converso
Nell’antico monachesimo, ogni persona passata a professione monastica in età adulta (questo passaggio è detto appunto conversio nella Regola benedettina). In seguito (dai secc. 10°-11°), con l’elevazione dell’ordine monastico al grado sacerdotale, furono detti c. i fratelli laici (e converse, rispettivamente, le suore laiche) che nelle comunità monastiche attendevano a servizi profani e lavori manuali.
Nella Spagna di fine Trecento erano denominati conversos gli ebrei che si erano convertiti al cristianesimo dopo le sommosse antiebraiche di Castiglia, Aragona, Catalogna. Nel corso del 15° sec. i conversos acquisirono ricchezza e influenza come finanzieri, amministratori o membri della gerarchia ecclesiastica. Tale influenza giunse fino alla corte dei re cattolici, destando gelosia e avversione da parte sia degli ebrei non convertiti, sia dei cristiani sospettosi della autenticità delle conversioni ebraiche. Furono proprio i conversos autentici presenti nelle gerarchie ecclesiastiche tra i primi a chiedere l’istituzione di un tribunale dell’Inquisizione per vigilare sulla vera fede di ebrei falsamente convertiti al cristianesimo per finalità di carriera.