CTESICLE (Κτησικλῆς, Ctesicles)
conosciamo due artisti greci di questo nome. Il primo fu scultore e si attribuisce alla seconda metà del sec. IV a. C. Infatti i poeti comici Alessi e Filemone ricordarono, secondo Ateneo (XIII, 605 sg.), il caso d'un giovane innamoratosi d'un simulacro, probabilmente d'Afrodite, a Samo, che Adeo di Mitilene diceva scolpito da C. Una storiella del genere si legge presso Plinio (Nat. Hist., XXXVI, 20) e Luciano (Imagines, 6) per la Cnidia di Prassitele.
Il secondo, invece, fu pittore. Plinio (Nat. Hist. XXXV, 140) racconta che ritenendosi poco onorato da una regina Stratonice, la dipinse in amoroso colloquio con un pescatore, il quale avrebbe goduto i favori di lei; e fuggì poi per mare da Efeso, lasciando la tavola esposta nel porto. La regina vietò di rimuoverla. Probabilmente l'aneddoto va riferito alla moglie di Seleuco Nicatore, senza tuttavia che si possa escludere la figlia: può pertanto datarsi nel sec. III a. C.
Bibl.: M. Bieber, in Thieme-Becker, Allgem. Lexik. bild. Künstler, XXII, Lipsia 1928, p. 30.