CORDAY d'Armont, Marianne-Charlotte de
Nacque il 27 luglio 1768 nella fattoria di Ronceray (presso Champeaux, Orne), d'antica famiglía, che contava tra i suoi antenati Corneille. Giovanissima, si trasferì a Caen con suo padre, poi in una piccola località normanna con uno zio curato, infine nell'abbazia della Santa Trinità di Caen, ove si rivelò avida di letture e amante del silenzio. Soppresse le case religiose, ella si ritirò a Caen presso una vecchia parente e si appassionò per le idee dei Girondini, avverse agli eccessi del Terrore. Desiderosa di liberare la patria e l'umanità da un mostro quale Marat, decise di andare a Parigi. Col pretesto di presentare la supplica di un'amica, la signora de Forbin, che reclamava contro l'abolizione d'una pensione che le spettava sul capitolo di Troyes, ottenne dal Barbaroux una lettera di raccomandazione per il deputato Lanze de Perret, che avrebbe dovuto servirle d'intermediario presso il ministro dell'Interno. Giunse a Parigi l'11 luglio 1793 ed effettivamente eseguì la commissione per la sua amica. Ma il 13 si recò a trovare Marat, che la ricevette mentre prendeva il bagno, perché essa gli aveva fatto sapere di dovergli comunicare rivelazioni assai importanti per il partito della Montagna. Dopo aver dato a Marat notizie della rivolta girondina a Caen, mentre Marat esclamava che si sarebbero dovuti ghigliottinare tutti i girondini, ella gl'immerse un coltello nel petto. Arrestata, condotta all'Abbazia, giudicata dal Tribunale di sicurezza generale, la C. sostenne coraggiosamente gl'interrogatorî e si recò a testa alta alla ghigliottina (17 luglio). Prima di morire scrisse una lettera al Barbaroux e una al padre, che terminava col famoso verso di Corneille: Le crime fait la honte et non pas l'échafaud.
Bibl.: E. De France, C. C. et la mort de Marat, Parigi 1909.