BARZIZZA, Cristoforo
Dal giurisperito Antonio (o Antoniolo detto Senino) il B. nacque a Bergamo, probabilmente nell'ultima decade del secolo XIV. Rimasto privo del padre in tenera età (tra il 1404 e il 1408), seguì lo zio Gasperino e visse tra Padova, e Venezia. A Padova nel 1411 ricevette, insieme con i cugini Niccolò e Giovanni Agostino, la prima tonsura clericale (il cugino Guiniforte sarà tonsurato quattro anni dopo, cfr. Archivio della Curia vescovile di Padova, Diversorum, vol. XV, f. 35); nel 1406 fu creato notaio e giudice ordinario; nel 1420 (13 ottobre), dopo essere stato alla scuola, tra gli altri, di Paolo Veneto, si laureò in arti e medicina, avendo per promotori Antonio Cermisone, Galeazzo da Santa Sofia, Bartolomeo da Montagnana, Stefano Dottori e lo zio Gasperino. Ottenne la cittadinanza di Padova nel 1421. Si sposò tre volte: prima (1420) con Orsola Polcastro, figlia di Francesco, che morì dopo il 5 nov. 1431; poi (1440) con Imperatrice Calza, figlia di Giovanni; infine, morta assai presto anche la seconda moglie, sposò Pantasilea Brazolo, figlia di Prosdocimo. Tutte e tre le volte s'imparentò con nobili e ricche famiglie padovane. E ricco fu, certamente, anche il Barzizza. Dal secondo matrimonio ebbe la figlia Paola, dal terzo i figli Giovanni Battista e Antonia: il maschio seguì le orme paterne diventando dottore in arti e medicina.
Dall'anno 1431, per lo meno, al 1444 il B. fu attivo professore di arti e medicina nell'università patavina, ed esercitò contemporaneamente anche la professione di notaio. L'esercizio dell'arte notarile almeno per l'anno 1440 risulta nell'Archivio di Stato di Padova, Archivio notarile, vol. 1347, f. 80. Guardiano della fraglia padovana di S. Maria della Carità (almeno nel 1429), confermò il suo attaccamento a questa scuola nel testamento del 17 sett. 1444, disponendo un legato a suo favore e scegliendo il guardiano pro tempore come uno dei suoi esecutori testamentari - l'unico a lui non legato da parentela. Stretta familiarità ebbe anche con l'ambiente di S. Giustina, il monastero benedettino di Padova, centro di rinnovata spiritualità e di irradiante riforma monastica per la vigorosa azione di Ludovico Barbo: a S. Giustina il professore partecipava alla preghiera liturgica per un privilegio concessogli il 27 maggio 1443; nel chiostro del monastero aveva scelto e ottenuto il luogo di sepoltura (come risulta dal ricordato testamento: ma diversa sarà la sua sorte). Per conto di questo monastero svolse inoltre vari incarichi amministrativi (cfr. Archivio di Stato di Padova, Archivio notarile, vol. 1348, f. 28), e al monastero fece un mutuo di 620 ducati, in quello che doveva essere l'ultimo scorcio della sua vita. La concessione di un modesto feudo decimale vescovile (11 apr. 1439) costituisce la prova documentata d'un incontro tra il B. e il vescovo umanista Pietro Donato.
Quando il 17 sett. 1444 il B. dettò il suo testamento, stava per fare un viaggio a Bergamo, dove aveva conservato proprietà immobiliari. Se ritornò nella città natale fu certamente per breve tempo, perché già alla metà dell'ottobre dello stesso anno era di nuovo a Padova. La sua ultima documentata presenza a Padova è del 22 genn. 1445 (per la presenza del B. a Padova tra la fine del 1444 e l'inizio del 1445, vedi Arch. di Stato di Padova, Archivio notarile, vol. 3337, f. 41; 16 ott. 1444; f. 49: 7 dic. 1444; f. 75: 22 genn. 1445). Poco dopo, nel marzo (e non nell'aprile 1445; cfr. Archivio di Stato di Padova, ibid., vol. 3997, f. 176), la morte lo sorprese a Pavia, alla cui università forse si era trasferito o aveva intenzione di trasferirsi.
Utile specchio della cultura del B. è l'inventario, anche se incompleto, della sua biblioteca: raccolta specializzata, fornita degli strumenti bibliografici propri di un medico quattrocentesco, aperto anche ad interessi umanistici (è ricordato un suo Virgilio e sopravvive un suo Apuleio, ora ms. C. M. 526 I della Biblioteca civica di Padova); tra i suoi codici il B. ne accolse certamente qualcuno già appartenuto a Gasperino (per un esempio sicuro si veda il n. 53 dell'inventario pubblicato dal Sambin).
Col B., medico, non deve essere confuso l'omonimo grammatico: quest'ultimo è infatti di Brescia (non di Bergamo), è vissuto alquanto più tardi del primo ed è autore del De fine oratoris pro Ciceronis et Quintiliani assertione (Brixiae 1492) e delle Grammaticae institutiones (ibid. 1492). La diversità delle due persone, da alcuni studiosi (per es. Cozzando e Querini) affermata, da altri (per es. Vaerini, Calvi, Momigliano) negata, da altri infine (per es. Mazzuchelli) lasciata alquanto in dubbio, è stata definitivamente dimostrata dal Cessi.
Il B. fu l'autore di varie orazioni; di particolare rilievo ed interesse, per le notizie biografiche e bibliografiche in esso contenute, il discorso pronunziato in occasione della morte di Paolo Veneto (edito, seguendo il cod. Marciano lat. XIV, 256, ff. 141-142, dal Momigliano, pp. 199-204; altri codici furono segnalati dal Bertalot, p. 253). Altre orazioni, quasi tutte riguardanti la vita dell'università patavina ed esortanti agli studi, furono edite o segnalate, sulla base del cod. 70 della Biblioteca arcivescovile di Udine, dal Bertalot, pp. 249-254.
Una lettera diretta il 28 febbr. 1434 a Guiniforte, lettera già ricordata dal Mazzuchelli fu pubblicata dal Cessi seguendo il cod. 159 inf., f. 26, della Bibl. Ambrosiana: della stessa lettera il Sabbadini aveva indicato il cod. IV A 43, f. 2, della Bibl. Nazionale di Napoli.
Nelle sue opere il B. si occupò soprattutto di medicina pratica: a) Introductorium (sive ianua) ad opus practicum medicinae, Papie 1494. Dell'Introductorium, che naturalmente compare tra i libri di proprietà dell'autore (cfr. n. 57 dell'inventario pubblicato dal Sambin), sono finora noti quattro codici: Biblioteca comunale di Fermo, ms. 6 (4 Ca I/6); Biblioteca Nazionale di Parigi, ms. 6993; Biblioteca di Stato di Monaco, mss. 182 e 184. Alcuni De balneis excerpta tratti dall'Introductorium vennero inseriti nella raccolta di vari autori De balneis, Venetiis 1553. b) Lectura super nono Almansoris Rasis, Papie 1494 (stampata di seguito all'opera precedente), che è contenuta nel ms. 182 della Biblioteca di Stato di Monaco. c) Intentiones habende in febribus... (oppure: De febrium cognitione et cura), stampate con opere di altri autori a Venetiis 1514, Lugduni 1517, Basileae 1535. Si trovano attualmente nei mss. 184 e 205 della Biblioteca di Stato di Monaco. d) Consilia, Antidota e Recepta varisono contenuti nei mss. 182, 205, 339, 658 e 666 della Biblioteca di Stato di Monaco. e) Explanatio nominum simplicium medicinarum secundi canonis Avicennae a Chr. Barzizio ex Synonymis Symonis perfecta, conservataci nel ms. 205 della Biblioteca di Stato di Monaco.
Fonti e Bibl.: Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Regiae Momicensis, Monachii 1892, I, 1, pp. 39-40 n. 182, 40 n. 184, 42-43 n. 205, 67 n. 265, 87 n. 339, 170 n. 658, 172 n. 666; C. Zonta-I. Brotto, Acta graduum academicorum gymnasii Patavini abanno 1406 ad annum 1450, Padova 1922, p. 505, sub voce Christoforus, de Pergamo; Michaelis Savonarole Libellus de magnificis ornamentis regie civitatis Padue, in Rerum Italicarum Scriptores, 2 edizione, XXIV, 15, a cura di A. Segarizzi, p. 26 n. D. Calvi, Scena letteraria degli scrittori bergamaschi, Bergamo 1664, pp. 99-101; L. Cozzando, Libraria bresciana..., Brescia 1694, pp. 66 s.; N. C. Papadopoli, Historia Gymnasii Patavini…, I, Venetiis 1726, pp. 291 s.; Io. A. Fabricii Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis, I, Hamburgi 1734, p. 488; [A. M. Querini], Specimen variae literaturae..., Brixiae 1739, I, p. 106; II, pp. 14-17; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, pp. 496-98; B. Vaerini, Gli scrittori di Bergamo, I, Bergamo 1788, pp. 148-155; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VI, Venezia 1795, pp. 415 s.; R. Sabbadini, Lettere e orazioni edite ed inedite di Gasparino Barzizza, in Arch. stor. lomb., XIII (1886), p. 378; F. Momigliano, Paolo Veneto e le correnti del pensiero religioso e filosofico nel suo tempo (1372?-1429), in Atti d. Acc. di Udine, s. 3, XII (1905-1906), pp. 197-204; A. Mazzi, Nota genealogica sui Barzizza, in Bollett. d. Civica Bibl. di Bergamo, II (1908), pp. 135-139; R. Cessi, C. B. medico del sec. XV, ibid., III (1909), pp. 1-17; R. Massalongo, Alessandro Benedetti e la medicina veneta nel Quattrocento, in Atti d. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti, LXXVI (1916-17), p. 213; A. Mancini, Un codice di Apuleio di C. B., in Bollett. di filol. classica, XXXIII (1926-27), pp. 229-231; L. Bertalot, Eine Sammlung paduaner Reden des XV. Jahrhunderts, in Quellen u. Forschungen aus italienischen Archiven u. Bibliotheken, XXV (1936), pp. 247-254; F. Pellegrini, Laclinica medica padovana attraverso i secoli, Verona 1939, p. 59; G. Cremaschi, Nel V centenario di C. B., in L'eco di Bergamo, 3 genn. 1946; P. Sambin, C. B. e i suoi libri, in Bollett. del Museo civico di Padova, XLIV (1955), pp. 145-164; S. Prete, I codici della Biblioteca comunale di Fermo. Catalogo, Firenze 1960, pp. 5-7; Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte.... I, p. 367.