ARTEMISIA ('Αρτεμισία, Artemisia), d'Alicarnasso
Figlia di Ligdami d'Alicarnasso e cretese per parte di madre, reggeva Alicarnasso, Coo, Nisiro e Calidna come tutrice del figlio Pisindelide, e contribuì con cinque navi alla spedizione di Serse contro la Grecia nel 480 a. C. Sconsigliò Serse di dare battaglia a Salamina, ma, quando la battaglia fu impegnata, diede prova di valore, come ne aveva dato quando la flotta persiana era nelle vicinanze dell'Eubea. Gli Ateniesi promisero un premio di 10.000 dramme a chi l'avesse presa prigioniera. Dopo la battaglia di Salamina, ella sconsigliò Serse di marciare contro il Peloponneso, e lo esortò a tornarsene in patria, lasciando Mardonio in Grecia.
La rappresentazione che ci è fatta della sua condotta, ha un po' il colore della leggenda; ma non vi è motivo di dubitare circa la sostanziale veracità del racconto. Pisindelide le successe, non si sa se alla morte di lei, o appena uscito di minorità.
Fonti: Per l'estensione del dominio d'Artemisia, Erodoto, VII, 99; Suida, s. v. Pigres, Panyasis, Herodotos; Aristofane, Lysistrata, 675 e lo scolio che vi si riferisce. Per la sua partecipazione alla battaglia di Salamina, Erodoto, VIII, 68; Plutarco (o pseudo-Plutarco), Sulla malignità di Erodoto, 38 (Moralia, pp. 869 F-870 A). Sulla taglia posta su di lei dagli Ateniesi, Erodoto, VIII, 87 segg, 93; Plutarco, Temistocle, 24,3; Polieno, VIII, 53,1-3,5. Pel consiglio a Serse, Erodoto, VIII, 101-104; Plutarco, loc. cit.