cronologia
Le date citate nel corso delle nostre voci sono riportate all'uso moderno. Com'è noto, nella gran parte dell'Italia non d'influenza bizantina, era in uso la datazione secondo l'era cristiana, che enumera gli anni a partire dalla nascita di Cristo. L'anno di Cristo, tuttavia, non s'iniziava in genere con l'inizio del calendario, che secondo l'uso civile romano era sempre al primo gennaio, bensì col giorno in cui si riteneva iniziata la sua vicenda terrena (natività - 25 dicembre; incarnazione - 25 marzo).
In Toscana, in particolare, era seguito lo stile dell'incarnazione - nel documento generalmente citato con la formula " ab incarnatione Domini " - che pone l'inizio dell'anno al concepimento di Cristo, cioè al 25 marzo, festa dell'Annunciazione. Per questo computo tuttavia si seguirono due modi, uno detto ‛ fiorentino ', che fu il più diffuso, il quale ritarda di due mesi e ventiquattro giorni rispetto al computo moderno, coincidendo con esso dal 25 marzo al 31 dicembre; e lo stile ‛ pisano ' che anticipa di un intero anno rispetto al ‛ fiorentino ', concordando quindi con lo stile moderno solo nel periodo 1 gennaio-24 marzo, e segnando un'unità in più nei confronti dell'anno moderno dal 25 marzo al 31 dicembre.
Per es., la data della battaglia di Benevento avvenuta, secondo il nostro uso cronologico, il 26 febbraio 1266, nello stile ‛ fiorentino ' è anticipata di un anno (quindi 1265), mentre in quello ‛ pisano ' non subisce mutamenti. Al contrario la data della battaglia di Tagliacozzo, 23 agosto 1268, nello stile ‛ fiorentino ' resta immutata, mentre in quello ‛ pisano ' è posticipata di un anno, (quindi 1269).