel 1476 a Padova, dove studiò il greco; nel 1480 il capitolo di Worms lo elesse preposto del duomo. A questa carica era unita la dignità di cancelliere dell'università di Heidelberg; e per opera sua l'università conseguì il prestigio di cui ancora gode, diventando uno dei primi e più importanti centri dell'umanesimo in Germania. Egli vi chiamò ad insegnare, fra altri, Rodolfo Agricola; vi fondò un celebre collegio giuridico; e, come presidente della Rheinische Literarische Gesellschaft diede forte impulso agli studî. Karl Theodor Anton Maria, nato a Hernsheim presso Worms l'8 febbraio 1744, morto a Ratisbona il 10 febbraio 1817, canonico del duomo di Magonza (1768) e poi vicario arcivescovile di Erfurt (1772); come tale entrò in relazione con Goethe, Schiller, e Guglielmo von Humboldt. A quest'epoca appartengono alcuni scritti filosofici di lui. Eletto nel 1780 scolastico del duomo di Würzburg fu benemerito di quell'università. Nel 1788 fu consacrato prete, dopo essere stato nominato coadiutore dell'arcivescovo di Magonza (1787).
D. succedette al suo predecessore nell'arcivescovado, ma nel 803, in seguito all'annessione di Magonza alla Francia, dovette trasportare la sede a Ratisbona. Fino al 1803 egli aveva cercato di opporsi alla minaccia di secolarizzazione appoggiandosi agli stati tedeschi, più tardi cambiò tattica e si avvicinò alla politica di Napoleone. I suoi piani per l'organizzazione della chiesa cattolica in Germania, a capo della quale egli pensava di porsi, accanto all'arcivescovo di Salisburgo (per l'Austria) e ad un metropolita da eleggersi per la Prussia, non trovarono l'approvazione della Curia e furono travolti dagli eventi. Nel 1806 egli nominò lo zio di Napoleone, cardinale Fesch, suo coadiutore cum spe succedendi; poche settimane dopo si unì alla Lega renana (Rheinbund), della quale fu fatto presidente. Questo aperto passaggio dalla parte di Napoleone gli portò come accrescimento di territorio la città di Francoforte. Ma già nel 1810 D. dovette cedere Ratisbona alla Baviera: lo stato elettorale di Francoforte fu elevato a granducato che, alla morte del D., avrebbe dovuto passare al figliastro di Napoleone, Eugenio de Beauharnais. Il congresso di Vienna abolì quest'ultimo resto di dominio ecclesiastico in Germania. Wolfgang Heribert, nato a Hernsheim il 13 novembre 1750, morto a Mannheim il 27 settembre 1806, fratello del precedente, fu ministro del Baden, ma acquistò rinomanza soprattutto come direttore del teatro di corte di Mannheim, carica che assunse dopo il trasferimento della corte palatina a Monaco di Baviera (1778). Chiamò a Mannheim lo Iffland e lo Schröder, e mise per primo sulle scene i Räuber dello Schiller. Autore egli stesso, animatore - la Mannheimer Dramaturgie del Gemmingen (1780) è dovuta ai suoi incitamenti - portò il teatro di Mannheim al grado di teatro nazionale, contribuendo alla rapida evoluzione del teatro tedesco verso la formazione di compagnie stabili.
Bibl.: Eltester, Bockenheimer e Mähly, in Allgemeine deutsche Biographie, IV, Lipsia 1876, pp. 701-709; K. Morneweg, Johann von Dahlberg ein deutscher Humanist und Bischof, Heidelberg 1887; H. von Beaulieu-Marconnay, Karl von Dahlberg und seine Zeit, Weimar 1879; H. Bastgen, Dahlbergs und Napoleons Kirchenpolitik in Deutschland, Paderborn 1917; F. Alafberg, W.G. v. Dalberg als Bühnenleiter und als Dramatiker, Berlino 1907; K. Sommerfeld, Die Bühneneinrichtungen des Nationalstheaters zu Mannheim unter Dalbergs Führung, Erlangen 1907; cfr. anche Schiller, Briefe an den Freih. v. Dalberg, Stoccarda 1819 (ora ristampata nell'Epistolario).