CONCA
. navigazione (fr. écluse à sas; sp. esclusa de navigación; ted. Schiffschleuse; ingl. lock). - Le conche di navigazione, o sostegni a conca, sono manufatti di varia struttura che si costruiscono lungo i canali e i fiumi navigabili, per dar modo ai natanti di superare gli eventuali dislivelli esistenti fra due tronchi contigui di un'idrovia. Nelle loro parti essenziali (fig. 1), le conche consistono di solito in una vasca A (camera, bacino, cratere) col fondo (platea) a quota eguale o leggermente inferiore a quella dell'alveo della livelletta a valle e delimitata ai lati da due pareti in muratura B (muri di fiancata) e alle testate da due altre pareti di legno o metalliche C (porte), rese opportunamente mobili per il passaggio dei natanti. Nell'interno del bacino, di dimensioni tali da contenere uno o più battelli, il livello liquido può variare, con la manovra di convenienti organi di chiusura, fra due valori estremi corrispondenti ai livelli liquidi nei due tratti di canale a valle e a monte.
Oltre alle precedenti, sono parti integranti di una conca:
a) due muri di testata a monte D (muri di difesa) e due muri di testata a valle F (muri di fuga), costituenti il prolungamento rispettivamente a monte e a valle dei muri di fiancata;
b) le camere delle porte a monte F (portine) e delle porte a valle G (portoni), con la soglia per l'appoggio delle porte in posizione di chiusura e le nicchie per il loro ricovero in posizione di apertura;
c) il muro di caduta H, ovvero muro di sostegno delle terre in corrispondenza al punto in cui esiste il dislivello.
L'invenzione della conca si attribuisce a Filippo degli Organi e a Fioravante di Bologna, i quali, nel ducato di Milano, sotto il dominio di Filippo Maria Visconti, ricorsero ad una conca (1438-1439) per superare un dislivello di tre metri a Viarenno, presso Milano, nel canale che immette nel Ticino facilitando così l'arrivo a Milano dei blocchi di granito tratti dalle cave del Lago Maggiore e destinati alla costruzione del duomo di quella città. Poco più tardi (1468) si occupò notevolmente delle conche anche Leonardo da Vinci e l'uso andò estendendosi dappertutto: fra le prime conche è certamente anche quella di Stra (1481) sul Naviglio da Padova a Venezia, costruita per opera dei fratelli Dionisio e Pietro D0menico da Viterbo. Da allora gli sviluppi e le applicazioni furono numerosissime, né si limitarono strettamente ai canali navigabili.
Esistono conche fluviali e conche portuali: le prime si affiancano agli sbarramenti impiegati nella canalizzazione dei fiumi e si usano quandi gli stati liquidi del corso d'acqua non consentono l'utilizzazione del passo navigabile; le seconde sono usate nei porti aperti su mari a grande sviluppo di marea per mantenere costante il livello liquido dei bacini interni e consentire insieme che vi accedano i natanti, qualunque sia lo stadio della marea.
Le dimensioni delle conche variano con quelle dei battelli massimi che transitano per l'idrovia. Così la lunghezza utile L di una conca (cioè la distanza fra la parete interna del muro di caduta e l'estremità a monte della camera dei portoni) e la larghezza utile o passo l (cioè la minima larghezza della conca in corrispondenza alle camere delle porte) si determinano in base alla lunghezza e larghezza massima dei natanti aumentate di un congruo franco.
Nel campo marittimo le maggiori conche sono quelle di Gatun, sul canale di Panama, di m. 305 × 33,50 × 12.20. Nelle idrovie interne esistono pure conche lunghe m. 200 ÷ 260 e capaci di contenere interi convogli di natanti di 600 ÷ 1000 tonnellate.
Le più recenti e notevoli conche per natanti da 300 tonnellate costruite in Italia sono quelle di Noventa Padovana (idrovia Padova-Venezia), Battaglia (idrovia Padova-Brondolo), Po di Goro e Po di Gnocca, Oriago (raccordo fluviale dal Naviglio di Brenta al Porto di Marghera); per natanti da 600 tonnellate sono le conche di Brondolo (idrovia Venezia-Po), di Governolo (Mantova); per convogli di natanti da 600 tonnellate sono le conche di Cavanella d'Adige (in sinistra e in destra del fiume) e Cava nella Po (idrovia Venezia-Po), di Pontelagoscuro (Ferrara) allo sbocco del canale Boicelli nel Po.
Funzionamento. Consumo d'acqua. - L'enunciazione delle varie parti di cui si compone una conca dà già di per sé l'idea del suo funzionamento: quando, ad es., un natante debba scendere dal tronco a monte a quello a valle, dopo aver eseguito il riempimento della conca a mezzo degli acquedotti (v. in seguito) aprendo le valvole a monte, vengono aperte le portine quando il livello interno sia eguale o poco inferiore al livello esterno a monte, perché il natante possa entrare nel bacino; chiuse quindi le portine e scaricata l'acqua della conca fino ad eguagliare il livello interno a quello del tronco a valle, vengono aperti i portoni, così che il natante può transitare liberamente nel tronco inferiore. Il complesso delle accennate operazioni costituisce la manovra della concata (fig. 2), che richiede evidentemente un certo consumo d'acqua, cioè un deflusso d'acqua dal tronco superiore all'inferiore. Precisamente, se con V si indica il volume della conca (cioè si pone V = L•l•h, essendo h il salto o dislivello) e con v lo spostamento del natante, il consumo d'acqua nella concata sarà V − v per un battello discendente e V + v per un battello ascendente. Con tali elementi, in base al numero dei natanti che transitano in una giornata e alla possibilità che i loro incroci avvengano alle conche o lungo le livellette, si computa la quantità d'acqua giornaliera da somministrarsi al canale per il consumo delle concate.
Struttura. - Il corpo delle conche ha di solito struttura muraria: muratura di mattoni, calcestruzzo ordinario o, quasi generalmente nelle nuove costruzioni, cemento armato. In quest'ultimo caso le fiancate sono conformate come gli ordinarî muri di sostegno con soletta verticale e costoloni di rinforzo, disposti a distanza di circa m. 3 uno dall'altro; la platea è costituita da un solettone, che si prolunga sotto le fiancate, formandone il piede e mantenendovisi solidale. Talvolta, specie per conche di grandi dimensioni, le fiancate possono tenersi indipendenti dalla platea, allo scopo di evitare travenazioni nel caso di cedimenti non uniformi nella massa muraria. Ad evitare danni per urti dei natanti contro le pareti della conca, queste sono spesso rivestite di mattoni con paraste di graniglia in corrispondenza ai costoloni; ovvero sono munite di paracolpi, travi verticali di quercia sostenute da mensole.
Assai razionale è la conca di Pontelagoscuro (fig. 3), con fondazione in calcestruzzo semiarmato per la platea e la parte inferiore comprendente gli acquedotti, fino alla quota di magra del Po, e, per la rimanente altezza, con soletta verticale e costoloni di cemento armato.
Eccezionalmente, quando vi sia abbondanza d'acqua a disposizione, le opere murarie vengono limitate ai muri di testata a monte e a valle e il bacino della conca viene conformato con pareti in terra, a scarpate più o meno ripide, e provviste di opportuni rivestimenti; tale è ad es. la conca di Governolo di Mantova (fig. 4).
Calcolo del corpo delle conche. - Per il calcolo del corpo delle conche valgono le norme comuni della scienza delle costruzioni: assai spesso esso viene condotto graficamente prendendo in esame la sezione corrente della conca (per la simmetria basta considerare metà sezione). Le forze che la sollecitano sono: a) peso proprio delle murature, di intensità eguale al prodotto del volume per il peso specifico (circa 2400 kg. al mc.) ed applicato al baricentro della sezione con direzione verticale verso il basso; b) sovraccarico eventuale esistente sui terrapieni, che viene trasformato, agli effetti del calcolo, in uno strato di terreno sovrincombente, di altezza K/d essendo K il sovraccarico in tonnellate per mq. e d il peso specifico della terra in tonnellate per mc. (circa 1,6); c) spinta del terreno, da determinarsi in funzione del peso specifico e del grado di coesione (misurato dall'angolo di attrito delle terre) secondo uno dei varî procedimenti analitici o grafici al riguardo (v. spinta); d) azione delle acque, cioè: 1. pressione dell'acqua contenuta nella conca contro le fiancate, da determinarsi in funzione del peso specifico dell'acqua e della sua altezza (v. idrostatica); 2. peso dell'acqua sulla platea; 3. azione delle acque freatiche, da determinarsi con considerazioni analoghe a quelle di cui al numero 1 e da aggiungersi all'azione della spinta del terreno; 4. sottospinta delle acque interne contro la superficie inferiore della platea diretta in senso verticale verso l'alto e d'intensità variabile a seconda della natura del terreno e del livello delle acque freatiche; e) reazione del terreno, il cui valore totale viene determinato, mediante la seconda equazione della statica (Σ Y = 0), in base ai valori delle proiezioni verticali delle forze sopra indicate e deve, in ogni caso e in ogni fase della costruzione, risultare positivo. La determinazione del punto di applicazione e della direzione di questa forza, e cioè della legge di distribuzione della reazione del terreno, costituisce il problema più difficile che s'incontra nel calcolo delle conche, che va risolto caso per caso e dipende dalla natura e qualità del terreno, dal tipo dell'opera che si vuol costruire, dal modo di costruzione e, in cospicua misura, dai particolari procedimenti costruttivi che si adottano. Assai diffuso è l'uso di palificate generali sotto la platea, con l'impiego di pali in cemento armato, al duplice scopo di scaricare il peso del manufatto su un miglior banco di fondazione e di costipare il terreno per chiamarlo a una maggiore resistenza. Inoltre, alle estremità della conca si dispongono delle paratie con palancole di cemento armato, spinte fino agli strati impermeabili, quando la natura del terreno possa far temere travenazioni pericolose da monte a valle.
Componendo le forze sopra enunciate, si determina per ogni singolo concio ideale, in cui si può scomporre la sezione, la risultante e quindi la curva delle pressioni per la mezza conca secondo le norme della statica, per la stabilità è necessario che la curva delle pressioni sia contenuta nel terzo medio (se si vuole che in nessun punto si manifestino sforzi di trazione), che formi con le normali ai singoli giunti un angolo minore dell'angolo di attrito delle murature e che dia luogo nei punti più cimentati a una sollecitazione minore o, al più, eguale al carico di sicurezza del materiale impiegato. Tale sollecitazione viene determinata, in funzione della curva delle pressioni e del poligono delle forze, ed a seconda che il centro di pressione sia esterno o interno al terzo medio, mediante la
dove è N = componente normale al giunto della pressione P; s = larghezza della sezione considerata, cioè lunghezza del giunto; u = distanza del centro di pressione dallo spigolo più compresso; α = angolo d'inclinazione sull'orizzontale del paramento più compresso del muro.
Il calcolo analitico della stabilità di una conca si può effettuare in base alle tre equazioni fondamentali della statica
che eguagliano a zero la somma delle componenti orizzontali e verticali, e dei momenti delle varie forze rispetto a un punto qualsiasi.
Mentre con la seconda si determina il valore della reazione del terreno, dalla prima e dalla terza si può dedurre il valore della reazione che una mezza conca esercita sull'altra nella sezione di mezzaria ed il momento relativo e successivamente quindi l'intensità, la direzione e il punto di applicazione della risultante di tutte le forze esterne cui è soggetta la conca per ognuno degli accennati conci ideali. Tali norme valgono evidentemente tanto per le strutture massicce di calcestruzzo o di muratura, quanto anche per le strutture di cemento armato, per le quali le aree del calcestruzzo e del ferro vengono calcolate con le ordinarie espressioni; giova solo avvertire che, nei tipi ordinarî con soletta di base e contrafforti, il peso del terreno agisce in parte a favore della stabilità.
Acquedotti. - La comunicazione fra l'interno della conca e le due livellette contigue, per il riempimento ed il vuotamento del bacino, è attuata di solito, nelle vecchie opere, con aperture praticate nelle porte e comandate da uscioli o da ventole; nei manufatti moderni, a mezzo di cunicoli (acquedotti), disposti nei muri di testata a tergo della camera delle porte ovvero nella platea o alla base delle fiancate e comunicanti con l'interno del bacino attraverso alcuni vani distribuiti a conveniente distanza su tutta la lunghezza della conca. I più diffusi sono gli acquedotti longitudinali alla base delle fiancate, vantaggiosi perché l'acqua defluisce ognora con il massimo carico possibile, è escluso il pericolo di eventuali ostruzioni a causa di depositi ed interrimenti e sono quasi interamente evitate pericolose oscillazioni del natante durante il riempimento.
L'area S degli acquedotti viene determinata con le espressioni analitiche della foronomia a livello variabile, in funzione delle dimensioni della conca (lunghezza L, larghezza l e salto h) e del tempo di riempimento T fissato per la concata, il quale a sua volta viene stabilito in base al traffico previsto nell'idrovia; così è
ove μ è il comune efficiente di deflusso per le bocche a battente (v. Foromania) e l'accelerazione della gravità.
Il deflusso dell'acqua negli acquedotti viene comandato da argani di chiusura diversi, che vanno dalle semplici, comuni paratoie piane alle paratoie mobili di vario tipo (a settore od altro), e infine a valvole coniche o cilindriche. Queste ultime (fig. 5) offrono il vantaggio di opporre al loro movimento la sola resistenza del peso proprio e dell'attrito sulle pareti (le pressioni dell'acqua si equilibrano) e di richiedere un'escursione molto piccola, eguale a una metà del raggio, perché la sessione periferica di efflusso sia eguale alla sezione del pozzo in cui sono installate, per l'identità
Le valvole cilindriche basse, ideate dal Moraillon nel 1884 (fig. 6), sono oggidì le più usate.
Porte. - Le porte costituiscono, assieme alle valvole, gli organi mobili delle conche e sono formate di un'ossatura (o scheletro o intelaiatura), le cui dimensioni vengono commisurate agli sforzi sollecitanti, e di una fodera (o rivestimento o copertura) destinata ad assicurare la perfetta tenuta d'acqua (fig. 7). L'ossatura consta di un telaio (o quadro), formato dalle quattro travi che delimitano il rettangolo della porta, e di travi intermedie, dette traverse o ritti (a seconda della loro disposizione in senso orizzontale o verticale), rinforzate talora, nelle porte di maggiori dimensioni, da altre membrature disposte diagonalmente o a croce di S. Andrea. Circa il materiale impiegato, il numero e la disposizione dei battenti e la natura del movimento esistono porte in legno, in ferro o miste (con ossatura in ferro e fodera in legno); porte a uno o a due battenti; porte girevoli intorno ad un asse orizzontale, girevoli intorno ad un asse verticale, a ventaglio, scorrevoli, sollevabili, a pontone girevole, a pontone galleggiante (battello-porta). Le più diffuse sono le porte a due battenti a mutuo appoggio, nelle quali il telaio di ciascun battente si appoggia da un lato sul ritto cardinale (fissato per mezzo di cardini alla muratura e quindi costituente l'asse di rotazione) e dall'altro sul ritto battente, in corrispondenza al ritto battente dell'altra imposta, mentre il lato orizzontale inferiore dei due battenti appoggia sulla soglia, cioè su un risalto della platea, munito di guarnizione in legno per una migliore tenuta. Il ritto battente e il ritto cardinale sono pure provvisti di guarnizioni in legno, anche se la porta è in ferro; nel ritto cardinale poi l'asse di rotazione è spesso tenuto eccentrico rispetto all'asse del ritto conformato a sezione semicircolare, allo scopo di ottenere una perfetta aderenza solo quando la porta è chiusa ed evitare contemporaneamente un attrito troppo forte durante le manovre. Il valore generalmente assegnato all'angolo α compreso fra l'asse del battente in posizione di chiusura e la perpendicolare all'asse della conca è di 22° 30′, per conciliare le opposte esigenze di rendere minimo il costo della porta (α = 0°) e di rendere minima la spinta trasmessa dal battente al muro di testata e quindi il costo dell'opera muraria (α = 45°).
L'attacco delle porte alle murature può effettuarsi principalmente in due modi: o a mezzo di perno, ralla e collare o con una piastra superiore di sospensione. Nel primo caso il ritto cardinale si prolunga superiormente ed inferiormente nei pernî e la ralla è fissata alla platea, ovvero, più convenientemente, il ritto termina inferiormente con la ralla ed il pernio è fissato con una piastra alla platea, così da evitare depositi sulla ralla e da distribuire su più larga base il peso della porta. Nel secondo caso tutto il peso della porta viene sostenuto da una piastra superiore solidamente infissa alla muratura e provvista di cuscinetti a sfere, mentre una serie di reggispinta, inseriti uno sotto l'altro fra il ritto cardinale del portone e la cavità della muratura, è destinata ad opporsi alla spinta trasmessa nel senso longitudinale della sezione orizzontale della porta.
Quando la prevalenza possa invertirsi (o per l'influenza della marea nei tronchi fluviali prossimi alla foce, o per le variazioni di livello liquido nei fiumi, allo sbocco in questi di canali navigabili) è d'uopo ricorrere a un doppio ordine di porte con le cuspidi opposte o a porte reversibili, provvedendo la platea di doppia soglia. La reversibilità delle porte è stata, ad esempio, raggiunta nella conca di Brondolo, costruendo identici i montanti dei due ritti battente e cardinale e prolungandoli in sommità con un cilindro cavo che attraversa il piastrone di sostegno e alla cui superficie esterna è avvitato un manicotto, terminato superiormente da una flangia che costituisce il collare di appoggio della porta sul piastrone stesso: per la cavità interna del cilindro passa, pure ad esso avvitata, un'asta che sorregge il pernio inferiore di guida della porta.
Con due manovre di svitatura si libera dal pernio di base uno dei due montanti, fissando l'altro; si esegue così la rotazione intorno a uno o all'altro dei montanti; occorre un perfetto parallelismo dei montanti e quindi una grande rigidità nella struttura.
Calcolo delle porte. - Per il calcolo delle varie membrature delle porte si applicano le convenienti formule della meccanica applicata.
Le traverse orizzontali sono travi appoggiate agli estremi e soggette ad una pressione assiale e ad un momento flettente; i ritti sono soggetti ad una pressione idrostatica complessiva
(essendo m l'interspazio, r il franco delle sommità sul livello delle acque e t l'altezza totale), il cui momento massimo è
I rivestimenti infine vengono calcolati come piastre fissate sul loro perimetro ovvero, in via approssimata, il loro spessore s in cm. può essere fissato (Landsberg) mediante la
in cui h è la profondità dell'orlo superiore sotto il livello liquido ed a e b le dimensioni rispettivamente orizzontale e verticale della lamiera, espresse tutte in centimetri.
Per la stabilità dell'intera struttura nel suo complesso e in relazione all'ufficio commessole è necessario considerare: a) il peso proprio della porta; b) la pressione dell'acqua sulle due facce opposte, conforme la legge dell'idrostatica; c) la spinta dal basso all'alto dovuta alla pressione dell'acqua contro la faccia inferiore della porta; d) le reazioni degli appoggi separatamente a porte chiuse e a porte aperte.
L'equilibrio della struttura durante la manovra viene studiato considerando, insieme con le forze precedenti, quelle che determinano il movimento e devono vincere gli attriti attorno all'asse di rotazione, l'inerzia delle porte, la resistenza dell'acqua e la pressione dovuta alla differenza fra i livelli liquidi a contatto con le due facce, quando (come sempre avviene) la manovra venga iniziata qualche tempo prima che sia raggiunta la perfetta eguaglianza dei livelli.
Manovra degli organi mobili. - Nelle vecchie conche e spesso anche in quelle recenti, ma di piccole dimensioni e di scarsa importanza, la manovra degli organi mobili (porte, valvole, paratoie degli acquedotti, ecc.) si eseguisce a mano con l'aiuto di apparecchi primitivi, come leve, aste ad uncino, catene o simili. Nei manufatti moderni la manovra è fatta con varî impianti meccanici: aste a cremagliera, settori dentati, quadranti a cremagliera.
Un dispositivo molto razionale, ma piuttosto complesso e costoso e perciò adatto solo a grandi manufatti, è quello impiegato per la prima volta nelle conche del canale di Panama e costituito schematicamente di una biella elastica articolata, ad un'estremità, alla traversa superiore della porta, e all'altra ad un giunto solidale con una ruota dentata di grande diametro mobile attorno al suo asse; la giunzione è fatta in modo che l'asse longitudinale orizzontale della biella incontri l'asse verticale della ruota tanto a porta chiusa quanto a porta aperta e sia inoltre perpendicolare al piano della porta aperta. L'elasticità della biella ha lo scopo di evitare urti pericolosi a fine corsa o per improvvisi arresti e di far appoggiare la porta sotto la pressione dell'acqua su tutto il contorno senza sollecitare la biella stessa; essa è ottenuta a mezzo di due molle collocate nell'interno di un cilindro munito di pistone e funzionanti l'una in caso di compressione, l'altra in caso di distensione della biella stessa. Infine un eccentrico, manovrabile dalla passerella stabilita sulla sommità della porta e collegato ad una delle teste della biella, consente che questa possa liberamente variare la propria lunghezza senza alterare la tensione delle molle a causa di sforzi secondarî; inoltre la dentatura della ruota è soppressa per un certo tratto ad evitare che la biella urti contro le murature, oltrepassando la posizione di completa apertura.
La natura dell'energia motrice impiegata per la manovra degli organi mobili delle conche è varia a seconda delle possibilità locali e delle epoche di costruzione dei manufatti. Così alle manovre a mano è succeduto più tardi l'impiego dell'acqua in pressione e del vapore, facendo agire l'una o l'altro su pistoni variamente conformati e collegati con bielle, ruote o leve alla traversa superiore della porta (ad es. il comando idraulico Nyholm nella conca di Hemelingen, presso Brema). L'aria compressa venne usata nel dispositivo Hotopp, applicato alle conche del canale dall'Elba alla Trave e nel dispositivo Lunghini, applicato alla conca di Battaglia (Padova). Questo impiega l'aria compressa (a conca piena per la manovra delle portine) o rarefatta (a conca vuota, per la manovra dei portoni) che si raccoglie in una camera di calma, situata sotto il muro di caduta: esso si presta bene nelle conche a forte salto (m. 7,40 a Battaglia) ed è vantaggioso per la completa abolizione di rotismi ed ingranaggi nella trasmissione del movimento. Molto più usati dei precedenti sono però oggi gli apparecchi elettrici, sia del tipo elettroidrodinamici, sia del tipo elettromeccanici. Fra i primi sono quelli con servomotore a olio, usati ad esempio nelle conche dell'idrovia Brondolo-Po, costituiti essenzialmente di motori elettrici direttamente accoppiati a elettropompe per la compressione dell'olio contenuto nei serbatoi, il quale con tubazioni viene trasmesso a un servomotore a farfalla per la manovra delle porte o a un servomotore a pistone per la manovra delle valvole cilindriche (fig. 8). Gli apparecchi del tipo elettromeccanico escludono l'azione intermedia dell'olio compresso: tali, ad es., quelli della conca di Pontelagoscuro (Stabilimento tecnico triestino), costituiti per ogni gruppo di valvole e porte di motori elettrici in parallelo accoppiati a distributore a ingranaggio in olio per la trasmissione del movimento, con giunti a frizione, azionati da elettromagneti, per l'innesto automatico a distanza.
Conche di tipo speciale. - Conche di tipo speciale sono:
a) le conche con bacini di risparmio, che consentono di diminuire il consumo d'acqua della concata raccogliendone parte in bacini disposti a lato della conca e riprendendola per la successiva manovra (fig. 9). Disponendo di n bacini collocati a quote opportune, ed essendo m il rapporto fra l'area delle sezioni orizzontali del bacino e della conca, può ottenersi un risparmio d'acqua uguale a
cioè per m = 0,5 ÷ 2 ed n = 1 ÷ 3, il risparmio varia fra 0,25 e 0,67 del consumo totale;
b) conche accollate o conche in parallelo, costituite da due conche adiacenti, con un muro di fiancata comune; cosicché per natanti diretti in uno stesso senso viene raddoppiata la potenzialità di traffico dell'idrovia, per natanti diretti in senso opposto si ha un'economia nel consumo d'acqua di 0,50 del totale utilizzando per il riempimento di una conca l'acqua scaricata dall'altra;
c) conche in serie o scala di conche, costituite da una successione di conche che supera così un dislivello troppo elevato per una conca unica (praticamente più di 10 metri); le conche possono essere collegate l'una all'altra per modo che le portine dell'una costituiscano i portoni della conca a monte o, meglio, si può interporre fra conca e conca un breve tratto di canale (scala di conche di Nieder-Finow sul canale Berlino-Stettino) a vantaggio dell'esercizio per gl'incroci e la conservazione del fondale;
d) conche d'incrocio e di scambio, variamente conformate con piante poligonali e più ordini di porte per collegare tre tronchi di idrovia a quote diverse o consentire l'incrocio di due canali o il regresso dei natanti e la loro rotazione.
Opere accessorie di arredamento delle conche. - Necessarî per l'esercizio dell'idrovia sono gli arganelli e i rulli di rinvio disposti sulle fiancate per la trazione dei battelli, i magazzini e le officine per il deposito e la riparazione dei materiali, le abitazioni del personale di sorveglianza e di manovra, i dispositivi per la messa all'asciutto del manufatto, cioè le panconature di legno o metallo da introdursi nei gargami praticati nelle murature e gl'impianti di esaurimento con pompe variamente azionate comunicanti con la conca attraverso cunicoli provvisti di paratoie o di valvole.
Bibl.: A. Pallucchini, Tecnica della navigazione interna, Milano 1915; G. W. Goethals, The Panama Canal, New York 1916, I, II; I. Engelhard, Kanal- und Schleusenbau, Berlino 1921; Engels, Handbuch des Wasserbau, Berlino 1921; O. Jacquinot e F. Gaillot, Navigation intérieure: canaux, parigi 1922; G. Ferro, Navigazione interna, Padova 1927; Atti dell'Associazione per i Congressi internazionali di navigazione, Bruxelles.