Medico, probabilmente arabo (Tunisi 1010-1015 circa - Montecassino 1087). Studiò forse a Baghdād e in Egitto; dopo lunghi anni di viaggi in Arabia, Caldea, Egitto, Etiopia, si stabilì a Salerno. Qui trovò già fiorente la celebre scuola di medicina, nella quale molto probabilmente insegnò, dedicandosi nello stesso tempo alla traduzione dall'arabo in latino di numerose opere di medicina greche e arabe, attività che continuò anche dopo il suo ritiro nel monastero di Montecassino. I testi da lui tradotti si diffusero ben presto nei maggiori centri culturali d'Europa, producendo un profondo rinnovamento della scienza occidentale. Tra le opere da lui tradotte si ricordano gli Aforismi di Ippocrate, la Θεραπευτικὴ μέϑοδος (Megategni) e la Tέχνη ἰατρική (Microtegni) di Galeno, il Liber de oculis e l'Isagoge di Ḥunain ibn Isḥāq (Ioannitius), il Liber febrium e il De urinis di Isacco giudeo, il Liber regius (Pantegni) di ῾Alī ibn al-῾Abbās.