COSTANTINI, Costantino, detto Gradellino (Gradelin)
Nacque a Verona verso il 1634 da una famiglia di mercanti di stoffe e pare avesse acquistato un notevole mestiere nella tintura con nuovi procedimenti della seta e addirittura avviato una manifattura in proprio. Irrequieto, abbandonò Verona e il lavoro, forse a causa dell'amore per un'attrice, e iniziò la sua carriera di comico. Lo troviamo nel 1668 associato alla compagnia del duca di Modena nel ruolo di primo zanni, con il nome appunto di Gradellino, insieme ad un'Ippolita e una Cintia non sicuramente identificabili. Con questa compagnia recitò in Italia settentrionale e nel 1674 a Napoli; nel 1675 è segnalato ancora come comico del duca insieme a una Flaminia e a una Vittoria, che erano probabilmente Marzia Fiala e Teodora Areliari. Nel 1681 al teatro degli Obizzi di Padova con la moglie Domenica, il secondo figlio Giovanni Battista e la moglie di quest'ultimo Teresa Corona Sabolini, il C. è presente nell'elenco dei componenti la compagnia del duca di Modena, in una formazione che fu probabilmente la migliore al suo servizio. Il corso di recite nell'autunno 1686 fu però breve, dato che in quel periodo si ha testimonianza dell'intenzione del C. di "partirmi con la mia famiglia adritura verso Modena". Nel corso di quell'anno, infatti, la sua professione di comico lo portò anche a Vicenza presso il conte Frignano Lessi, ancora a Padova presso Marsilio Papafava e a Venezia nella compagnia dell'abate Vincenzo Grimani.
Nel 1687 il C. si recò una prima volta a Parigi, e debuttò con i Comédiens du Roi de la Troupe Italienne: il suo nome d'arte fu francesizzato in Gradelin.
Dei due zanni abitualmente, ma non necessariamente, presenti nelle pièces dell'arte, uno solo è chiamato zanni; mentre all'altro si dà un nome specifico che presenta un gran numero di varianti: il Raparini, nelle sue rime L'Arlichino (Heidelberg 1718), elenca fra gli altri "Arlichino, Trufaldino, / Trivellino, Tracagnino, / Tortellino, Naccherino, / Gradellino, Mezzettino".
In Francia il C. probabilmente incontrò il figlio Angelo, il famoso Mezzettino, che era a Parigi dal 1681: il C. non vi si dovette trattenere però a lungo, anzi è probabile che abbia abbandonato la troupe poco dopo l'esordio, se il 13 maggio 1688 il duca di Modena richiese al conte Marco Verità di Verona di potersi servire del C. e di suo figlio Giovanni Battista. Il 13 apr. 1689 il C. era ancora in Italia, perché a quella data risale la richiesta di amnistia al cardinal Cibo da parte di tal Pietro Francesco Torricelli, condannato all'esilio con l'accusa "che habbi fatti attestati di percosse nella persona di Gradellino Commediante". Ma neanche in Italia il C. dovette trattenersi molto, perché presto lo troviamo di nuovo a Parigi.
Apprezzato musicista, l'unica notizia che si ha sull'attività che svolgeva nell'ambito della troupe è che probabilmente si occupava della parte musicale delle pièces che venivano rappresentate. Al 15 febbr. 1696 risale l'ultimo documento riguardante il C., la denuncia cioè a firma Costantini "le père" dell'illecita vendita, dinanzi all'Hôtel de Bourgogne, delle arie composte da Gillier per la Troupe Italienne, che invece, secondo il decreto del 17 dic. 1694, non potevano essere stampate e vendute senza il consenso dei comici stessi. Il 7 febbraio infatti viene emesso l'ordine di sequestro delle copie abusivamente stampate.
Nulla di più si sa della sua vita né si hanno notizie particolari sul ruolo che il C. sosteneva sulla scena: la sua fama sembra però affidata più che alle sue qualità attoriche, alle sorti della famiglia dei comici che con lui inizia e continua fino al sec. XVIII: il Gherardi, nell'Avertissement al suo Théâtre italien, ricorda con sprezzo "les Gradelins et les Polichinelles qui n'ont jamais plus à personne".
Dalla moglie il C. ebbe due figli: secondo il Gueullette, come per i Parfaict, avrebbe avuto in tarda età "d'une jeune gouvernante" un terzo figlio, Antonio, detto il Tegna, dal Rasi ritenuto invece figlio naturale di Giovanni Battista, secondogenito del Costantini. Domenica, moglie del C., fu comica anch'essa e recitò nella compagnia del duca di Modena come servetta, con il nome di Corallina. Seguì il marito e fu con lui a Napoli nel 1674 e a Padova nel 1681.In una lettera del 1684Bernardo Narici, Orazio, l'"innamorato" della compagnia, espone al duca di Modena le gravi difficoltà in cui versa la troupe, inattiva per mesi "essendo, come è noto, inferma malamente la Corallina in Verona, e la figlia non poter lasciare la madre pericolante". Pare che al capezzale della madre fosse anche il figlio Giovanni Battista e fosse attesa la nuora, Diana, cioè Teresa Corona Sabolini. Questa lettera di Orazio è inoltre l'unico documento che attesti che Domenica avesse una figlia, oltre ad Angelo e a Giovanni Battista avuti dal C., e che probabilmente recitava anche lei.
Infatti, nella "copia dei capitoli da osservarsi dalla Compagnia de' comici di S. A. S." che il duca di Modena inviò nell'aprile 1681al conte Antonio Alberto Conti, probabile impresario del teatro degli Obizzi di Padova che veniva abitualmente affidato in gestione ai nobili possessori di palchi, al punto sesto si leggeva: "Li figliuolli di Gradelino, Eulalia, e Cintio con Leandro havranno li due terzi per loro parte". Dato che è presumibile che Angelo, uno dei due figli accertati del C. e Domenica, a quella data fosse già a Parigi, e che l'altro, Giovanni Battista, è esplicitamente citato con il nome del suo personaggio, Cintio, resta il dubbio che il plurale si riferisca ad Eulalia, identificata però, sia pure con delle incertezze, in Isabella Servilli. Altrettanto incerta è l'identificazione di Leandro con Gaetano Caccia.
Dalla grave infermità Domenica comunque si rimise e fu con il marito a Vicenza, Padova e Venezia nel 1686 ma non pare che lo seguisse in Francia. Nel 1669 ella aveva curato la stampa, presso Gio. Francesco Valvasense a Venezia, dedicandola a Giovanni Giustiniani, della favola di Antonio Salvadori, Il natale dei fiori, ridotta "ad uso delle comiche scene senza musica", già rappresentata a Firenze il 12 ott. 1628 per le nozze di Odoardo Farnese e Margherita de' Medici.
Fonti e Bibl.: E. Gherardi, Le Théâtre Italien ou Le recueil général de toutes les comédies et scènes françaises jóuées par les Comédiens Italiens du Roi, I-V, Amsterdam 1701, ad vocem; F. S. Bartoli, Notizie istor. de' comici italiani..., I, Padova 1782, ad vocem;E. Campardon, Les Comédiens du Roi de la Troupe Italienno pendant les deux dernières siècles, Paris 1880, ad vocem;L. Rasi, Icomici italiani, I, Firenze 1897, ad vocem;B. Brunelli, I teatri di Padova, Padova 1921, pp. 108 ss.; Th.-S. Gueullette, Notes et souvenirs sur le Théâtre Italien, a cura di J.-E. Gueullette, Paris 1938, passim; A. Nicoll, Il mondo di Arlecchino, Milano 1965, pp. 100 ss.; F. e C. Parfaict, Dict. des théâtres de Paris, Genève 1967, I, ad vocem; Enc. d. Spett., III, coll. 1563-1569.