CONTESSA LARA
. Pseudonimo di Eva (Evelina) Cattermole, nata a Firenze il 26 ottobre 1849. Col suo nome pubblicò nel 1867, a Firenze, Canti e ghirlande: poco più che tentativi. Separatasi nel 1875, in seguito a un tragico scandalo, dal marito Francesco Eugenio Mancini, visse a lungo nell'ombra, finché un volume di Versi (Roma 1883) pubblicati con lo pseudonimo che non abbandonò più, suscitò gran clamore. Oscillante tra De Amicis e Stecchetti, la C. ha scarsa profondità e serietà d'ispirazione, non compensata dalla spontanea grazia e dalla felicità di alcuni spunti. Né il volume E ancora versi (Firenze 1886) segna un decisivo miglioramento, sebbene in esso abbia già espressione poetica quel desiderio di vita ordinata, umile e devota - tanto più sognata dalla C. donna, quanto più lontana dal suo temperamento -, che diventa talvolta vera poesia in alcuni dei Versi Nuovi, pubblicati postumi (Firenze 1897), pochi mesi dopo che un'altra tragedia aveva troncata la vita della poetessa (Roma, 1° dicembre 1896).
La C. ha scritto anche un grazioso racconto per fanciulli, Una famiglia di topi (2ª ed., Firenze 1895).
Bibl.: B. Croce, in Lett. d. nuova Italia, 3ª ed., Bari 1929, II, pp. 315-326; M. Borgese, La Contessa Lara, Milano 1930.