CONTRASTO
. Letteratura. - Si disse conflictus, altercatio o disputatio in latino, débat, disputation, bataille in francese, Streitgedicht in tedesco, questione, contenzione, altercazione, contrasto in italiano, un componimento con movenze drammatiche, in qualche caso recitato, se non rappresentato, dai giullari nelle piazze e nelle fiere. Sono quasi sempre in versi e offrono varietà di metri così narrativi come lirici, ma se ne hanno anche in prosa. Non tutto è dialogo; l'autore v'introduce in principio, in fine e anche talvolta nel mezzo qualche breve passo narrativo. I personaggi che disputano sono spesso figure allegoriche o personificazioni di concetti astratti. La grande fioritura di contrasti si ha nella letteratura latina medievale, anzi può dirsi una delle caratteristiche di essa. I soggetti sono moltissimi: Cristo e Satana, l'anima e il corpo, l'angelo e il diavolo, il vivo e il morto, il mondo e la religione, carnevale e quaresima, inverno e primavera (o estate), la rosa e il giglio (o la viola), gennaio e gli altri mesi, l'agnello e la pianta di lino, l'acqua e il vino, ecc. Questi e altri argomenti si trovano tradotti o comunque elaborati qual più, qual meno, anche nelle letterature romanze dei primi secoli. Nell'italiana se ne trovano tra i laudarî dei Disciplinati e in quello di Iacopone da Todi, e primeggiano per l'intrinseco valore le composizioni di Bonvesin da la Riva (v.). Dei contrasti d'amore uno dei più antichi fra i latini è l'Altercatio Phillidis et Fl0rae in cui si disputa se è meglio amare un letterato o un cavaliere, e di cui si hanno pure redazioni nelle lingue volgari. Nelle letterature romanze alcuni contrasti sono fra l'amante e la donna, come quelli notissimi di Rambaldo de Vaqueiras (in cui la donna parla il suo dialetto genovese), di Cielo d'Alcamo, di Ciacco dell'Anguillaia (v.): altri schiettamente popolari fra la madre e la figlia bramosa di marito, fra cognate, fra la bianca e la bruna, ecc. Alcuni contrasti ebbero larga e duratura simpatia fra il popolo. Motivi di contrasti furono rappresentati nel Medioevo anche in affreschi e in bassorilievi, che per i soggetti morali e religiosi offrono interessanti riscontri (per es. il Trionfo della Morte nel Camposanto di Pisa).
Bibl.: A. D'Ancona, Origini del teatro ital., 2ª ed., I, Roma 1891, p. 597; E. Furno, Il dramma allegorico nelle origini del teatro ital., in Studi di letteratura italiana diretti da E. Percopo, XI, p. 276; L. Selbach, Das Streitgedicht in der altprov. Lyrik, Marburgo 1886; H. Jantzen, Gesch. des deut. Streigedichtes im Mittelalter, Breslavia 1896; A. Jeanroy, Les origines de la poésie lyr. française, 3ª edizione, cap. ii; F. Roediger, Contrasti antichi: Cristo e Satana, Firenze 1887; F. Torraca, in Rivista critica della letter. ital., V (1888), p. 37; É. Du Méril, Poésies populaires latines, Parigi 1843-47; Th. Wright, The Latin Poems commonly attributed to Walter Mapes, 1841; Schmeller, Carmina Burana, Stoccarda 1847; L. Biadene, Carmina de Mensibus, in Studi di filol. romanza, IX (1901), p. i segg.; Recueil des Fabliaux a cura di Méon, Jubinal, ecc.; C. De Batines, Bibl. delle antiche rappresentazioni italiane, Firenze 1882, p. 77. V. anche R. Renier, Appunti nel contrasto fra la madre e la figliuola bramosa di marito, in Miscell. Nuziale Rossi-Teiss, Trento 1897; E. Romano, I contrasti fra Carnevale e Quaresima nella lett. ital., Pavia 1907; Giorn. stor. d. lett. it., VI, p. 352 segg.; LII, p. 472 segg.; LXIII, p. 185 segg.; LX, p. 286 segg.; LXXXVI, p. 96 segg.; Arch. glott. ital., II, p. 206 segg.; X, p. 315 segg.