COSTOLE e COSTOLONI
Architettura (fr. nervure entretoise; sp. costilla; ted. Rippe; ingl. rib). Si dicono costole o costoloni, in origine, gli archi di struttura muraria concia (mattoni, pietra). disposti secondo le linee essenziali delle vòlte o delle cupole di muratura o a concrezione. Tali archi si chiamano talora, con termine generico, nervature. Questo elemento costruttivo viene anche realizzato in strutture metalliche e di cemento armato a vòlta o a cupola, con lo stesso materiale di esse. Nelle vòlte a botte le costole vengono poste secondo le direttrici, nelle crociere secondo gli archi diagonali, nelle cupole generalmente secondo i meridiani.
I Romani per primi costruirono vòlte e cupole con costole, sostituendo questo più organico sistema a quello di vòlte e cupole completamente di getto, poggianti in modo continuo sui muri perimetrali, i quali dovevano quindi, per coperture di notevole ampiezza, avere spessori notevolissimi. L'adozione delle costole permise pertanto d'interrompere i muri di sostegno nelle zone lontane dal punto d'incastro delle costole stesse. Ai muri perimetrali continui si sostituirono così semplici contrafforti, disposti all'interno o all'esterno dello spazio coperto, e capaci di resistere alle azioni trasmesse alla loro sommità dalle costole. Il tipo costruttivo a costole trovò nell'architettura romana larghissimo sviluppo. Negli edifici più complessi la pianta e l'alzato venivano studiati in modo che le spinte laterali, trasmesse dai costoloni della copertura ai sottostanti sostegni, venissero a elidersi l'una con l'altra. A tale studio statico delle grandi fabbriche, dovuto indubbiamente più a un'immediata sensibilità costruttiva che a risultati di procedimenti matematici, si debbono le imponenti soluzioni dei problemi di copertura a vòlta che è dato ancor oggi contemplare (Basilica di Massenzio, Terme di Caracalla, Terme di Diocleziano in Roma, ecc.).
Le costole nelle cupole e in generale nelle coperture a vòlta vengono poi a costituire elementi sostanziali e differenziali nelle epoche successive. Il problema della copertura a vòlta delle chiese cristiane, in sostituzione della preesistente copertura a tetto, venne risolta con l'adozione della vòlta a crociera nel periodo lombardo. La vòlta a crociera rialzata (tipo intermedio tra la crociera e la vòlta) era rinforzata da costoloni disposti secondo le diagonali. Tali costoloni, a profilo circolare, erano costruiti per solito di mattoni o di pietra, e avevano ufficio di convogliare le spinte delle varie unghie della vòlta negli angoli, ove quindi le azioni di due vòlte adiacenti si componevano ed erano contenute da robusti contrafforti.
La soluzione lombarda dell'edificio a vòlta si diffuse in Francia, in Germania, in Inghilterra. Dall'innesto di essa con altre soluzioni costruttive, sorse in Francia il tipo della chiesa gotica, nella quale la soluzione della copertura, basata sul concetto della più razionale schematizzazione, è portata al limite. La forma della vòlta segue la linea caratteristica dell'arco acuto; le crociere, sempre rialzate sono rinforzate da costoloni e da nervature, e fanno capo a importanti contrafforti ai quali sono spesso congiunti mediante i caratteristici archi rampanti. Lo schema della chiesa gotica è basato su uno scheletro principale resistente, formato da pilastri a fasci di colonnine, le quali rappresentano il razionale prolungamento fino al suolo delle costole delle vòlte.
La costruzione di cupole aventi costole lungo i meridiani trovò poi luminosi esempî nell'architettura italiana del Rinascimento. La cupola di S. Maria del Fiore a Firenze (Brunelleschi) comprende otto grandissime costole situate in ciascuno degli spigoli dell'ottagono di base: 16 costole minori sono disposte a due per ciascun lato. Le costole sono tutte legate tra loro da archi disposti secondo i paralleli. La cupola di S. Pietro a Roma comprende 16 grandi costole meridiane, a cui corrispondono speroni esterni con funzioni di contrafforti.
L'elemento costruttivo della costola assume in ogni epoca importanti espressioni architettoniche. Le vòlte romane erano decorate con lacunari e cassettoni, determinati dalla sporgenza delle costole che s'intersecano in direzioni normali. Tale elemento divenne in seguito puramente decorativo e i cassettoni presero forme diverse, romboidali o ottagone.
Nelle vòlte romaniche e gotiche le nervature sporgenti hanno sezioni e sagome spesso complesse.
Nella moderna costruzione di ferro e di cemento armato costole e nervature hanno poi particolarissima importanza. Esse costituiscono il vero ed essenziale elemento statico della struttura, e la loro diretta espressione in tutte le costruzioni in cui esse rientrano (vòlte, cupole, ponti ad arco, ecc.) ha di per sé un compiuto senso architettonico.