MALVEZZI, Cristofano (Cristoforo)
Figlio di Niccolò (Nicolao), nacque a Lucca, dove fu battezzato il 28 giugno 1547.
Il padre fu organista della cattedrale di S. Martino a Lucca dal 1537, e poi, a più riprese, dal 1550 fino alla morte, avvenuta il 22 ott. 1574, organista a S. Lorenzo a Firenze. Un fratello del M., Alberigo, nacque a Firenze il 24 maggio 1554; dal 1570 alla morte, avvenuta il 29 dic. 1615, fu organista di S. Lorenzo e dal 1590 secondo organista di S. Maria del Fiore. Pubblicò Il primo libro de' madrigali a cinque voci (Venezia, Erede di G. Scotto, 1591).
Il M. ricevette quasi certamente la prima istruzione musicale dal padre. Nella formazione del M. ebbero probabilmente un ruolo anche i due compositori di maggior prestigio delle principali istituzioni cittadine negli anni della sua fanciullezza: F. Corteccia, dal 1540 maestro di cappella del duomo e del battistero di Firenze e dal 1550 canonico di S. Lorenzo, e A. Striggio, gentiluomo e compositore di origini mantovane, dal 1560 al servizio di Cosimo I de' Medici.
Il 23 giugno 1562, il M., "giovanetto di bonissima espettatione", fu accettato come canonico soprannumerario nella stessa basilica, sede della cappella di famiglia dei Medici, "sotto il titolo della stessa chiesa". Considerando che l'elezione dei canonici della basilica avveniva soltanto in caso di morte o allontanamento di uno dei membri del capitolo, la nomina del M. costituì un atto fuori dell'ordinario, motivato però dal fatto che essa era stata sollecitata ai canonici da Isabella de' Medici, figlia di Cosimo I e moglie del duca di Bracciano, P.G. Orsini (Kirkendale, pp. 181 s.).
Il 20 maggio 1565 il M. fu nominato organista della chiesa di S. Trinita ottenendo "per suo salario ogni anno scudi otto di lire 7 per 1 scudo et soldi 10 per 1 scudo, cioè lire 60 l'anno" (ibid., p. 182); il 5 maggio 1570 doveva aver lasciato questo incarico dato che veniva nominato al suo posto l'organista F. Fanetti. Il 21 apr. 1572 il M. fu nominato "canonico effettivo" in S. Lorenzo "sotto il titolo di S. Amato abate".
Dopo la morte di G. Benvenuti del Cartolaio avvenuta il 26 marzo 1574, il M. divenne maestro di cappella del battistero di S. Giovanni con uno stipendio mensile di 5 scudi (ibid.). La procedura per l'attribuzione di questo incarico fu descritta molto tempo dopo, nel 1646, da Carlo Strozzi (ibid., pp. 182 s.). Il 26 ott. 1574 il M. subentrò al padre come organista in S. Lorenzo e qui, negli anni seguenti, ricoprì anche diversi incarichi ecclesiastici: ceraiolo nel 1575, addetto al protocollo tra 1576 e 1577 e di nuovo nel 1598, addetto all'archivio nel 1587 e alla biblioteca nel 1597.
Negli anni Ottanta del Cinquecento il M. intensificò la sua attività presso la corte medicea, nonostante che fino al 1586 non risulti iscritto nel ruolo dei salariati. Dapprima collaborò alla composizione di intermedi, quindi, come successore di Striggio, divenne il principale compositore di corte; tale circostanza ha dato adito all'ipotesi che il M. sia stato allievo dello stesso Striggio. Nel 1583 il M. compose le musiche, oggi perdute, del quinto intermedio della commedia Le due Persilie di Giovanni Fedini, rappresentata "alla presenza delle gran principesse di Toscana" il 16 febbraio. Nel 1586, in occasione delle nozze tra Virginia de' Medici e Cesare d'Este e in concomitanza con l'inaugurazione del teatro degli Uffizi, compose il terzo e quarto intermedio per la commedia L'amico fido del conte G. Bardi di Vernio, coadiuvando Striggio e lo stesso Bardi (dell'evento, essendo musica e commedia entrambe perdute, rimane il dettagliato resoconto di Bastiano De' Rossi, umanista e segretario dell'Accademia della Crusca, nella Descrizione del magnificentissimo apparato de' meravigliosi intermedi, Firenze 1585-86). Nel 1589, in occasione delle nozze del granduca Ferdinando I con Cristina di Lorena, furono rappresentati gli intermedi della commedia La pellegrina di Girolamo Bargagli, andata in scena il 2 maggio 1589 con repliche il 13 e il 15 maggio (di cui lo stesso De' Rossi lasciò la Descrizione dell'apparato degli intermedi scritti per la commedia rappresentata in Firenze nelle nozze di Ferdinando I con madama Cristina di Lorena, Firenze 1589). Il M. compose gli intermedi I, IV, V e VI con il contributo di E. de' Cavalieri, G. Caccini, G. de' Bardi e J. Peri (mentre il secondo e il terzo furono composti da L. Marenzio con un apporto minimo anche di M. Werrecore); partecipò inoltre alla rappresentazione come esecutore - nel primo intermedio nel ruolo di Astrea e nel quinto di "Marinaro" e di "Ninfa marina" - e nel 1591 ne curò l'edizione a stampa. Sempre negli anni Ottanta il M. compose inoltre, insieme con L. Bati, le musiche per gli intermedi della farsa Il sammaritano di G.M. Cecchi, una satira sulla professione di medico, rappresentata presso la Compagnia della Purificazione, tra il 1580 e il 1587. Cecchi, tra i maggiori drammaturghi coevi, scrisse anche i testi degli intermedi alle sue pièces teatrali, in genere di argomento religioso o morale (al contrario degli intermedi di corte che privilegiano l'allegoria mitologica), per le rappresentazioni dei fanciulli nelle confraternite fiorentine.
Oltre alle già citate attività, il M. si dedicò all'insegnamento della musica. Prima del 1577 fu maestro di Peri, cui procurò un posto come cantore nella cappella di S. Giovanni, introducendolo poi anche nell'ambiente di corte e affidandogli la composizione della musica per il primo intermedio de Le due Persilie (1583), e inserendo un madrigale dello stesso Peri nel suo Primo libro di madrigali a cinque voci (1583); nel 1586 il suo salario mensile di 5 scudi quale compositore della corte medicea comprendeva anche un'indennità per il suo allievo Peri. Nel 1579 fu maestro di clavicembalo e organo del gentiluomo e mecenate fiorentino Jacopo Corsi, uno dei protagonisti della vita culturale della città e della nascita della nuova opera in musica, la cui casa "era sempre aperta, quasi una pubblica accademia, a tutti coloro che dell'arti liberali avessero intelligenza o vaghezza. A quella concorrevano cavalieri, letterati, poeti e musici insigni [(]. In essa si concertavano e si provavano le cocchiate, le feste, i balli accompagnati da musica" (Carter, VII, p. 95). L'11 luglio 1579 Corsi registra un pagamento di L. 35 per del vino "mandato di suo ordine a messer Cristofano da Lucca" (ibid., p. 98). Nel 1588 il M. ottenne un aumento del salario mensile, che fu così portato a 9 scudi, quale insegnante delle principesse de' Medici. Nel 1590 ricevette un ulteriore aumento di 3 scudi mensili quale compenso "per un castratino musico", presumibilmente affidato al suo insegnamento.
Nel settembre 1594 fu nominato terzo organista del duomo di S. Maria del Fiore con 4 scudi al mese; tale posto fu creato appositamente per il M., dato che fu poi soppresso dopo la sua morte.
Nel 1594 il M. (o forse il fratello Alberigo) fu sospeso da uno dei suoi incarichi, come si apprende da una lettera di E. de' Cavalieri: "L'haver casso il Malvezzi parrà strano a molti, perché oltre ad essere de' primi d'Italia di cinbalo, quando Sua Altezza vorrà conserti, et particolarmente all'organi in chiesa, bisognerà lasciar stare, overo far elettione di altri" (Kirkendale, p. 184). In seguito a una richiesta dettata probabilmente dalla salute malferma, nel luglio 1596 il M. ottenne dal granduca di Toscana che gli fossero garantiti ad vitam i salari che percepiva come maestro di cappella del battistero e organista del duomo, anche nel caso in cui non avesse potuto svolgere i servizi richiesti.
Il M. morì a Firenze il 22 genn. 1599.
La produzione musicale del M. è essenzialmente costituita da cinque opere pubblicate a stampa, oltre ad alcuni madrigali e contrafacta apparsi in raccolte collettanee. La prima di queste opere, Il primo libro de' ricercari, unico esempio della produzione strumentale del M., è dedicata a G. de' Bardi, conte di Vernio, un protagonista della vita musicale e culturale in Firenze e promotore della nota camerata fiorentina. Dell'opera, comprendente 10 ricercari, di cui uno dell'allievo Peri, sopravvivono solo tre dei quattro libri-parte originari; essa, tuttavia, ci è pervenuta integralmente nella partitura manoscritta conservata presso la Biblioteca nazionale di Firenze (Magl., XIX.107).
Il M. pubblicò tre raccolte di madrigali: Il primo libro a cinque voci (1583), Il primo libro a sei voci (1584) e Il secondo libro a cinque voci (1590); di quest'ultimo, considerato perduto in tutti i repertori bibliografici, sopravvive una copia presso la Biblioteca Jagiellonska di Cracovia. Dal punto di vista delle scelte poetiche, le tre raccolte privilegiano da un lato testi d'occasione, adespoti, concepiti probabilmente negli ambienti della corte fiorentina, dall'altro quelli di autori tradizionali, come F. Petrarca e I. Sannazzaro, ma anche di poeti allora in voga come T. Tasso e G.B. Guarini, che il M. fu tra i primi a mettere in musica in area fiorentina. Nei madrigali il M. mostra la capacità di coniugare tecniche musicali e stile poetico: nei testi più aulici, quali quelli petrarcheschi prevale la tecnica contrappuntistica, che il M. padroneggia con maestria; per i testi adespoti, amorosi e di carattere leggero, viene adottato uno stile tendenzialmente omoritmico, a blocchi accordali, con maggiore vivacità ritmica.
Le musiche composte per gli intermedi del 1589 hanno contribuito maggiormente alla notorietà del M.: nell'insieme di questi brani il compositore rappresenta, insieme con Marenzio, lo stile tradizionale del madrigale polifonico cinquecentesco, diversamente da Cavalieri, Caccini, Bardi e Peri, che esemplificano con il loro contributo il nuovo stile monodico, caratterizzato dal virtuosismo vocale e dalla libera declamazione del testo. Il contributo del M. a questi intermedi presenta notevole varietà stilistica: dalle tre sinfonie, in cui particolare attenzione è prestata alla strumentazione, ai pezzi a più cori dagli effetti grandiosi (come, per esempio, il madrigale O fortunato giorno del sesto intermedio, a 30 voci raddoppiate in 7 cori, con accompagnamento di strumenti) che rendono in musica lo sfarzo scenografico caratteristico degli intermedi aulici; dal madrigaletto del primo intermedio Dolcissime sirene a sei voci, ma eseguito a voce sola da un fanciullo accompagnato da vari strumenti a corde, al madrigale a cinque voci Io che l'onde raffreno, del quinto intermedio, cantato da Vittoria Archilei a voce sola accompagnata da liuto, chitarrone e lira. Significativa di questa tendenza monodica, nonostante l'impianto polifonico, è l'esistenza di tre brani tratti dal primo e sesto intermedio in una versione per voce sola e continuo in un manoscritto coevo della Biblioteca nazionale di Firenze. Tuttavia, nonostante le concessioni a una prassi esecutiva monodica - d'altro canto non sconosciuta nel Rinascimento -, lo stile del M. tradisce il legame con la tradizione contrappuntistica e la salda appartenenza al versante della "prima prattica".
Opere: Il primo libro de' ricercari a quattro voci, Perugia, P. Petrucci, 1577 (ed. moderna, in Ensemble ricercars, a cura di M.A. Swenson, 1978); Il primo libro dei madrigali a cinque voci, Vinegia, erede di G. Scotto, 1583; Il primo libro dei madrigali a sei voci, ibid., erede di G. Scotto, 1584 (una selezione di madrigali da questi due libri è pubblicata in edizione moderna in Butchart e in Otto madrigali, a cura di P. Gargiulo); Il secondo libro dei madrigali a cinque voci, ibid., G. Vincenti, 1590 (trascrizione integrale in Mannari). Madrigali in antologie: Son di voi, in Armonia di scelti authori a sei voci, ibid., erede di G. Scotto, 1586; Com'è contrario, in Le gioie: madrigali a cinque voci di diversi eccel.mi musici della compagnia di Roma, ibid., R. Amadino, 1589; Ahi, che dolcezza, in Vittoria amorosa di diversi authori a cinque voci, ibid., G. Vincenti, 1596; Occhi vaghi, in Ghirlanda di madrigali a sei voci, Antwerp 1601 (anche in intavolatura per liuto, Bruxelles, Bibliothèque Royale, Mss., II.275.D, c. 74v;); contrafacta spirituali e mottetti in antologie: Tentavit Deus Abraham (contrafactum), in Della nova metamorfosi de' diversi autori, Milano 1600; Vago dolce e bel Arno e Occhi miei, in Scielta de' madrigali a cinque voci( accomodati in motetti da Orfeo Vecchi, ibid. 1604; Gaude quae genuisti (contrafactum), in Della nova metamorfosi de' diversi autori( libro secondo, ibid. 1605; Fuga seconda a 4, in B. Schmid, Tabulatur Buch, Strasbourg 1693. In manoscritto: Dal vago e bel sereno, intavolato per tastiera da A. Layolle, Firenze, Biblioteca Mediceo Laurenziana, Acquisti e doni, 641/31; Dolcissime sirene, Coppia gentil e Del vago e bel sereno per voce sola e continuo, Ibid., Biblioteca nazionale, Magl., XIX.66, cc. 41v-43v; Godi coppia reale, Bruxelles, Conservatoire Royal de Musique, XY.15921, c. 33. Il M. curò la pubblicazione degli Intermedii et concerti fatti per la commedia rappresentata in Firenze nelle nozze del serenissimo don Ferdinando Medici e madama Christina di Lorena, Venezia, G. Vincenti, 1591.
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